“Gesù rivela il criterio per giudicare tutta la storia e il suo dramma, e anche la vita di ognuno di noi. Quale è criterio? L’amore: chi ama vive, chi odia muore. Gesù è la salvezza; Gesù è la luce; Gesù è segno di contraddizione”. Lo ha detto il Papa all’Angelus, affacciandosi alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano.
“Oggi il Vangelo della liturgia ci parla di Maria e Giuseppe che portano il bambino Gesù al Tempio di Gerusalemme. Secondo la Legge lo presentano nella dimora di Dio, per ricordare che la vita viene dal Signore. E mentre la Santa Famiglia compie ciò che nel popolo d’Israele si faceva sempre, di generazione in generazione, succede qualcosa che non era accaduto mai. Due anziani, Simeone e Anna, profetizzano riguardo a Gesù: lodano Dio e parlano del bambino ‘a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme’ – sottolinea il Papa – Le loro voci commosse risuonano tra le vecchie pietre del Tempio, annunciando il compimento delle attese d’Israele. Davvero Dio è presente in mezzo al suo popolo: non perché abiti tra quattro mura, ma perché vive come uomo tra gli uomini”.
“Nella vecchiaia di Simeone e Anna accade la novità che cambia la storia del mondo – dice ancora il Pontefice – Dal canto loro, Maria e Giuseppe ‘si stupivano delle cose che sentivano. Quando Simeone prende in braccio il bambino, infatti, lo chiama in tre modi bellissimi, che meritano una riflessione. Gesù è la salvezza; Gesù è la luce; Gesù è segno di contraddizione”.
“Anzitutto questo bambino è la salvezza. Così dice Simeone, pregando Dio: ‘I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli’ – continua
– Questo sempre ci lascia stupiti: la salvezza universale concentrata in uno solo! Sì, perché in Gesù abita tutta la pienezza di Dio. Secondo aspetto: Gesù è ‘luce per illuminare le genti’. Come sole che sorge sul mondo, questo bambino lo riscatterà dalle tenebre del male, del dolore e della morte. Quanto abbiamo bisogno, anche oggi, di questa luce! Infine, il bambino abbracciato da Simeone è segno di contraddizione ‘affinché siano svelati i pensieri di molti cuori'”.
“Gesù rivela il criterio per giudicare tutta la storia e il suo dramma, e anche la vita di ognuno di noi – conclude – Quale è criterio? L’amore: chi ama vive, chi odia muore”. “Illuminati dall’incontro con Gesù, possiamo allora chiederci: io, che cosa attendo nella mia vita? Qual è la mia grande speranza? Il mio cuore desidera vedere il volto del Signore? Aspetto la manifestazione del suo disegno di salvezza per l’umanità? Preghiamo insieme Maria, madre purissima, perché ci accompagni nelle luci e nelle ombre della storia, all’incontro con il Signore”.
“In questo anno giubilare rinnovo l’appello, specialmente ai governatori di fede cristiana, affinché si metta il massimo impegno nei negoziati per porre fine a tutti i conflitti in corso”, ha detto ancora il Papa. “Pregiamo per la pace nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Nord Kivu”, ha aggiunto.
“A proposito del valore primario della vita umana, ribadisco il ‘no’ alla guerra, che distrugge, distrugge tutto, distrugge la vita, induce a disprezzarla. E non dimentichiamo che sempre la guerra è una sconfitta”, ha concluso.
Foto: Vatican Media