Il Papa, anche oggi, per la terza domenica consecutiva, ha inviato il testo scritto dell’Angelus. “Vi mando questi pensieri ancora dall’ospedale, dove come sapete mi trovo da diversi giorni, accompagnato dai medici e dagli operatori sanitari, che ringrazio per l’attenzione con cui si prendono cura di me. Avverto nel cuore la ‘benedizione’ che si nasconde dentro la fragilità, perché proprio in questi momenti impariamo ancora di più a confidare nel Signore; allo stesso tempo, ringrazio Dio perché mi dà l’opportunità di condividere nel corpo e nello spirito la condizione di tanti ammalati e sofferenti”, scrive il Pontefice.
In questi giorni, scrive il Papa, sta pregando “soprattutto per la pace. Da qui la guerra appare ancora più assurda. Preghiamo per la martoriata Ucraina, per Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Kivu”.
“Vorrei ringraziarvi – scrive ancora Papa Francesco – per le preghiere, che si elevano al Signore dal cuore di tanti fedeli da molte parti del mondo: sento tutto il vostro affetto e la vostra vicinanza e, in questo momento particolare, mi sento come ‘portato’ e sostenuto da tutto il Popolo di Dio. Grazie a tutti!”.
Il Papa chiede di “allenare gli occhi a osservare bene il mondo e giudicare con carità il prossimo”. Commentando il Vangelo di oggi sottolinea che “solo con questo sguardo di cura, non di condanna, la correzione fraterna può essere una virtù. Perché se non è fraterna, non è una correzione!”. Francesco sottolinea ancora che “i frutti cattivi sono le parole violente, false, volgari; quelli buoni sono le parole giuste e oneste che danno sapore ai nostri dialoghi”.
“E allora possiamo chiederci: io come guardo le altre persone, che sono miei fratelli e sorelle? E come mi sento guardato da loro? Le mie parole hanno un gusto buono, oppure sono intrise di amarezza e di vanità?”, scrive in conclusione il Santo Padre.