Sviatoslav Shevchuk, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, incontrerà Papa Francesco in Vaticano nella mattinata. Lo fa sapere la Segreteria dell’arcivescovo maggiore. ”Per la prima volta dall’inizio della guerra provocata dall’aggressione russa, Sua Beatitudine lascia l’Ucraina per una settimana di incontri in Vaticano e per portare a Roma il grido del popolo ucraino, vessato da nove mesi di guerra e protagonista di una eroica resistenza”, spiega la nota.
Nei prossimi giorni incontro con i vari Dicasteri
L’Arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina ha cominciato la sua settimana a Roma presiedendo la Divina Liturgia nella cattedrale dei Santi Sergio e Bacco degli Ucraini a Roma ieri. Oggi l’incontro con Papa Francesco, e poi durante la settimana i vari incontri con i dicasteri della Curia Romana, cui riporterà della difficile situazione in Ucraina. Il 14 novembre Shevchuk riporterà la situazione in Ucraina con un gruppo selezionato di ambasciatori accreditati presso la Santa Sede.
”Con la sua presenza a Roma, Sua Beatitudine vuole portare il grido del popolo ucraino al cuore della cristianità, con la speranza di una pace giusta che renda giustizia al popolo ucraino aggredito”, spiega la nota.
La vita consacrata non puo’ lasciarsi scoraggiare
Oggi la vita consacrata non puo’ lasciarsi scoraggiare dalla mancanza di vocazioni o dall’invecchiamento. Quelli che si lasciano prendere dal pessimismo mettono da parte la fede”. E’ uno dei passaggi del discorso che papa Francesco ha rivolto alla comunita’ dell’Istituto di Teologia della Vita Consacrata ‘Claretianum’, ricevuta in Vaticano in occasione del suo 50 anno di fondazione.
Non stancarsi di andare alle frontiere
“E’ il Signore della storia che ci sostiene e ci invita alla fedelta’ e alla fecondita’ – sottolinea -. Egli si prende cura del suo ‘resto’, guarda con misericordia e benevolenza alla sua opera e continua a mandare il suo Santo Spirito. Quanto piu’ ci accostiamo alla vita religiosa attraverso la Parola di Dio e la storia e la creativita’ dei Fondatori, tanto piu’ siamo capaci di vivere il futuro con speranza. La vita religiosa si comprende solo da cio’ che lo Spirito fa in ciascuna delle persone chiamate. C’e’ chi si concentra troppo sull’esterno (le strutture, le attivita’…) e perde di vista la sovrabbondanza di grazia che c’e’ nelle persone e nelle comunita’”. Rivolgendosi ai partecipanti, poi, Francesco ha invitato loro a non stancarsi “di andare alle frontiere, anche alle frontiere del pensiero; di aprire strade, di accompagnare, radicati nel Signore per essere audaci nella missione”.