“Il nostro futuro eterno dipende da questa vita presente: se scaviamo adesso un abisso con i fratelli e le sorelle, ci ‘scaviamo la fossa’ per il dopo; se alziamo adesso dei muri contro i fratelli e le sorelle, restiamo imprigionati nella solitudine e nella morte anche dopo”. Lo ha detto il Papa nell’omelia della Messa a Matera che chiude il Congresso eucaristico nazionale della Cei. Dodicimila le persone presenti allo stadio.
Le risorse sono distribuite in modo iniquo
“E’ doloroso vedere che questa parabola – ha detto Papa Francesco commentando il Vangelo di oggi – è ancora storia dei nostri giorni: le ingiustizie, le disparità, le risorse della terra distribuite in modo iniquo, i soprusi dei potenti nei confronti dei deboli, l’indifferenza verso il grido dei poveri, l’abisso che ogni giorno scaviamo generando emarginazione, non possono lasciarci indifferenti”. Dio allora chiede “un’effettiva conversione: dall’indifferenza alla compassione, dallo spreco alla condivisione, dall’egoismo all’amore, dall’individualismo alla fraternità”.
Sollevare i poveri
Poi il Papa è tornato a chiedere alla Chiesa di mettersi a disposizione degli altri, specialmente di coloro che piu’ soffrono. “Sogniamo una Chiesa cosi’: eucaristica. Fatta di donne e uomini che si spezzano come pane per tutti coloro che masticano la solitudine e la poverta’, per coloro che sono affamati di tenerezza e di compassione, per coloro la cui vita si sta sbriciolando perche’ e’ venuto a mancare il lievito buono della speranza”. Papa Francesco sogna “una Chiesa che si inginocchia davanti all’Eucaristia e adora con stupore il Signore presente nel pane ma che sa anche piegarsi con compassione e tenerezza dinanzi alle ferite di chi soffre, sollevando i poveri, asciugando le lacrime di chi soffre, facendosi pane di speranza e di gioia per tutti.
Matera città del pane
Perchè non c’e’ un vero culto eucaristico senza compassione per i tanti ‘Lazzaro’ che anche oggi ci camminano accanto, tanti”, ha sottolineato ancora il Pontefice. “Fratelli, sorelle, da questa citta’ di Matera ‘citta’ del pane’, vorrei dirvi: ritorniamo a Gesu’, ritorniamo all’Eucaristia. Torniamo al gusto del pane, perche’ mentre siamo affamati di amore e di speranza, o siamo spezzati dai travagli e dalle sofferenze della vita, Gesu’ si fa cibo che ci sfama e ci guarisce. Torniamo al gusto del pane, perche’ mentre nel mondo continuano a consumarsi ingiustizie e discriminazioni verso i poveri, Gesu’ ci dona il Pane della condivisione e ci manda ogni giorno come apostoli di fraternita’, di giustizia e di pace”.
L’Angelus e la preghiera per la Birmania
Il Papa all’Angelus, anticipato di qualche ora rispetto al consueto e programmato alla fine della Messa, ha pregato per la Birmania: “Penso, in particolare, al Myanmar. Da piu’ di due anni quel nobile Paese e’ martoriato da gravi scontri armati e violenze, che hanno causato tante vittime e sfollati. Questa settimana mi e’ giunto il grido di dolore per la morte di bambini in una scuola bombardata. Si vede che e’ una moda bombardare le scuole bombardate. Che il grido di questi piccoli non resti inascoltato! Queste tragedie non devono avvenire!”, ha sottolineato Papa Francesco.