Per i vescovi “oggi c’e’ un clima diverso rispetto a prima, sono stati tutti ordinati dopo il Duemila e quando c’e’ stato il percorso di formazione sempre c’e’ stato un momento dedicato” alla prevenzione degli abusi, “tutti hanno fatto un corso e ricevuto indicazioni precise, per cui posso dire che tutti i vescovi italiani sono attenti a questo, non si lasciano piu’ prendere dal timore dello scandalo”. E’ quanto ha assicurato, monsignor Lorenzo Ghizzoni, presidente del Servizio Nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della Cei, rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso della presentazione del primo Report sulle attivita’ di tutela dei minori e delle persone vulnerabili.
I vescovi francesi
Sui 12 vescovi colpevoli di abusi emersi in Francia, commenta: “E’ una cosa che colpisce e fa star male ma in Italia non so, se nei 613 fascicoli” dell’ex Sant’Uffizio “verranno fuori dei vescovi, vedremo”. Per quanto riguarda invece i 68 presunti abusatori emersi dal Report presentato oggi, di cui 30 “chierici”, viene specificato che “non abbiamo dettagli sul loro profilo”, cioe’ se siano semplici sacerdoti o superiori di grado.
Le norme
“Le norme di Vos estis lux mundi” ha quindi aggiunto sul Motu Proprio di papa Francesco che ha introdotto una ulteriore stretta contro la pedofilia e la pedopornografia nel clero, “prevedono che se un vescovo e’ inadempiente puo’ essere sanzionato, che io sappia non ci sono state ancora sanzioni ma c’e’ un tribunale della Santa sede per questo mentre per quanto riguarda la denuncia, noi abbiamo nelle linee guida approvate dalla Santa Sede un numero specifico che dice appunto che non c’e’ per la legge italiana l’obbligo ne’ da parte dei vescovi ne’ per qualunque altro cittadino italiano di fare denunce ma noi, nonostante questo, ci siamo assunti l’obbligo morale di favorire e incoraggiare da parte delle vittime, la denuncia cosa che prima non facevamo”.
Le parole di Ghizzoni
“E’ una novita’ – ha proseguito – pero’ devo dire che c’e’ stato grande consenso da parte dei vescovi italiani. E abbiamo anche scritto li’ che potrebbe esserci una opposizione da parte delle vittime, le vittime potrebbero volere solo un provvedimento da parte della Chiesa nei confronti dei suoi membri, ci potrebbero essere dei genitori che si oppongono al fatto che i figli potrebbe, in questi casi noi chiedimao che la opposizione alla denuncia sia scritta in modo che abbiamo un documento”. “Abbiamo anche ribadito che se dalla analisi del caso si capisse che l’abusatore e’ ancora in attivita’ e che non abbiamo molti strumenti noi come Chiesa per poterlo fermare – ha aggiunto -, noi comunque facciamo prevalere il bene del minore anche di fronte a una opposizione della vittima o dei suoi tutori”. (ANSA).