Nei tempi antichi, le piaghe naturali erano viste come una punizione divina per il disordine morale degli umani. Senza vedere la mano di Dio, sembra che le popolazioni più ferite da questi disastri siano spesso le più povere, vittime dell’incuria e dell’indifferenza dei loro leader..
Il silenzio di morte
Che sia in Marocco o in Libia, un silenzio di morte si è instaurato dopo il fracasso della natura. Poi seguirono grida di dolore, e una lunga lamentela. La devastazione si legge sulla superficie della terra e all’interno degli esseri. Questa angoscia non può che toccarci e convocare in noi preghiera e compassione per queste migliaia di morti, queste decine di migliaia di persone in lutto. E tanto che hanno perso la loro casa o la possibilità di viverci con dignità perché la rete idrica, fognaria, le strade o la scuola non funzionano più. Per noi che non siamo vittime dirette, l’umanità si dice nella nostra fraternità e solidarietà, indipendentemente dalle circostanze tecniche, economiche o politiche di questi paesi. Il soccorso è incondizionato.
Perché?
Poi arriva l’inevitabile domanda del perché. Possiamo accusare la fatalità o Madre Natura o Dio, i loro capricci, la loro arbitrarietà. Nei tempi antichi, il responsabile era più comunemente il precedente disordine morale della società. Dio o la natura correggevano l’umanità per i suoi comportamenti, come nel caso del diluvio deciso da Dio, stanco del peccato degli uomini, dal quale ha risparmiato Noè il giusto, il suo seguito e gli animali.Nel Medioevo, quando grandi disgrazie come le epidemie devastavano una regione, venivano intentate cause agli animali che le avevano trasportate. Le sanzioni su pulci o ratti erano ovviamente simboliche, ma punendo i colpevoli, mostravano che la società era in grado di far prevalere l’ordine. Una garanzia di buona condotta in modo che la piaga non accada più.
Il capro espiatorio
La storia degli uomini purtroppo ci dà anche molti esempi in cui questa meccanica del capro espiatorio si è applicata agli uomini stessi, alle minoranze e ai emarginati che spesso sono stati le vittime secondarie delle grandi piaghe. Ma, in realtà, la vera ragione della portata del dramma è lo stato delle società, l’incuria dei loro responsabili. Perché chi sono le vittime di questi disastri? Soprattutto, le più povere vittime della retrocessione sociale o della guerra. Oggi, l’umanità nel suo insieme ha abbastanza conoscenze tecniche e risorse economiche perché i terremoti e le inondazioni non si trasformino in un’uccisione di massa. L’uomo ricco sa proteggersi dalla natura. Ciò di cui parlano i bilanci spaventosi di questi disastri è la corruzione, l’ingiustizia e l’indifferenza che affliggono questi paesi.