Dell’infinito equivoco. Della facilità di creare soap opera sul nulla. O, meglio: dell’incapacità di cogliere l’arte atavica (che – oggi – pare essere ignorata) della parabola. Così potremmo sintetizzare l’infinita quaestio che ha tenuto banco, negli ultimi giorni, tra il cane, il Papa e la signora.
Il busillis
Grazie a Gigi De Palo, Presidente della Fondazione per la Natalità, per le sue parole e per l’invito, perché credo che il tema della natalità sia centrale per tutti, soprattutto per il futuro dell’Italia e dell’Europa. Vorrei dare soltanto due “fotografie” che sono successe qui in Piazza [San Pietro]. Due settimane fa, il mio segretario era in Piazza e veniva una mamma con la carrozzina. Lui, un prete tenero, si è avvicinato per benedire il bambino… era un cagnolino! Quindici giorni fa, all’Udienza del mercoledì, io andavo a salutare, e sono arrivato davanti a una signora, cinquantenne più o meno; saluto la signora e lei apre una borsa e dice: “Me lo benedice, il mio bambino”: un cagnolino! Lì non ho avuto pazienza e ho sgridato la signora: “Signora, tanti bambini hanno fame, e lei con il cagnolino!”. Fratelli e sorelle, queste sono scene del presente, ma se le cose vanno così, questa sarà l’abitudine del futuro, stiamo attenti[1].
Il contesto
Chiarito l’oggetto del contendere, è bene chiarirne la contestualizzazione, così da inquadrarlo in modo più chiaro, circostanza che rende maggiormente riconoscibile anche il significato proprio dell’immagine evocata, oltre a consentire una maggiore comprensione delle scelte narrative effettuate (tra cui, il troncamento, un po’ brusco, del finale, che rimane, in un certo senso, in sospensione).
Dove è stato pronunciato questo discorso? Nell’auditorium di via della Conciliazione (circostanza che spiega il riferimento un po’ approssimativo rispetto alla piazza, abitudine non così insolita quando il riferimento locale è concretamente vicino e riconoscibile sia a chi parla che a chi ascolta). In tale luogo, venerdì 12 maggio scorso, si è tenuta la terza edizione degli “Stati Generali della Natalità”. L’obiettivo di un simile consesso è intuitivamente comprensibile: accendere i riflettori sulla drammatica situazione di denatalità che sta colpendo l’Europa (e, in modo particolare, l’Italia), inducendo, se possibile un cambiamento di rotta, a partire da una sensibilizzazione culturale, prima ancora che politica. All’evento hanno partecipato diversi ospiti di riguardo, tra cui, oltre al Pontefice, anche l’attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
La struttura
Il Papa propone due immagini (lui le chiama “fotografie”). In retorica, in genere, se ci si avvale di due immagini accostate, è necessario tenere conto delle due, contemporaneamente. Le due immagini parlano di un cane in un passeggino, che è colto solo dopo un iniziale smarrimento per la sua vera natura, perché il segretario non aveva ipotizzato che una carrozzina potesse contenere un cane, invece di un bambino. La seconda immagine, il pomo della discordia, ci racconta di una signora che, domandando una benedizione, per il contenuto della propria borsa, lo identifica come “il mio bambino”. In questo secondo esempio, il Papa specifica di una bonaria correzione, basandosi sul senso di realtà. Quello mostrato non era affatto un bambino, bensì un cagnolino e ha detto di non essere riuscito a “mordersi la lingua” ed evitare di esplicitare una tale osservazione. Il racconto del Papa si interrompe qui. Una volta invitati ad osservare due immagini, trae le sue conclusioni. Sono immagini che sono state utilizzate per far riflettere e il senso di fondo era quello di invitare a non ritenere che l’unica spiegazione alla denatalità risieda nella mancanza di risorse stanziate dalla politica. Senz’altro, progredire in quel campo, può rappresentare un aiuto per le famiglie che intendano “dare fiducia alla vita” ed accrescere il numero di abitanti. Ma non finisce qui.
Il pensiero, alla base di ogni problema
Come avviene anche in altri ambiti. Dietro alla concretezza, c’è il pensiero, la riflessione, la considerazione nei riguardi del figlio nascente. Se vedo il figlio come un peso, basta un incentivo economico a convincermi del contrario? Se ritengo che la terra sia sovrappopolata, cosa potrà convincermi del contrario, che, cioè, ogni vita sia unica, preziosa ed insostituibile? Come accade nel combattimento spirituale, riconoscere i pensieri alla radice del nostro attaccamento al male è di primaria importanza, per sradicare una radice di male che porta effetti negativi, nella nostra vita.
La parabola incompresa
A sostegno di questa tesi, ha portato due immagini, invece che due argomentazioni. Non abbiamo, però, la sua continuazione. Non conosciamo il finale: non sappiamo se la richiesta di benedizione, al di là del rimprovero, sia stata effettivamente esaudita – oppure no. Del resto, anche secondo l’uso biblico, è sufficiente che il contesto sia realistico e possibile, non che si tratti di una storia effettivamente accaduta e realizzata, con elementi singolarmente verificabili. È sufficiente – in altre parole – la plausibilità, mentre non è necessaria la veridicità. Ciò comporta, però, conseguentemente, che ogni illazione al riguardo della non-benedizione rimanga tale. Una mera ipotesi, non supportata da solide basi.
Non vincolante, neppure per i cristiani
Una volta ascoltati un’idea od un discorso, meglio se nella sua versioen originaria e integrale, il disaccordo è legittimo e possibile. Soprattutto, perché l’infallibilità papale, troppo spesso citata a sproposito, si limita, solo ed esclusivamente ai discorsi ex cathedra [2](e non è questo il caso). Ma, per dissentire, è necessario conoscere il quid: dissentire su qualcosa che non c’è non è neppure inutile. È – semplicemente – impossibile.
NOTA: successivamente, una signora si è autoproclamata protagonista della citata “parabola”. Francamente, confesso di non considerare esaustiva tale spiegazione. Quante persone incontra il papa? L’unica che abbia chiesto una benedizione per il cagnolino? Non credo. Non avendo espressamente inquadrato in modo realistico la vicenda, non emergono elementi sufficienti perché una persona (piuttosto che un’altra) vi si possa riconoscere in maniera inequivocabile.
[1] DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI ALLA III EDIZIONE DEGLI
STATI GENERALI DELLA NATALITÀ – Venerdì, 12 maggio 2023, Auditorium di Via della Conciliazione (Roma)
[2] Quando [il Papa], esercitando il suo supremo ufficio di pastore e dottore di tutti i Cristiani, definisce per la sua suprema autorità Apostolica una dottrina circa la fede ed i costumi vincola tutta la Chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quella infallibilità con cui il divino Redentore volle che la sua Chiesa fosse corredata nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi (Pastor Aeternus, cap. 4, Concilio Vaticano I, 18 luglio 1870)
Per approfondire l’argomento della denatalità, vedi anche: La vita è bella. Sempre! (Alberto Trevellin)