Il 23 giugno, la Chiesa Cattolica commemora i Santi Martiri di Nicomedia, un numeroso gruppo di cristiani che subirono il martirio durante le terribili persecuzioni ordinate dagli imperatori romani Diocleziano e Massimiano tra la fine del III e l’inizio del IV secolo.
Il contesto storico
Nicomedia, antica capitale dell’Impero Romano d’Oriente (oggi in Turchia), fu uno dei principali centri in cui si scatenarono le persecuzioni anticristiane. L’editto di persecuzione del 303 d.C., emanato da Diocleziano, diede avvio a una delle campagne più violente contro i cristiani. Chiese vennero distrutte, scritture bruciate e migliaia di credenti uccisi.
Il martirio collettivo
Secondo la tradizione, migliaia di fedeli furono bruciati vivi all’interno di una chiesa dove si erano riuniti per la celebrazione della Messa natalizia. Tra questi, si ricordano figure come il vescovo Antimo, che fu arrestato e decapitato, e altri martiri anonimi, uomini, donne e bambini, che affrontarono la morte pur di non rinnegare Cristo.
Il significato del loro sacrificio
I Martiri di Nicomedia rappresentano il coraggio incrollabile di chi ha testimoniato la propria fede fino all’estremo sacrificio. Il loro esempio è fonte di ispirazione per i cristiani di ogni tempo, specialmente in contesti di oppressione religiosa.
Culto e memoria liturgica
La loro memoria liturgica si celebra il 23 giugno. Anche se molti nomi sono andati perduti nella storia, la Chiesa li onora collettivamente come esempi di fedeltà assoluta al Vangelo. In alcune chiese orientali la loro commemorazione è molto sentita, mentre in Occidente il culto è meno diffuso ma ancora presente nei calendari liturgici.