Nelle strade di Aleppo fino a questa mattina era il caos. Ora la città è come “sospesa”, tutti dentro per il coprifuoco imposto dai ribelli, ma “la paura della gente resta”. E’ quanto riferisce la comunità cristiana che si stringe nell’ennesimo difficile momento per la Siria. I vescovi di tutte le confessioni cristiane (latini, maroniti, caldei, melchiti) hanno oggi deciso di non muoversi dalla città siriana che ripiomba nell’incubo della guerra.
Mentre tutti cercavano di scappare, hanno subito deciso di rimanere anche gli otto francescani. Tra loro c’è il vescovo dei latini, monsignor Hanna Jallouf (francescani anche i due suoi nipoti, George e Johnny, che dopo il periodo di formazione alla Custodia di Gerusalemme erano recentemente tornati proprio nella loro Siria).
“Abbiamo oggi deciso di rimanere tutti con la nostra gente”, riferisce mons. Jallouf. Stamane mons. Hanna ha fatto un giro dei conventi, delle strutture legate al vicariato, dal quale dipendono anche studentati e conventi di suore, e delle comunità cattoliche: “Stanno tutti bene, grazie a Dio”. Nell’area adiacente alla residenza episcopale ci sono le suore carmelitane e le suore di Madre Teresa di Calcutta con una sessantina di anziani da loro accuditi. I giovani della residenza universitaria e altre suore si sono spostati in altre parti della città.
“Ora siamo tutti dentro per il coprifuoco”, che durerà per 24 ore. Questa mattina, racconta ancora il vescovo-francescano, “c’era molto caos per le strade, la gente ha paura. Tutto è successo in due giorni, può darsi che c’era già un accordo per fare questo”, commenta. La gente teme anche il fatto che nella confusione di queste ore possano innescarsi “ruberie e violenze”. ”
Adesso con il coprifuoco tutti stanno dentro, anche per stare al più sicuro”, dice il vescovo dei latini di Aleppo, ma l’incubo “è tornare alla situazione del passato, con le violenze, la mancanza di cibo, acqua e dell’essenziale”, come si è vissuto per anni ad Aleppo sotto assedio. “Abbiamo detto alla gente di rimanere a casa. Vedremo che cosa accadrà nelle prossime ore”, aggiunge.
L’arcivescovo maronita di Aleppo, mons. Joseph Tobji, ricostruisce gli ultimi giorni convulsi della città simbolo della guerra in Siria: “Dopo tre giorni di attacchi, le milizie cosiddette dell’opposizione hanno preso la città. Ora tutto tace. La città è come sospesa. E nessuno ci dice niente”. “Dopo i combattimenti per ora non ci sono spargimenti di sangue, grazie a Dio. L’esercito è andato via da Aleppo e la città è ora in mano delle milizie dell’opposizione. Stiamo vivendo nell’insicurezza”, ha aggiunto.
La situazione tra le comunità cristiane ad Aleppo è ancora sotto controllo ma “tutti chiedono preghiere”, dice il missionario argentino Hugo Alaniz, sacerdote dell’istituto del Verbo Incarnato. (ANSA).