“L’occasione della visita è legata alla celebrazione nel Santuario mariano di Berdychiv. Allora è stata quella la ragione per la quale il Santo Padre mi ha inviato come suo rappresentante speciale, dietro richiesta anche dei vescovi latini, per l’elevazione a Basilica minore del Santuario”. Quindi, “la prima ragione sarà proprio quella di condividere con i fedeli questa celebrazione e questa preghiera che, naturalmente, sarà una preghiera soprattutto per la pace, sarà una preghiera corale elevata alla Madre di Dio, perché conceda finalmente la pace a questo Paese, che il Santo Padre definisce sempre ‘martoriato’, la ‘martoriata Ucraina’”. Lo ha detto, ai media vaticani, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, nominato da Papa Francesco suo Legato per le celebrazioni conclusive del pellegrinaggio nazionale dei cattolici latini dell’Ucraina al santuario della Beata Vergine Maria di Berdychiv, che si terrà domani.
Gli incontri a Lviv
Ieri è iniziata con un incontro a Lviv con i rappresentanti delle autorità ecclesiastiche e civili la visita in Ucraina del cardinale. Ieri il cardinale Parolin, accompagnato dal nunzio apostolico in Ucraina, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, è giunto nel tardo pomeriggio alla Curia della arcidiocesi romano-cattolica di Leopoli, dove è stato accolto dal metropolita Mieczyslaw Mokrzycki e dai vescovi ausiliari Edward Kava e Leon Maly. All’incontro ha partecipato anche mons. Volodymyr Hrutsa, vescovo ausiliare dell’Archeparchia di Leopoli della Chiesa greco-cattolica. Erano presenti anche Maksym Kozytskyi, capo dell’amministrazione regionale di Lviv, e Andriy Sadovyi, sindaco di Lviv.
Il dono che il segretario di Stato porta in terra ucraina è quindi “la vicinanza del Santo Padre”: “Questa visita – sottolinea – è un’espressione in più della attenzione che il Santo Padre continua a portare nei confronti dell’Ucraina. E poi le sue grandi speranze di pace: il Papa fin dall’inizio ha cercato di trovare delle strade per poter arrivare a una fine della guerra, quella che ultimamente si è chiamata la pace giusta. Ne abbiamo parlato anche a Bürgenstock (in Svizzera, ndr) quando c’è stata la Conferenza sulla pace. Quindi, vicinanza, preghiera e speranza, che si possano trovare dei cammini per arrivare ad una conclusione, la più rapida possibile, di questo conflitto”.
A nome sempre di Papa Francesco e della Santa Sede, il cardinale Parolin esprime ancora una volta la preoccupazione per la situazione in Ucraina e ribadisce l’impegno “per trovare una soluzione pacifica per arrivare a questa pace giusta della quale ho parlato”. “Finora – dice ancora ai media vaticani – ci sembrava, anche a partire dalla visita che il cardinale Zuppi ha reso qui a Kyiv e poi a Mosca, che l’impegno umanitario fosse una strada per favorire questa pace. È del resto mi pare – aggiunge il porporato – anche il pensiero delle autorità di Kyiv, perché anche in Svizzera hanno parlato delle tre dimensioni: prima di tutto il tema del nucleare, quindi evitare una escalation; poi il tema della libertà della circolazione delle merci; e, infine, soprattutto il tema umanitario. Quindi la Santa Sede si è concentrata su questo anche su richiesta dello stesso governo, ma in vista di fare dei passi che possano portare davvero alla pace giusta”.