“La Chiesa cercherà di fare tutto il possibile perché quei i valori che sono tanto legati al Paese possano continuare a permettere una democrazia viva e giovane che guarda al futuro”. Lo ha affermato il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, intervenendo, oggi a Trieste, alla tavola rotonda “Democrazia e costituzione”, in occasione della 50/a Settimana sociale dei cattolici.
Le parole di Zuppi
“Ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato molto chiaro e fermo”: “abbiamo avuto materiale per aiutare il nostro Paese oggi. I valori cristiani non temono di unirsi ad altri che mettano sempre, come è nella Costituzione, al centro la persona, con il dovere di solidarietà”. Riferendosi poi al tema della Settimana sociale “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”, Zuppi ha osservato che l’argomento “ha riappassionato tanti” e relativamente alla “disaffezione elettorale”, ha aggiunto, “dobbiamo anche chiederci il perché” e “forse cominciare” a fare “una cosa indispensabile, a mio parere, e per certi versi più facile, che è cambiare la legge elettorale”.
L’incontro è stato promosso dall’Unione giuristi cattolici italiani. Un’occasione per parlare di democrazia, Costituzione e degli “anticorpi, che sono nello sviluppo pieno dei diritti”, ha spiegato il presidente del Ugci, Damiano Nocilla. “L’articolazione sociale – ha precisato – si deve costruire in modo tale da far pervenire le proprie istanze alle istituzioni governanti, le quali devono recepirle”. Con “la crisi dei partiti politici bisogna trovare nuovi meccanismi per far di nuovo funzionare il reticolo di diritti, di interessi, di associazioni, di gruppi pressione. Questi anticorpi ci sono nella Costituzione”. Oggi, ha concluso, “il pericolo è concentrarsi sui meccanismi istituzionali: ho sentito dire in un dibattito che ‘noi siamo democratici perché il popolo elegge il presidente del Consiglio e quello decide’. Diceva Rousseau: ‘il popolo inglese crede di essere libero, è libero solo il giorno delle elezioni, poi non conta più niente’. Questo il costituente non l’ha mai voluto”.