Bagno di folla in papamobile per Papa Leone prima dell’udienza generale in piazza San Pietro. Il Pontefice, in piedi sull’auto scoperta, ha salutato e benedetto i fedeli, e accarezzato i bambini.
“La vita è fatta di incontri, e in questi incontri veniamo fuori per quello che siamo. Ci troviamo davanti all’altro, davanti alla sua fragilità e alla sua debolezza e possiamo decidere cosa fare: prendercene cura o fare finta di niente”. Lo ha detto Leone XIV nell’udienza generale, in cui ha dedicato la sua meditazione alla parabola del Buon Samaritano.
“La pratica del culto non porta automaticamente ad essere compassionevoli”, ha spiegato il Papa. Infatti, “prima che una questione religiosa, la compassione è una questione di umanità! Prima di essere credenti, siamo chiamati a essere umani”.
Secondo il Pontefice, “è la fretta, così presente nella nostra vita, che molte volte ci impedisce di provare compassione. Chi pensa che il proprio viaggio debba avere la priorità, non è disposto a fermarsi per un altro”.
E ha ribadito: “la religiosità qui non c’entra. Questo samaritano si ferma semplicemente perché è un uomo davanti a un altro uomo che ha bisogno di aiuto”.
Inoltre, “la compassione si esprime attraverso gesti concreti”: “il samaritano si fa vicino – ha ricordato -, perché se vuoi aiutare qualcuno non puoi pensare di tenerti a distanza, ti devi coinvolgere, sporcare, forse contaminare; gli fascia le ferite dopo averle pulite con olio e vino; lo carica sulla sua cavalcatura, cioè se ne fa carico, perché si aiuta veramente se si è disposti a sentire il peso del dolore dell’altro; lo porta in un albergo dove spende dei soldi, ‘due denari’, più o meno due giornate di lavoro; e si impegna a tornare ed eventualmente a pagare ancora, perché l’altro non è un pacco da consegnare, ma qualcuno di cui prendersi cura”.
“Cari fratelli e sorelle, quando anche noi saremo capaci di interrompere il nostro viaggio e di avere compassione? – ha chiesto papa Leone – Quando avremo capito che quell’uomo ferito lungo la strada rappresenta ognuno di noi. E allora la memoria di tutte le volte in cui Gesù si è fermato per prendersi cura di noi ci renderà più capaci di compassione”. “Preghiamo, dunque, affinché possiamo crescere in umanità, così che le nostre relazioni siano più vere e più ricche di compassione”, ha aggiunto.
Prima di concludere l’udienza generale in Piazza San Pietro, appello del Papa per l’Ucraina e la Striscia di Gaza.
“Il mio pnesiero – ha detto Leone XIV – va al popolo ucraino, colpito da attacchi contro civili e infrastrutture, prego per le vittime in particolare i bambini. Rinnovo l’appello a fermare la guerra e a riprendere iniziative di dialogo e di pace, chiedo a tutti di pregare per la pace in Ucrainae ovunque si soffre per la guerra. Dalla Striscia di Gaza si leva intenso il pianto di mamme e papa’ che stringono i corpi senza vita dei loro bambini e sono costretti a spostarsi alla ricerca di cibo . Ai responsaboli rinnovo il mio appello: cessate il fuoco, siano liberati tutti gli ostaggi , si rispetti integralmente il diritto umanitario”.
E salutando i polacchi, il Papa ha ricordato “il beato cardinale Stefan Wyszyński, che durante il periodo di persecuzione della Chiesa in Polonia, nonostante la detenzione, rimase un pastore fedele a Cristo. Con il sacrificio e il dialogo ha operato per l’unità della Chiesa e della società”.
Foto: Vatican Media