La liturgia, nella messa di inizio pontificato di papa Prevost, è cominciata all’interno della Basilica Vaticana. Il Pontefice, con in mano la ferula utilizzata da papa Paolo VI, è sceso, con i Patriarchi delle Chiese Orientali, al Sepolcro di San Pietro, dove ha sostato in preghiera. Questo momento ha sottolineato lo stretto legame del Vescovo di Roma all’Apostolo Pietro e al suo martirio, proprio nel luogo in cui il primo Vicario di Cristo ha confessato con il sangue la sua fede, insieme a tanti altri cristiani che con lui hanno dato la stessa testimonianza.
Due diaconi hanno preso, poi, il Pallio, l’Anello del Pescatore e il Libro dei Vangeli e si sono avviati in processione verso l’Altare della celebrazione, sul sagrato, in piazza San Pietro.
Un applauso di Piazza San Pietro ha accolto l’arrivo di papa Prevost sul sagrato di San Pietro in occasione della messa di insediamento.
E’ stata la Madonna del Buon Consiglio l’icona mariana sull’altare a Piazza San Pietro per la messa di insediamento di Papa Leone. L’icona è molto cara a Prevost; si era recato nei giorni scorsi a Genazzano proprio per una preghiera alla Madonna del Buon Consiglio. Sul portale della basilica c’era invece un arazzo che rappresenta l’episodio del Vangelo della pesca miracolosa. Simboleggia l’invito di Cristo a Pietro e agli altri apostoli a diventare ‘pescatori di uomini’.
Alla fine della proclamazione del Vangelo in latino e in greco, si sono avvicinati a Leone XIV tre cardinali dei tre ordini (diaconi, presbiteri e vescovi) e di continenti diversi: il primo (Il nunzio in Siria, card.
Mario Zenari) gli ha imposto il Pallio, il secondo (card. Fridolin Ambongo Besungu) ha chiesto, con una speciale preghiera, la presenza e l’assistenza del Signore sul Papa, il terzo (card. Luis Antonio Tagle) ha pronunciato, anche lui, un’orazione, invocando Cristo, “pastore e vescovo delle nostre anime”, che ha edificato la Chiesa sulla roccia di Pietro, e dallo stesso Pietro è stato riconosciuto ”Figlio del Dio vivente”, perché sia lui a dare al nuovo Pontefice l’Anello-sigillo del Pescatore, e poi gli ha consegnato l’Anello del Pescatore.
L’omelia
“Saluto tutti voi con il cuore colmo di gratitudine, all’inizio del ministero che mi è stato affidato”. Papa Prevost si è insediato ufficialmente oggi sul soglio di Pietro. E, nell’omelia-manifesto della messa di ‘intronizzazione, Leone XIV, primo papa agostiniano, parte da un passo delle Confessioni di Sant’Agostino: ‘Scriveva Sant’Agostino: ‘Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te’.
“La morte di Papa Francesco ha riempito di tristezza il nostro cuore e, in quelle ore difficili, ci siamo sentiti come quelle folle di cui il Vangelo dice che erano «come pecore senza pastore. Proprio nel giorno di Pasqua, però, abbiamo ricevuto la sua ultima benedizione e, nella luce della Risurrezione, abbiamo affrontato questo momento nella certezza che il Signore non abbandona mai il suo popolo, lo raduna quando è disperso e lo custodisce come un pastore il suo gregge. In questo spirito di fede, il Collegio dei Cardinali si è riunito per il Conclave; arrivando da storie e strade diverse, abbiamo posto nelle mani di Dio il desiderio di eleggere il nuovo successore di Pietro, il Vescovo di Roma, un pastore capace di custodire il ricco patrimonio della fede cristiana e, al contempo, di gettare lo sguardo lontano, per andare incontro alle domande, alle inquietudini e alle sfide di oggi”.
“Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore,vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia”, dice subito Papa Leone XIV.
“Amore e unità”: “queste sono le due dimensioni della missione affidata a Pietro da Gesù”, sottolinea Papa Leone XIV nella sua omelia.
“Come può Pietro portare avanti questo compito? – si chiede Prevost – “Il Vangelo ci dice che è possibile solo perché ha sperimentato nella propria vita l’amore infinito e incondizionato di Dio, anche nell’ora del fallimento e del rinnegamento. Per questo, quando è Gesù a rivolgersi a Pietro, il Vangelo usa il verbo greco agapao, che si riferisce all’amore che Dio ha per noi, al suo offrirsi senza riserve e senza calcoli, diverso da quello usato per la risposta di Pietro, che invece descrive l’amore di amicizia, che ci scambiamo tra di noi. A Pietro, dunque, è affidato il compito di “amare di più” e di donare la sua vita per il gregge. Il ministero di Pietro è contrassegnato proprio da questo amore oblativo, perché la Chiesa di Roma presiede nella carità e la sua vera autorità è la carità di Cristo. Non si tratta mai di catturare gli altri con la sopraffazione, con la propaganda religiosa o con i mezzi del potere, ma si tratta sempre e solo di amare come ha fatto Gesù”.
“Questo, fratelli e sorelle, vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio: una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato”, il desiderio del Pontefice.
“In questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri. E noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità. Noi vogliamo dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo siamo uno. E questa è la strada da fare insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace”, commenta ancora Papa Leone XIV.
“Fratelli, sorelle, questa è l’ora dell’amore! La carità di Dio che ci rende fratelli tra di noi è il cuore del Vangelo e, con il mio predecessore Leone XIII, oggi possiamo chiederci: se questo criterio prevalesse nel mondo, non cesserebbe subito ogni dissidio e non tornerebbe forse la pace?”, conclude infine così il Papa nell’omelia.
Il Regina Coeli
“Saluto e ringrazio tutti voi romani e fedeli di tutte le parti del mondo che avete voluto partecipare – dice subito Papa Leone XIV- esprimo gratitudine alle delegazioni ufficiali di numerosi paesi e le comunità ecclesiali delle altre religioni. Migliaia di pellegrini sono venuti per il Giubileo delle confraternite. Carissimi vi ringrazio perchè mantenete vivo il grande patrimonio pietà popolare”.
Poi il pensiero a Papa Francesco. “Durante la Messa – dice Leone XIV – ho sentito forte la presenza spirituale di Papa Francesco, che dal cielo ci accompagna. In questa dimensione di comunione dei santi, ricordo che ieri in Francia è stato beatificato il sacerdote Camillo Costa de Beauregard, vissuto tra fine 800 e inizio 900, testimone di grande carità pastorale”, questo il pensiero di Papa Leone XIV.
In seguito il ricordo dei fratelli e delle sorelle che soffrono a causa della guerra. “Nella gioia della fede e della comunione non possiamo dimenticare i fratelli e sorelle che soffrono a causa delle guerre, a Gaza, anziani e bambini, famiglie sopravvissuti sono ridotti alla fame. Nel Myanmar nuove ostilità hanno spezzato giovani vite innocenti… la martoriata Ucraina attende finalmente negoziati per una pace giusta e duratura”.
Infine Papa Leone XIV affida tutti alla Madonna cantando e pregando il Regina Coeli.
I dati
Sono stati oltre quattromila i concelebranti alla messa di insediamento di Papa Leone. Sul sagrato c’erano 200 cardinali e 750 tra vescovi e sacerdoti. Altri tremila preti concelebranti erano nel primo settore della piazza sulla sinistra guardando la basilica; presenti a Piazza San Pietro anche 400 tra diaconi e sacerdoti concelebranti che hanno distribuito la comunione.
In 150mila per la messa di insediamento di papa Leone XIV. Lo riferisce il Vaticano in un aggiornamento dei dati che tiene conto del’affluenza in Piazza e nell’area circostante.
Foto: Vatican Media
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