”Anche i cattolici ucraini hanno reagito in maniera negativa, ma Papa Francesco non ha parlato di resa, ha parlato del coraggio di negoziare, che è cosa ben diversa. E sono parole che Francesco si porta dietro da tempo: sull’inutilità di questa guerra e sul fatto che il prezzo di questo conflitto, in termini di morti, profughi, distruzione, è pagato tutto dall’Ucraina. Perciò bisogna trattare. Perché ormai siamo davanti a un bivio: la sconfitta dell’Ucraina o il suo progressivo dissanguamento fino a una guerra ancora più grande. E avendone parlato con diversi interlocutori vi dico che questa possibilità è ormai purtroppo in agenda”. Lo dice in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio.
Le parole di Riccardi
”La sensibilità del Papa per l’Ucraina è grande, tante volte ha parlato di popolo martoriato – aggiunge – C’è stata una semplificazione polemica intorno al suo discorso, alimentata anche dal furore dello scontro, ma identificarlo come un discorso putinista proprio no”. ”Papa Francesco non è un politico e non si esprime con un linguaggio politico, però ci ricorda una cosa importante: e cioè che oggi dall’orizzonte è scomparsa completamente la pace – continua – Il primato della pace. Difficile dire quale sia la via per arrivarci, ma di sicuro finché non ci si siede intorno a un tavolo non la si può neanche immaginare. Perciò, in verità, il Papa alza il tiro”.
”Il suo grande obiettivo è dare pace finalmente al popolo ucraino e bisogna dire anzi che col suo discorso della bandiera bianca ha rotto un po’ il linguaggio stanco e conformista degli ultimi tempi a proposito della guerra russo-ucraina – prosegue – Perché la triste verità è proprio questa: dopo due anni si è spenta l’immaginazione della pace e anche il motore di passi nuovi. Cosa vuole il Papa? Non certo mollare gli ucraini al proprio destino, ma piuttosto aiutarli a resistere e a uscire dalla morsa di questa guerra” Andrea Riccardi è il fondatore (nel 1968) della Comunità di Sant’Egidio, candidata più volte al Premio Nobel per la Pace per il suo impegno al servizio del dialogo tra i popoli.