Il presidente della Repubblica. Sergio Mattarella, ha partecipato ad Assisi alla Festa per San Francesco, patrono d’Italia. Oggi si celebra, appunto, San Francesco. Il capo dello Stato ha acceso la Lampada sulla tomba del Santo. Ha partecipato, poi alla messa, celebrata dal card. Zuppi, presidente della Cei.
San Francesco “e’ il nostro Patrono ed e’ questa una gioia particolare, in questo tempo cosi’ segnato da tanta sofferenza e preoccupazione, e’ una gioia trovarci qui con tutte le Chiese che sono in Italia e con il Presidente del nostro Paese, che rappresenta tutti gli italiani e le italiane e che ringrazio di cuore per la sua presenza e per il suo servizio – e’ appropriato -, pieno di saggezza e di convinta passione per difendere gli ideali costitutivi del nostro Paese.
Zuppi ringrazia Mattarella
Grazie perche’ ci rappresenta e ci incoraggia a sentirci parte di questo nostro bellissimo Paese. Patria”. Lo ha detto il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei durante la messa ad Assisi, nella Basilica superiore di San Francesco, per la festa del Patrono d’Italia allaquale ha partecipato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Troppo odio nel mondo
“Cosi’, mite e umile di cuore come il suo Gesu’, San Francesco – in un mondo che era e che e’ segnato da lupi e cittadini violenti o paurosi, da torri e spade, da cavalieri e briganti, da guerre e inimicizia, inquinato da troppo odio tanto da rendere impossibile parlare di pace – progetta e inizia a vivere un mondo fraterno, disarmato, dove c’e’ spazio per ognuno, a cominciare dai piu’ poveri e fragili”. Cosi’ il cardinale presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi, nella messa ad Assisi per la festa di San Francesco, Patrono d’Italia che ricorre oggi, 4 ottobre. “Ecco – aggiunge -, oggi sentiamo la consolazione di essere con lui, con questo fratello maggiore, con questo nostro Patrono, e di vedere la sua stella (come e’ noto le stelle brillano maggiormente quando la notte e’ piu’ fonda) che ci accoglie ‘come un astro mattutino fra le nubi’. Abbiamo bisogno di luce, che vuol dire speranza”.
Non dimenticare i morti di Covid
“Il nostro Patrono ci fa sentire a casa e ci aiuta a guardare anche le difficolta’ con la forza dell’amore. Nella tempesta della pandemia abbiamo sperimentato tanto buio, inatteso e prolungato”, ha detto il cardinale presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi, nella messa ad Assisi per la festa di San Francesco. “Lo descrisse Papa Francesco nella memorabile preghiera in Piazza San Pietro”, ha proseguito.
Non si vince il dolore rimuovendolo
“Non dimentichiamo questo. Non vogliamo dimenticare, perche’ non si vince il dolore rimuovendolo o divorandolo nella bulimia di emozioni che non diventano sentimenti, consapevolezza, scelte, umanita’ – ha detto Zuppi -. Tutto digitale, e un cuore digitale e’ un po’ preoccupante, Invece raccogliamo oggi il testamento affidatoci da chi non c’e’ piu’ per colpa del Covid. Alcuni dei loro nomi li deporremo accanto a questa lampada. Li abbiamo raccolti proprio sapendo quanta amarezza e sconforto ha generato non poter essere vicini a coloro che amiamo nell’ultimo tratto della loro vita”.
Anche il buio può essere sconfitto
“Ricordiamo tutti coloro i cui nomi portiamo nei nostri cuori e li affidiamo all’amore di Dio, perche’ siamo nella luce dell’amore che non finisce – ha detto ancora l’arcivescovo di Bologna -. Non sono piu’ tornati a casa, non abbiamo potuto accompagnarli, come loro e noi avremmo desiderato. Per molti solo le videochiamate hanno rappresentato dei veri e propri testamenti struggenti”.
Dove c’è amore c’è Dio
“Resta l’amarezza lacerante per un discorso interrotto, lo sconforto che fa apparire tutto vano – ha aggiunto -. In quella notte terribile, vissuta da chi ci ha lasciato e da chi e’ rimasto, abbiamo visto anche tante luci, tutte, consapevolmente o meno, riflesso di un amore piu’ grande. Perche’ dove c’e’ amore c’e’ Dio. Abbiamo capito che non si puo’ lasciare nessuno solo e anche che il buio puo’ essere sconfitto, perche’ anche solo con una piccola lampada di umanita’ si vince il buio”.
Il personale sanitario ha tenuto accesa la luce
“Sono state le luci che il personale sanitario ha acceso con i piccoli grandi gesti di umanita’ – ha detto ancora il presidente dei vescovi italiani -: consolando lacrime, stringendo mani, dando sicurezza, anche solo una carezza o uno sguardo. Ricordo quanti di loro come delle forze dell’ordine, dei farmacisti, operatori di carita’ hanno perso la vita per motivo del servizio, continuando ad aiutare nell’emergenza. Essi sono tra i giusti che ascoltano quelle tenere parole di gratitudine di Dio: ero malato e sei venuto a visitarmi, prendi parte alla gioia che non finisce”.
Siamo nella casa di Francesco
“Ecco oggi siamo nella casa di San Francesco, Patrono del nostro Paese, a ricordare, a ringraziare ma anche a scegliere perche’ non vogliamo dimenticare ‘le lezioni della storia’, e da queste vogliamo cambiare, scegliere – ha sottolineato , quindi citando la ‘Fratelli tutti’ di papa Francesco: “Voglia il Cielo che alla fine non ci siano piu’ ‘gli altri’, ma solo un ‘noi’.
Che non sia stato l’ennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di imparare”.
Tutti concorrano all’interesse dell’Italia
“Se ne esce solo insieme! Le difficolta’ non sono affatto finite. Lo vediamo drammaticamente nel mondo e nel nostro Paese. Affidiamo l’Italia all’intercessione del nostro Patrono. Sostenga, in un momento cosi’ decisivo, l’amore politico e di servizio alla casa comune, perche’ nella necessaria diversita’ tutti concorrano all’interesse nazionale, indispensabile per rafforzare le istituzioni senza le quali nessun piano puo’ essere realizzato e per affrontare delle spine cosi’ grandi”. Cosi’ il card. Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, nella messa ad Assisi per la festa di San Francesco.
Difendere anziani, giovani, ambiente, vita , maternità
“Fratelli tutti, ad iniziare dai piu’ fragili, come gli anziani, che sono una risorsa e non un peso, che vanno protetti a casa dove conservano tutte le loro radici e ci aiutano a trovarle”, ha detto il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, nella messa ad Assisi per la festa di San Francesco.
“Fratelli tutti che guardano al futuro, lo desiderano per gli altri lottando contro il precariato dei giovani, dando loro fiducia e sicurezza perche’ possano dimostrare le loro capacita’ senza paternalismi insopportabili”, ha proseguito. “Futuro che chiede rispetto dell’unica casa, dell’ambiente, perche’ possiamo continuare a cantare la bellezza del creato”, ha aggiunto il porporato e arcivescovo di Bologna.
La nostra comunità è forte
“Curiamo le ferite profonde nascoste nelle pieghe della psiche, con la competenza professionale ma anche tessendo comunita’ e fraternita’ che donano sicurezza e fanno sentire protetti e amati”, ha esortato. “La nostra comunita’ e’ forte, ha tanta storia e umanita’, per essa nessuno e’ straniero e insieme si trova il futuro che tutti desiderano – ha concluso Zuppi -. Viviamo la benedizione che sempre e’ la vita, la sua bellezza perche’ sia anche appassionante trasmetterla e donarla, garantendo la grandezza della maternita’”
L’Europa sia all’altezza, il mondo non si rassegni alla guerra
“Il nostro Patrono, uomo universale – continua Zuppi – aiuti l’Europa a essere all’altezza della tradizione che l’ha creata e il mondo intero a non rassegnarsi di fronte alla guerra. Lui, amico di tutti, ci aiuti a sconfiggere ogni logica speculativa, piccola o grande, anonima e disumana, perche’ ogni speculazione e’ una forma di sciacallaggio che aumenta le ingiustizie e crea tanta poverta’. E mi sembra che non manchi”.
Il lupo terribile della guerra sia addomesticato
“Con San Francesco -dice Zuppi nell’omelia – crediamo che il lupo terribile della guerra sia addomesticato e facciamo nostro l’accorato appello di Papa Francesco indirizzato certo ai due presidenti coinvolti direttamente, un aggressore e un aggredito, ma anche a quanti possono aiutare a trovare la via del dialogo e le garanzie di una pace giusta”, lo ha detto il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nella messa ad Assisi per la festa del Patrono d’Italia. “Come San Francesco tutti possiamo essere artigiani di pace – ha aggiunto -. Ecco la luce della lampada che l’Italia intera accende oggi con il suo Patrono, perche’ tante luci rendano umana e fraterna questa nostra unica stanza che e’ il mondo”. “Grazie San Francesco, prega per noi, per l’Italia e per il mondo intero. Pace e bene”, ha concluso Zuppi.