Casa Miriam, un appartamento attrezzato, nasce per accogliere i malati oncologici e familiari non residenti che necessitano cure presso l’ospedale “Mons. Dimiccoli” di Barletta. Promossa dall’Organizzazione di volontariato “Buon Samaritano”, rappresenta l’avvio concreto di un desidero di don Salvatore Mellone, presbiterio diocesano, deceduto prematuramente il 29 giugno 2015 all’età di 38 anni a causa di una neoplasia, dopo 74 giorni vissuti da presbitero. Egli lungo il cammino della sua malattia maturò la consapevolezza che la vita del malato nel corpo e nello spirito è comunque una vita che va amata, accolta, curata. Di qui l’idea di una struttura quale contributo per realizzare questo ideale maturato dal sacerdote.
Ma chi era Don Salvatore Lacrime e applausi, alla prima Messa in diretta da casa sua. Una forza più grande del tumore che lo ha colpito. Una malattia combattuta per cinque anni con un cuore grande, aiutato dalla vocazione religiosa e dalle esperienze di vita che lo hanno visto anche giornalista e poeta. Il seminarista 38enne di Barletta, Salvatore Mellone, ha accolto tra le lacrime il ministero del presbiterato, concessogli al termine di un rito celebrato presso la sua abitazione. «Voglio restituire a Dio l’amore sconfinato che ho ricevuto nella mia vita, ricca e semplice, al di là del dolore comune a tanti e delle miserie personali». Salvatore aveva manifestato all’arcivescovo il desiderio di poter coronare il suo cammino vocazionale con l’ordinazione presbiterale, anche per un solo giorno. Il suo sogno è stato realizzato e don Salvatore, come promesso al telefono a papa Francesco ha dedicato proprio a lui la sua prima benedizione. Salvatore Mellone nasce a Barletta il 7 marzo del 1977. La sua vita di bambino trascorre serenamente nella città di Valenzano in provincia di Bari, con mamma Filomena e papà Giuseppe e più tardi nel 1978 arriva anche sua sorella Adele. Qui frequenterà i primi due anni di scuola elementare. E Dio comincerà a parlare al suo cuore. Dopo circa 8 anni, nel 1985, la famiglia si trasferisce a Barletta, città nella quale vivrà per sempre. Terminato il ciclo della scuola media si iscrive al Liceo Scientifico Statale di Barletta, ora Carlo Cafiero. Proprio in questi anni Dio si fa presente nella sua vita attraverso la necessità di ricevere il sacramento della Cresima. Così sua madre Filomena lo iscrive al catechismo presso la Parrocchia Santa Maria degli Angeli, dove con altri amici, viene inserito in un gruppo di recupero, poiché non aveva frequentato gli anni precedenti. Da qui comincia il suo cammino di fede. Tra divertimenti, veglie di preghiera e campi scuola Dio bussa ancora più forte alla sua porta: ma ancora non è il momento giusto.
Terminati gli studi liceali, nel 1996, Salvatore si iscrive alla facoltà di Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Bari, dove completa il ciclo degli esami non conseguendo la laurea perché sente che quella non è la sua vita. Passano gli anni e tra studi, fede e fidanzata sente che la sua vita non è vissuta pienamente. Si dedica alla formazione catechetica di tanti giovani e ragazzi che avvicinerà ai sacramenti. In tutti questi anni c’è un punto fermo oltre a Dio e al suo impegno parrocchiale, la scrittura: Salvatore scrive, scrive sempre in ogni luogo e in ogni circostanza. Porta sempre con sé un blocchetto sul quale annota tutto ciò che prova, immagina, sente. Così nel 2009 pubblicherà il suo lavoro di poesie Le scaglie intorno per la casa editrice Albatros–il Filo. Nel giungo 2014, al termine del secondo anno di formazione, a 37 anni, la malattia si affaccia alla sua vita: neoplasia all’esofago. Teme che il cammino di formazione possa interrompersi dopo questa diagnosi. Ma grazie all’arcivescovo Giovan Battista Pichierri e a tutta l’équipe del seminario, Salvatore può continuare il suo percorso a casa tra cure e preghiera: è ancora un seminarista! Sostiene tutti gli esami e a ottobre dello stesso anno, in piena malattia, in accordo con mons. Luigi Renna, allora rettore del seminario, si dedica, accompagnato dal suo padre spirituale don Mimmo Minervini, agli esercizi spirituali propedeutici per l’ufficiale richiesta all’Ammissione agli Ordini Sacri. Richiesta che sarà accolta dell’arcivescovo: e così il 26 dicembre 2014 presso la parrocchia del Santissimo Crocifisso farà questo passo per lui così fondamentale
Un periodo segnato però dalla fine del rapporto con la storica ragazza, ma che permette a Dio di avvicinarsi sempre di più alla sua porta. Salvatore comincia ad aprirla, ma non è ancora il momento giusto, perché a maggio del 2011 riceve una proposta di lavoro a Bolzano presso l’Istituto Marcelline. Questo lavoro dura poco perché in quel momento si concretizza la certezza che Dio lo sta chiamando: perciò lascia tutto e torna a Barletta per chiedere di intraprendere il cammino sacerdotale. Dopo due anni di silenzioso e faticoso discernimento, con l’accompagnamento di don Rino Caporusso, nel 2011 all’età di 34 anni entra all’anno propedeutico presso il Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Molfetta. Intraprende questo suo viaggio con un solo bagaglio: l’amore per Dio. Nel settembre 2012 entra al primo anno di formazione presso lo stesso seminario. Due anni intensi e ricchi di esperienze! Nel 2013 con il suo amico e compagno di seminario, Vincenzo de Gregorio, pubblica il suo secondo lavoro dal titolo L’Umanità libera sorride a Dio – Agorà e Parola per la casa editrice Tau. Nel giungo 2014, al termine del secondo anno di formazione, a 37 anni, la malattia si affaccia alla sua vita: neoplasia all’esofago. Teme che il cammino di formazione possa interrompersi dopo questa diagnosi. Ma grazie all’arcivescovo Giovan Battista Pichierri e a tutta l’équipe del seminario, Salvatore può continuare il suo percorso a casa tra cure e preghiera: è ancora un seminarista! Sostiene tutti gli esami e a ottobre dello stesso anno, in piena malattia, in accordo con mons. Luigi Renna, allora rettore del seminario, si dedica, accompagnato dal suo padre spirituale don Mimmo Minervini, agli esercizi spirituali propedeutici per l’ufficiale richiesta all’Ammissione agli Ordini Sacri. Richiesta che sarà accolta dell’arcivescovo: e così il 26 dicembre 2014 presso la parrocchia del Santissimo Crocifisso farà questo passo per lui così fondamentale.
La malattia, inesorabile, lo sta provando duramente. Non terminare il suo percorso vocazionale, non ricevere l’ordine presbiterale sarebbe stato per lui una grande sofferenza, ma di una cosa Salvatore è convinto «Ci penserà Dio ad ordinarmi e farmi presbitero». La grazia di Dio ancora una volta si fa presente nella sua vita e la mattina dell’11 aprile 2015, mosso da grande gioia e senso di inadeguatezza, rompe ogni indugio e telefona all’arcivescovo il quale accoglie questa sua richiesta: essere ordinato presbitero in anticipo sui tempi canonici. Così, sempre in accordo con l’équipe formativa del seminario, si procede alla richiesta dell’anticipata ordinazione che sarà preceduta dal conferimento del ministero del lettorato e accolitato il 14 aprile, del diaconato il 15 e del presbiterato il 16 aprile. «La gioia ha un peso specifico totalmente diverso dal dolore, il male sulla bilancia non pesa come il bene. In tanti ci fanno credere il contrario, ma non è così poiché, anche nel buio più assoluto del patire, sorge come da una fontana zampillante il desiderio, fisico, corporeo e spirituale, di mutare il pianto in sorriso.
Salvatore è presbitero! Con queste parole pronunciate da monsignor Pichierri durante la celebrazione eucaristica esplode la gioia contenuta ma piena di Salvatore. Cominceranno i suoi giorni da presbitero per grazia di Dio. Nella «casa cattedrale», definita cosi dall’Arcivescovo, celebrerà 59 Messe in 74 giorni di sacerdozio. Alcuni amici preti registrano le sue omelie, ben 41, grandi scelte apportatrici di frutti per una civiltà dell’amore». Durante il suo ultimo ricovero presso il Policlinico di Bari, nel maggio 2015, non potendo celebrare, esercita comunque il suo ministero tra gli ammalati. Il 2 giugno ancora tanta grazia nella sua vita: celebra il Battesimo della piccola Jennifer Davanzante. Questo scricciolo di bambina ha donato a Salvatore una gioia di inestimabile valore. Da quel momento la malattia sarà sempre più devastante. Ma continuerà, aiutato da tanti sacerdoti confratelli, a celebrare l’Eucarestia. L’ultima celebrazione eucaristica sarà quella del 26 giugno 2015. Il 29 giugno 2015 continuerà a celebrare con Dio per sempre.
«Grazie Salvatore per averci donato la tua testimonianza. Grazie per la tua determinazione, che non è stata affatto ostinazione. Grazie per averci raccontato, non con la penna, visto che eri anche giornalista, ma con la vita, una “prospettiva altra: quella di un amore caritatevole che ci abbraccia”. Grazie! Siamo certi che la tua sofferenza e il tuo sacerdozio non sono stati vani». Così l’arcivescovo Pichierri ai funerali di Salvatore, celebrati nella sua comunità parrocchiale, il Santissimo Crocifisso in Barletta, ha concluso la sua omelia. «Si sente molto la responsabilità, perché comunque il ministero presbiterale ci chiama a essere testimoni veri di Cristo: questa testimonianza fin quando c’è la gioia, fin quando c’è questa grande carica di misericordia che ti arriva da Dio, ti fa stare bene». Anche nella malattia e nella sofferenza. Salvatore – ha raccontato monsignor Pichierri – «mi aveva confidato: “quanto desidererei che il Signore mi desse la forza di celebrare una sola Messa in parrocchia…”. Questo non gli è stato concesso, perché non poteva muoversi da casa: ha potuto celebrare la Messa solo in casa per 50 giorni, perché negli altri giorni non se la sentiva…». Anche qui sono le parole di don Mellone ad aiutarci a capire quelle che lui chiamava “incongruenze umane”: «Io penso che, man mano che si va avanti proprio nell’affrontare la malattia, giorno per giorno, la malattia non è mai uguale, non è mai la stessa. Ti accorgi che, nonostante la difficoltà, puoi andare avanti, c’è la speranza, c’è la bellezza di un qualcosa di molto più grande di noi. Questo qualcosa molto più grande di noi si chiama Dio». Cosa ci ha insegnato Salvatore? A dare la propria vita fino in fondo, anche quando il dolore sembra togliere senso alle cose. «Salvatore – confidava monsignor Luigi Renna, allora rettore del Pontificio Seminario Regionale Pugliese, frequentato da Mellone – insegna che l’essenziale del sacerdozio è la profonda unione al mistero di Cristo, non importa quanto si possa fare: già il dolore è un agire che ha un senso nel mistero pasquale».
Oggi a Barletta si è realizzato il suo desiderio con Casa Miriam, la struttura è ubicata in Via Benucci,6 e mira a donare ristoro a chi affronta le difficili cure oncologiche. I volontari offriranno il loro servizio cercando di accompagnare con cura, calore e amore chiunque alloggerà presso la struttura. I servizi che l’Associazione offre sono: accompagnamento, cucina, accoglienza. Si cercherà di offrire una collaborazione amorevole tra i volontari e gli ospiti. L’Associazione collaborerà con i reparti di radioterapia, ematologia e oncologia dell’ospedale Dimiccoli di Barletta. In accordo con i primari e nello
spirito di cooperazione, gli operatori sanitari ci indicheranno i pazienti e le terapie da loro affrontate, questo permetterà un’accoglienza personale e attenta.
(Tratto Da “Come seme che germoglia, Sacerdoti nella Malattia” di Vittore De Carli, Libreria Editrice Vaticana)