Il ‘cimiterino’ interreligioso, cioè aperto a sepolture che rispettano credi e confessioni religiose diverse fra loro, “si può fare e si potrebbe fare così”. Lo ha disegnato e ‘immaginato’ un un gruppo di studenti di Architettura dell’Università di Bologna, insieme ai loro docenti, che nei giorni scorsi ha presentato una prima traccia, una ‘visione’ diciamo, al Comune di Ozzano Emilia, in provincia di Bologna, che si è detto interessato alla realizzazione.
Il piccolo cimitero di San Pietro
E infatti è proprio a Ozzano, nel piccolo cimitero di San Pietro poco fuori dal paese,che il cimitero potrebbe nascere, dopo aver restaurato e riorganizzato gli spazi, in parte conservando le strutture esistenti in parte predisponendo elementi nuovi legati alla presenza di sepolture di più confessioni. L’esempio più banale? L‘orientamento verso la Mecca dei defunti musulmani. Ma si pensa anche a un’area dove piantare alberi e consentire di associare ogni pianta alle ceneri di un caro estinto.
L’idea nasce a due genitori dopo la perdita del figlio
L’idea originale arriva da un Comune ‘vicino’: quello di Pianoro dove una coppia di genitori, dopo la perdita di un figlio, aveva individuato un’area dove realizzare questo cimiterino che sarebbe il primo nel suo genere e darebbe risposta a un tema sentito da varie religioni. Poi è emersa la disponibilità di verificare la praticabilità del progetto a Ozzano: e così gli studenti di Architettura hanno prima partecipato a un ciclo di incontri estivi sui concetti di sepoltura e sul culto dei morti di differenti credi e culture. Poi sul campo, con gli strumenti ‘del mestiere’ hanno studiato l’area e come trasformarla. Appunto arrivando a dire che “il cimiterino interreligioso si può fare e si potrebbe fare così” dice il docente di restuaro Andrea Ugolini. Domani la proposta verrà esposta all’amministrazione di Ozzano in un evento online.
LE IDEE ‘VISIONARIE’ DI FUTURI ARCHITETTI
Più avanti, spiega Ugolini alla ‘Dire’, ci sarà una presentazione dell’idea che coinvolgerà le varie confessioni religiose. Ma, volendo, le basi per partire già ci sono: “La nostra è una visione, frutto di un percorso in cui degli architetti guidano giovani che vogliono diventare architetti”, dice Ugolini. L’obiettivo? “Dare concretezza a un’idea di comunità accogliente e aperta alle altre culture partendo dalla risignificazione e dal restauro di un piccolo cimitero abbandonato” a Ozzano. Non è un progetto fatto e finito dunque, ma ci va molto vicino. Si fonda su idee di studenti “che magari possono scontare l’inesperienza, ma hanno sicuramente un tratto visionario. Siamo abbastanza contenti di questo lavoro fatto” assieme ai docenti Matteo Agnoletto (si occupa di composizione architettonica) e Filippo Piva (paesaggista).
“UNO SPECIALE LUOGO DI PACE E BELLEZZA”
Il cimiterino per defunti di fedi diverse “non è un’utopia, ma- specifica Ugolini- un’idea che ora si basa su una visione e delle riflessioni” che potranno avere uno sviluppo. Anni fa nel Comune di San Piero in Bagno, ricorda Ugolini (coinvolto anche in quell’esperienza) ci fu un percorso simile per alcuni spazi aperti che l’amministrazione usò per un concorso di idee sfociato in un’effettiva trasformazione. Sul cimiterino l’operazione è la stessa: si indica cosa restaurare, cosa conservare, come disporre gli spazi… “Una sollecitazione per dire ‘si può fare’. Sarebbe un’occasione: è una strada difficile da aprire, ma se trova un’amministrazione lungimirante potrebbe avviare un’innovazione, noi diciamo come”. Cioè, riassume il sito di Architettura dell’Ateneo, come “dare nuovo senso e significato a questo speciale luogo di pace e bellezza secondo una visione ecumenica, interreligiosa e laica unanimemente condivisa conservando segni del tempo e della natura impressi sui manufatti che ancora oggi lo caratterizzano”. (Agenzia DIRE)