Il 19 marzo del 1987 Giovanni Paolo II in uno dei suoi 146 viaggi pastorali in Italia, si recò anche la città portuale di Civitavecchia. Il Papa visitò porto, centrale Enel, carcere, parlò ai giovani: sette discorsi in un solo giorno. A trentacinque anni dalla storica visita a Civitavecchia, la città vuole ricordare San Giovanni Paolo II. E lo ha fatto proprio il 19 marzo 2022, attraverso la cerimonia di intitolazione al Papa del Molo del porto. Monsignor Gianrico Ruzza, Vescovo della Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia, ha benedetto la targa posta all’ingresso della banchina in ricordo del Santo Padre. “Un uomo che ha cambiato la storia del ‘900 – ha detto di Giovanni Paolo II presidente del Porto Pino Musolino – momenti come quello di 35 anni fa vanno ricordati e celebrati”.
Non dimenticare Giovanni Paolo II
Va detto anche che il comune di Civitavecchia ha deciso di dedicare a san Giovanni Paolo II una delle piazze della città. L’iniziativa di ricordare il Santo Pontefice attraverso l’intitolazione dei luoghi pubblici della città nasce “dal basso”, cioè come iniziativa dei cittadini stessi. Ne ho parlato con una di queste persone, Alessandro Scotto, che lavora nel porto della città di Civitavecchia, settore crociere, e allo stesso tempo è fondatore e presidente di un Associazione chiamata “Civitavecchia2000”, impegnata da circa 12 anni nel volontariato, nel campo caritativo.
Chi era per te Giovanni Paolo II?
Giovanni Paolo II per i giovani era un punto di riferimento, ha dedicato tutta la sua vita per incentivare i giovani a seguire la croce. Aveva posto al centro del suo pontificato la missione di far crescere la fede della gente e il loro amore per Dio. Con la sua malattia ha dimostrato grande forza e tenacia cercando di far sentire, malgrado tutto, la sua costante presenza ai giovani.
La tua gioventù coincide con la fase finale del pontificato di Giovanni Paolo II. Come veniva visto da giovani italiani questo Papa anziano che era già segnato dalla malattia?
Giovanni Paolo II per me è stato un esempio su come affrontare le avversità che la vita ti pone sul cammino, è stato un faro che mi ha guidato sulla strada dell’amore per Dio e Maria. Anche se non avevo la possibilità di conoscerlo personalmente, per me era una presenza costante e vicina.
Invece che cosa significava il pontificato di Giovanni Paolo II per l’Italia, di cui era Primate, con i suoi 146 viaggi in tutto il Paese e le visite in più di 300 parrocchie di Roma?
La risposta a questa domanda si può trovare nelle immense folle che lo acclamavano durante i suoi viaggi e durante le varie celebrazioni in Vaticano. Ma Giovanni Paolo II ha lasciato un segno indelebile non soltanto nei cuori della gente ma anche nei libri di storia perché ebbe tanta influenza sulla vita del nostro Paese.
Ti stai impegnando in una particolare campagna: commemorare san Giovanni Paolo II. In che cosa consiste questa iniziativa e quali sono i risultati?
Ho pensato che le città e i paesi di ogni angolo d’Italia dovessero avere una via intitolata a san Giovanni Paolo II, per commemorare un grande personaggio che era, sia come guida spirituale, sia come personaggio storico aldilà del credo religioso. Purtroppo allo stato attuale non sono state intitolate abbastanza vie, anche a causa della mancata collaborazione da parte della politica. Stiamo proponendo in varie città di realizzare questo progetto, sperando nella più grande collaborazione degli ambienti politici, compreso il governo.
Nella mia città, superando tutte le difficoltà, abbiamo intitolato un molo del porto al Papa Santo ed una piazza. Abbiamo progettato anche la realizzazione di una statua di Giovanni Paolo II che verrà posizionata davanti alla cattedrale di Civitavecchia.
Quali sono reazioni alle tue proposte?
Abbiamo riscontrato con la pagina Facebook un grande consenso, anche da persone non credenti che riconoscono la grandezza dell’operato di Giovanni Paolo II. La sua figura si è rivelata decisiva sia nella vita di tante persone, sia nella storia del mondo.
In questa tua missione sei da solo o collabori con altre persone?
Da solo sarebbe impossibile affrontare questa battaglia, ma durante questo cammino, che è durato tre anni circa, mi si sono affiancate molte persone le quali sono state decisive nel compiere in piccolissima parte questo progetto. In ogni caso finché potrò impiegherò la mia vita per onorare la memoria di questo grande e santo Pontefice che era Giovanni Paolo II.(ACI Stampa).
Wlodzimierz Redzioc per il settimanale “Niedziela”