Il commento al Vangelo di domenica 26 marzo di don Giulio Dellavite.
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, colui che tu ami è malato». Gesù disse: «Questa malattia è per la gloria di Dio affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando arrivò, Lazzaro era già da quattro giorni nel sepolcro. Marta gli andò incontro: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio». Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Vieni a vedere!». Scoppiò in pianto. Dissero i Giudei: «Guarda come lo amava! Lui che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva far sì che non morisse?». Gesù, ancora commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro era stata posta una pietra. Disse: «Togliete la pietra!». Rispose Marta: «Signore, manda cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero la pietra. Gesù alzò gli occhi: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Lo sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». E gridò: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende e il viso avvolto dal sudario. «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti alla vista di ciò che aveva compiuto, credettero in lui.
Il commento al Vangelo
Quando Gesù decide di andare da Lazzaro è ormai tardi. Lazzaro è già morto. Possibile che non c’è mai quando serve? Come mai Dio arriva sempre in ritardo sulle nostre attese e i suoi interventi sono sfalsati rispetto alle nostre esigenze? Dio risulta sempre colpevole di “omissione di soccorso”. Marta, Maria, la gente dicono a Gesù la stessa cosa: “Signore, se tu fossi stato qui…”. Lo stesso diciamo noi. È il rimprovero amareggiato di un’aspettativa delusa. A Gesù non importa che il morto sia “di quattro giorni”, ciò che interessa a lui è che la mia voglia di vita sia “di oggi”. L’essenziale cioè è che il profumo della mia speranza vinca i cattivi odori che ammorbano il cuore, la testa, la realtà. Questo diventa possibile attraverso 3 azioni molto spicce che lui chiede ai suoi compaesani allora e a noi oggi: Togli la pietra! Vieni fuori! Sciogli le bende e lasciati andare!
Aladin
Questo mi ha fatto pensare, tra i personaggi delle favole, a Aladin, un incrocio di storie sepolte da macigni. Il ladruncolo Aladin si ritrova bloccato nella buia caverna dove è spinto ingannato dal finto zio mago. Per Jasmin, la figlia del sultano, il palazzo è una prigione. Il Genio è rinchiuso nella lampada, mal ridotta e ammaccata. Riscopriamo il Crocifisso come un grande specchio. Mettendoci davanti a lui ritroviamo il volto della nostra anima. Osservare il Cristo ci fa guardare in faccia a noi stessi. Il primo passo è “togli la pietra!”, è iniziare con coraggio a spostare qualche masso che impedisce di vivere e nasconde sotto le macerie la verità della propria preziosità. La caverna delle meraviglie dice: “Chi osa disturbare il mio riposo?”. “Ehm, sono io, Aladin, un umile ladro”.“Ti avverto, soltanto uno può entrare qui, colui che cela in sé il proprio valore: un diamante allo stato grezzo”. Il secondo passo è “vieni fuori dalla buca!”. Esci dall’ombrosità! Esci dal sentirti finito! È ora di amarti, è ora di accorgerti della vita, è ora di gustare la vita! Aladin raduna le forze e urla: “Chiunque tu sia, farmi uscire di qui per abbracciare la luce, se ne hai il potere”. Il terzo passo è “sciogli le bende e lasciati andare!”. Quante volte siamo legati, bloccati, mummificati da bende che sono passività, rassegnazione, scoraggiamento, delusione. Il Genio dice alla fine: “Ti resta ancora un desiderio: devi solo chiedere e sarai di nuovo principe”. Aladin gli risponde: “Non posso fingere di essere quello che non sono. Genio, voglio che TU sia libero.” Anche in noi c’è un “genio”, c’è una potenza infinita che chiede di essere liberata, rivitalizzata, ridata alla luce. È quanto Gesù compie con Lazzaro, insegnando che “morte” non è il contrario di “vita”, ma solo di “nascita”. La parola “vita” non ha contrario: “Io sono la vita” dice Gesù. Male, morte, pietre, bende, tenebre non hanno l’ultima parola. Aladin significa in arabo “nobiltà coraggiosa della fede”. È la possibilità di svegliarci alla vita. Non è mai tardi. È sempre l’ora giusta. Però… tirati fuori dalla buca!