Il commento al Vangelo di oggi, domenica 30 aprile, di Don Giulio Dellavite.
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo Gesù disse: «In verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse. Le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse: «In verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Il commento al Vangelo
“Non serve a niente una porta chiusa: la tristezza non può uscire e la gioia non può entrare”. Luis Sepulveda, poeta cileno, fa da eco alle parole di Gesù: “Io sono la porta, perché abbiate la vita in abbondanza”. Gesù non dice “una” porta, ma LA porta, e LA porta per eccellenza è quella di casa. Quante volte, mettendo la mano su una maniglia per entrare in ambienti diversi, abbiamo il desiderio inconscio che quello spazio ci faccia sentire “come a casa”. La riprova è che quando torni da un viaggio, puoi essere stato anche in lussuosi hotel in posti incantati, il riaprire la porta di casa ti dà una sensazione unica, viene spontaneo respirarne l’aria e sentirne il profumo perché ti senti aspettato, accolto, sicuro, arrivato. Il digitale ha talmente tante porte da non avere più muri. Con un “touch” sei nella tua stanza e insieme sei altrove, sei in ogni parte del mondo reale, spaziale, virtuale, sei nel presente, nel passato, nel futuro. Tante porte senza muri, però, rendono vagabondi e ci si trova infreddoliti sotto i portici di un villaggio globale dove sono sempre di più le connessioni e i contatti, gli urti e gli scontri, ma sempre meno le relazioni e i dialoghi. La personalità si riduce a account auto-costruito per apparire. Gli spazi vitali sono profili social, vetrine senza magazzino.
La porta della casa
Le storie da raccontarsi diventano post che rullano tra i like. Il cibo diventa immagine, bello ma senza gusto e profumo. Ci si ritrova paradossalmente in una “rete” (appunto!), soli e prigionieri, con tante finestre aperte ma senza uscita. Ritroviamo LA porta della casa della vita, dove abitare difendendo i nostri valori da tanti ladri di tempo e di speranza, difendendo l’intimità da chi scavalca limiti, confini, steccati, difendendo i sogni da mercenari che ci vendono illusioni. La porta di casa aperta è come un sorriso: accende il cuore. La porta di casa se è violata o scassinata è un trauma. La porta di casa ad ogni partenza consegna un ritorno. La porta di casa dischiude protezione. La porta di casa fa spogliare da maschere e armature. La porta di casa impreziosisce specificità, unicità, spontaneità. La porta di casa protegge dalle tempeste. La porta di casa fa entrare aria fresca e vince l’odore di muffa. La porta di casa identifica i legami più intensi (“sono io”). La porta di casa custodisce le parole e i silenzi più densi. La porta di casa rende liberi e adulti quando ne hai le chiavi. La porta di casa diventa ospedale per le ferite. La porta di casa diventa chiesa per le invocazioni segrete. La porta di casa diventa palestra per i muscoli della coscienza.
Uno stile di essere
La porta di casa diventa università per lezioni di sussistenza. La porta di casa diventa banca per custodire tesori preziosi. La porta di casa diventa laboratorio per costruire e aggiustare. La porta di casa diventa centrale di energie ricaricanti. La porta di casa sbatte per svegliarti. La porta di casa chiude il buio alle spalle. La porta di casa accoglie chi e cosa aspetti e sogni. La porta di casa segna il passaggio dall’io al tu. La porta di casa ti mette in questione. La porta di casa ti fa uscire verso il mondo. La porta di casa tu fa entrare dentro il cielo. La porta di casa è così. La vita abbondante è così. Gesù è così. Chi ama fa così. E per noi può diventare uno stile di essere.