Il commento al Vangelo della domenica di Don Giulio Dellavite, 12 febbraio.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».
Il commento al Vangelo
Ma io vi dico… ripete Gesù più volte nel Vangelo di oggi. In questi giorni ho trovato un post che fa da eco a questo “ma”.
La congiunzione avversativa “ma”
“La vita mi ha fatto scendere delle lacrime… MA non è riuscita a cancellarmi il sorriso. La vita mi ha spezzato il cuore… MA non è riuscita a succhiarmi via l’anima. La vita mi ha rubato molte speranze… MA non riesce a togliermi i miei sogni. La vita potrà farmi apparire le rughe sul volto… MA non riuscirà a far invecchiare il mio cuore”
. Questo MA spiega quel “se la vostra giustizia non supererà” e la sua spiegazione che secondo me fa corto circuito, infatti, si elencano tre colpe enormi – assassinio, adulterio, spergiuro – ma le esemplificazioni sono esageratamente da nulla. Questa in realtà è la genialità del Vangelo: si lascia rimbalzare dal “non mi riguarda” di chi si sente a posto e non si mette mai in questione nemmeno davanti al troppo, mentre fa vibrare anche la realtà più spiccia e solita per chi analizza se stesso con la lente “del regno dei cieli”. Ecco perché Gesù interpreta adirarsi come assassinare, bramare come adulterio, sminuire come spergiuro. Se guardiamo alle ferite della nostra interiorità ci accorgiamo come Gesù ha ragione: ci sono piccoli atteggiamenti quotidiani che distruggono chi li subisce e rovinano chi li compie esattamente come assassinio, tradimento, spergiuro. Possono restare nascosti, puoi pentirtene, ma non si cancellano (come assassinio, tradimento, spergiuro) perché lasciano cicatrici indelebili (come adirarsi, bramare, sminuire). Sia il tuo parlare sì, sì e no, no”, contro l’assassinare relazioni, dialoghi, legami, opportunità. Quello che secondo me è “no” giudicando gli altri, deve essere “no” anche per me. Quello che è “sì” per me, deve essere “sì” anche per gli altri. Adirarsi è spesso solo egoismo urlato.
Si’ si’, no no
“Sia il tuo parlare sì, sì e no, no”, contro l’adulterare giudizi, percezioni, impressioni, pareri. Quello che vedo come “no” negli altri, non è che forse è una parte di me che non mi piace per nulla? Quello che mi aspetto come “sì” dagli altri quanto e come io lo offro a loro? Bramare è male e fa male quando diventa manipolare. “Sia il tuo parlare sì, sì e no, no”, contro il falsificare parole dense, dichiarazioni profonde, principi essenziali. È dire no al permettere che qualcuno possa rovinare la tua pace solo perché lui non sa trovare la sua. È dire sì al prendersi per mano per cercare insieme il meglio. Sminuire è dare tutto per scontato, appiattendosi al mediocre. Assassinio, adulterio, spergiuro o adirarsi, bramare, sminuire hanno come contrario fiducia, lealtà, rispetto. La fiducia dà vita e vitalità a speranze e prospettive. La lealtà rafforza ogni legame nella buona e nella cattiva sorte. Il rispetto permette il confronto pur nella differenza di idee. Sciuparne o trascurarne una, però, le fa perdere tutte tre. “Il di più che viene dal maligno”, o tutte o nessuna, o sì o no.

Autore: Don Giulio Dellavite
Prete bergamasco, nato nel 1971, è Segretario Generale della Curia di Bergamo dal 2012 dove svolge anche il ruolo di responsabile per le relazioni istituzionali e i rapporti con la stampa. Ha pubblicato con Mondadori "Se ne ride chi abita i cieli: il manager e l'abate, lezioni di leadership all'interno di un monastero" (2019) e "Ribellarsi, la sfida di un'ecologia umana" (2021) e prima “Benvenuti al ballo della vita: la nostra vita quotidiana e il Vangelo. Collabora con la Business School LUISS di Roma nel EMBA Executive Master in Business Administration School su temi di Business Ethics, con LUM Milano School of Management nel Master "Diplomatic, Economic and Strategic Perspectives in Global Scenarios" (insegnando “diplomazia vaticana”) e con altre università come CUOA Vicenza o agenzie di formazione per imprenditori e manager. Tiene corsi o interventi specifici di motivazione per aziende o per categorie di professionisti (un esempio www.seneridechiabitaicieli.it). Ha svolto servizio in Santa Sede come Officiale della Congregazione per i Vescovi in Vaticano dal 2002 al 2012 dopo il Dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma applicando al governo della Chiesa le teorie del management, pubblicato da Treves Editore (2012) "Munus Pascendi: leadership e tutela dei diritti dei fedeli nel procedimento di un atto amministrativo" rielaborato poi con Avagliano "All'angelo della Chiesa scrivi: autorità e autorevolezza nella Chiesa". Dal 2022 è anche parroco nella periferia di Bergamo.