Il proverbio – «Morto un papa se ne fa un altro» – si addice a meraviglia a questa stagione della vita. In senso lato significa che, anche se la persona che occupa una posizione rilevante può apparirti indispensabile, appena viene a mancare non cambia chissà cosa: il vuoto che lascia, istituzionalmente, verrà prontamente sostituito. Il detto – si applica un po’ dappertutto – arriva dall’antica tradizione della Chiesa: in seguito alla morte di un Papa, attraverso un conclave la Chiesa ne elegge un altro.
Con certo stupore: vista l’importanza della carica, immagineresti tempi blibici. Invece, potenza del Mistero, nel brevissimo giro di qualche giorno si seppellisce un Papa e se ne elegge un altro: «Morto un papa se ne fa un altro». Morto il Papa Francesco, ecco il Papa Leone XIV. Non è una mancanza di rionoscenza, ingratitudine: è che la vita prosegue, la storia preme, lo spettacolo deve continuare. Lo spettacolo del Regno di Dio, in questo senso.
Cambia il Papa ma non cambia il Vangelo: quello rimane lo stesso di quel primo giorno attorno al lago, alla Croce, al sepolcro vuoto. Quello che parla del lavaggio dei piedi, della pecorella birichina amata più delle altre, del ladrone che svuota il cuore quando Cristo entra a casa sua. Del grande amore che, nel giro di una stagione, potrà diventare il tuo grande carnefice. Nessun Papa, anche se Papa, potrà manomettere i Vangeli.
La cosa stupenda, invece, è che ogni Papa ce li tradurrà rileggendoli nella propria vita e nel proprio sentire. Pascoli, Saba e Montale hanno scritto parole che nessuno potrà ritoccare: la sensibilità di un prof, però, potrà darti l’impressione che quelle parole siano diverse a come te le avevano lette altri, abbiano sfumature inedite, conducano altrove. A cambiare non è il contenuto della poesia, cambia il modo di raccontartela. E, cambiando modalità, apre fessure nuove, ordisce trame inaspettate, ti spinge laddove non eri ancora giunto. Il Vangelo non finisce mai raccontarti tutto ciò che vorrebbe!
Adesso il Vangelo (ri)vive nella stagione di Leone XIV: rimarrà lo stesso anche se, magari, Giuda andrà un po’ in soffitta per lasciare spazio a Giovanni, se la galera abbasserà un po’ le luci perchè s’accendano sulle celle di clausura, anche se si avrà più cura del figlio rimasto a casa invece che di quello andato a prostitute. È lo stesso Vangelo, catturato da postazioni diverse. Non c’è mistero più affascinante di quello cristiano: passa tutto, passano anche i Papi, ma a non tramontare mai sono quelle parole che, se vorrai, mai ti lasceranno per strada. (Sulla strada di Emmaus).