Fu una di quelle giornate che sembrano sorgere apposta per restare appesi al sole, mossi dal vento, come un cesto di bucato appena fatto. Celebrata la festa dell’Ascensione di Gesù al Cielo, ecco mantenuta la promessa: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perchè rimanga con voi per sempre». La premura di Cristo, dunque, è che l’uomo e la donna non abbiano a soffrire della solitudine inutile e dannosa. Che non abbiano a patire dei pericolosissimi vuoti di memoria appena si troveranno da soli, fisicamente, a portare avanti dentro la storia l’avventura umana e cristiana: «Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto».
Si guardarono nel volto, gli Undici rimasti chiusi nel cenacolo appena fatto rientro a Gerusalemme, e al librarsi dello Spirito su di loro quasi si dissero l’uno l’altro: “Si è alzato appena un pò di vento: credo proprio ti sia andato a finire un sorriso negli occhi”.
Un po’ prima appena, sembravano navi ormeggiate al sicuro dentro il porto (senz’acqua) di Gerusalemme: il tempo che Cristo arrivasse in Cielo, e il Padre mantenesse la promessa di liberare il suo Spirito come regalo agli amici del Figlio, e quelle barche di umani si resero conto che le barche non sono fatte per rimanere nel porto ma per avventurarsi in mare aperto. Quand’arrivò, dunque, la ciurma di amici ebbe l’impressione di essere dei navigatori in attesa proprio di questo: di un vento – più burrasca che refolo – che li spingesse al largo, senza la paura d’affondare nuovamente. Un soffio di vento, eccolo: e fu primavera.
Il vento non fa discriminazioni: tocca tutto e tutti. Eppure nessuno vede mai il vento passare. Quando gli alberi chinano il capo, però, vuol dire che il vento è in fase di transito, che il vento sta passando sopra i nostri cuori: «Il vento è un cavallo: senti come corre per il mare, per il cielo. Vuole portarmi via: senti come percorre il mondo per portarmi lontano» (P. Neruda). C’erano delle carrozzerie, delle belle carrozzerie, di umani nel cenacolo: la più bella delle carrozzerie, però, senza la benzina non si sposta di un millimetro. Quando la promessa si avverò – questa misteriosa forza d’amore che li mise soqquadro – più nessuno resistette al desiderio d’andare nel mondo ad annunciare la Buona Notizia della salvezza.
Il vento non bastò, però. Loro ci misero le vele: le aprirono, accettarono di buon grado che si gonfiassero, si gettarono su direzioni fino allora impensabili, quasi impossibili: qualcuno andò a finire sulle graticole fumanti come degli arrosticini, altri finirono impalati come il Maestro su legni d’infamia, altri ancora sentirono la bava dello sputo lisciare loro la barba. Altri, per la cronaca, furono fischiati dall’intelligenza del tempo. Qualche volta, addirittura, sembrò loro che non ci fosse più la benzina del vento a sospingerli.
Lo Spirito, in quegli attimi fastidiosi della solitudine, fece loro da promemoria sulla presenza perpetua del Cristo in loro. E si tornò a navigare: «Conosco un posto nel mio cuore dove tira sempre il vento» scrisse Lucio Dalla. Poi è anche vero che nessun vento sarà mai favorevole per chi avrà perduto il desiderio di navigare. Nessun vento cancellerà mai la libertà.
La Chiesa, quel giorno, nacque così: da un’eredità di vento ricevuta come dono dopo la partenza di chi – il Cristo – la Chiesa l’aveva immaginata, sognata e organizzata. Poi, salito al Cielo, affidò agli amici questo suo sogno d’esserci in una forma diversa da prima. Con una percentuale di rischio ancora superiore: se prima il mondo poteva credere o non credere che fosse davvero Figlio di Dio, d’ora innanzi il mondo si domanderà sempre più se una Chiesa così sia davvero quella Chiesa che Gesù voleva. Nel frattempo delle dispute, Padre e Figlio continuano a soffiare il vento dello Spirito. Vento che non avrà mai bisogno di aggrapparsi a nessuno: «Così è di chiunque è nato dallo Spirito» (Gv 3,8). Per rispetto della libertà di scelta va detto che rimane, comunque, la possibilità di mettere su le doppie finestre per ripararsi dal vento. (Sulla strada di Emmaus).