Ieri è morto il Papa emerito, Benedetto XVI. “Gesù, ti amo”, le sue ultime parole. Tutto il mondo ha ricordato la sua figura gigantesca. Pastore coraggioso è stato uno dei massimi teologi del cattolicesimo. Ha illuminato il cammino di milioni di credenti. Tutti sanno che non c’è stato un papa, nell’epoca moderna, che abbia avuto l’importanza teologica di Ratzinger. Bisogna risalire a San Leone Magno, ma si parla di quindici secoli fa. Il Papa emerito, i cui funerali si celebreranno il 5 gennaio e saranno presieduti da Papa Francesco, è stato un grande teologo e biblista. Anche da Papa ha dedicato molto tempo a scrivere su Gesù di Nazareth. Ha affrontato i nodi principali della fede cristiana nella prospettiva di oggi e ha saputo esprimere il valore del Cristianesimo per il nostro tempo. Aprì alla Chiesa del futuro senza snaturarla, ha detto il cardinal Ruini.
I funerali di Benedetto XVI
Per sua stessa volonta’, i funerali del Papa emerito Benedetto XVI dovranno svolgersi “nel segno della semplicita’”, quindi saranno “solenni ma sobri”. Tutto il protocollo sara’ in qualche modo semplificato, rispetto alle esequie di un “Papa regnante”. Ma anche se non era piu’ un capo di Stato, e se la procedura della “sede vacante” si e’ gia’ svolta all’epoca della rinuncia nel febbraio 2013, Joseph Ratzinger, benche’ ‘dimissionario’ e’ pur sempre stato Pontefice, e sicuramente papa Francesco intende rendergli gli onori dovuti.
Un unicum nella storia
Questi funerali restano comunque un ‘unicum’ anche dal punto di vista procedurale, non essendosi mai svolte le esequie per un Papa emerito, per di piu’ rimasto a vivere in Vaticano: non certo per gli altrettanto dimissionari Celestino V nel 1294 (morto poi nel 1296) e, l’ultimo prima di Benedetto, Gregorio XII, quasi seicento anni fa, nel 1415 (morto nel 1417). Benedetto XVI, è salito al Cielo nell’ultimo giorno di un anno drammatico.
L’anno drammatico
A voler ben vedere, sintetizzando, siamo passati in 365 giorni dal lockdown alla minaccia nucleare. Tanti gli avvenimenti. Il 29 gennaio, il 2022 è cominciato, come ricorderete, con lo stallo della politica italiana. Dopo giorni di giri a vuoto, Sergio Mattarella è stato rieletto Presedente della Repubblica. Aveva chiesto di poter “fare il nonno”, ma non è stato possibile. La politica italiana, lacerata dai veti incrociati, per la seconda volta ha chiesto al presidente in carica di stare al suo posto. E ieri sera, Mattarella, ha tenuto il suo ottavo discorso di fine anno.
L’invasione russa dell’Ucraina
Meno di un mese dopo è cominciata l’invasione russa in Ucraina. E’ l’evento drammatico che ha segnato quest’anno e che, purtroppo si riverserà, come un fiume in piena, sugli anni futuri. Dal prezzo del gas ai rincari generalizzati su tutti i beni di consumo. Il 24 febbraio 2022 è una data da libri storia. Dopo guerre lontane dall’Europa quindi meno visibili – nel mondo se ne combattono 59, dallo Yemen all’Etiopia – per la prima volta, dopo il conflitto nella ex-Jugoslavia, missili, bombe e proiettili stanno uccidendo uomini, donne e bambini a pochi chilometri dai nostri confini. Il cuore dell’Europa sta sanguinando copiosamente. L’emorragia non si può fermare e il paziente è in condizioni critiche. Quella che si sta combattendo è una guerra che tocca tutti noi. Le immagini del massacro di civili a Bucha, pochi chilometri da Kiev, scoperto dopo la ritirata russa, sono il manifesto dell’orrore di quel conflitto. Gli oltre 130 appelli alla pace di Papa Francesco sono caduti nel vuoto. Nessuno dei due contendenti, al momento, vuole sedersi ad un tavolo di pace. Previsioni? Impossibili. Anche leggendo tutti i report a disposizione. Nessun analista europeo, anche i più autorevoli, davano l’invasione russa dell’Ucraina come un’opzione “credibile”. Improbabile che ora trovino le risposte corrette. Tutti pensavano che Putin risolvesse la questione senza armi. E nessuno di noi si aspettava, a gennaio, che l’evento dell’anno fosse una guerra a 1700 km dai nostri confini.
La protesta in Iran
Accanto a chi muore sotto le bombe c’è chi muore per avere infranto la legge islamica sul velo. Una delle foto simbolo di quest’anno è quella che ritrae il viso di Masha Amini, la ragazza arrestata in Iran dalla polizia religiosa per aver indossato l’hijab (il velo, appunto) in modo sbagliato. Condotta presso una stazione di polizia, Masha morirà dopo un pestaggio e tre giorni di coma. In Iran continua la protesta, ma il regime non indietreggia. La repressione è l’arma con la quale in quel paese si mantiene un ordine non più tollerabile. Anche qui la comunità internazionale ha pochi strumenti per agire. Oltre alle parole di condanna e alle sanzioni, purtroppo, si può fare poco.
La morte della regina Elisabetta
Dopo 70 anni e 214 giorni da Regina, a Settembre, è morta Elizabeth Alexandra Mary Windsor. Il suo è stato il più lungo regno della storia d’Inghilterra e il secondo di ogni era superato solo da quello del Re Sole, Luigi XIV di Francia salito, però, al trono all’età di cinque anni. L’inno britannico da “God save the Queen” è diventato “God save the King” in onore di Carlo III d’Inghilterra, figlio di Elisabetta, salito al trono con il nome di Carlo III.
I femminicidi non diminuiscono
Tornando al nostro paese – che da qualche mese ha un nuovo governo presieduto per la prima volta da una donna, Giorgia Meloni – non si registrano, invece, novità, sul fronte dei femminicidi. Non variano i numeri. Le donne uccise quest’anno sono state 110, in crescita rispetto allo scorso anno. Ormai è bene capire che si tratta di una piaga culturale che non può essere combattuta solo con le leggi. Serve altro cominciando dalla scuola e dalla famiglia. Si è allentata, invece, la morsa del Covid. La vita è tornata quasi alla normalità. Non incoraggiano, però, le notizie in arrivo dalla Cina. Dal lockdown ferreo si è passati al caos assoluto e all’esplosione, in quel paese, dei casi di positività. La paura è quella di nuove varianti e Gryphon è il nome del dopo Omicron.
L’anno che verrà
L’augurio per tutti noi è quello che, tra 365 giorni, si possa celebrare il 2023 come l’anno che ha messo fine della guerra in Ucraina. Tutto il resto verrà di conseguenza. Buon anno.