Una cerimonia semplice accompagnerà l’apertura della Porta Santa della basilica di San Pietro. Il 24 dicembre, alle 19, prima della messa di Natale in basilica, si svolgerà nell’atrio la liturgia che prevede un canto, l’introduzione e la preghiera del Papa, e la lettura di un passo breve del Vangelo.
Quindi il Papa aprirà la Porta Santa e sosterà in preghiera.
A seguire suoneranno le campane della basilica. Una cerimonia dunque che potrebbe chiudersi in un tempo limitato, con una liturgia simile a quella dell’inizio del Giubileo Straordinario della Misericordia (8 dicembre 2015). Sembra, almeno dai dettagli diffusi oggi dalla sala stampa vaticana, invece molto lontana dalla lunga e ricca liturgia che c’era stata per l’apertura del precedente Anno Santo ordinario, quello del 2000 con Giovanni Paolo II.
Saranno 54 i fedeli provenienti dai cinque continenti (27 nazioni per la precisione) che per primi, dopo Papa Francesco e alcuni concelebranti, attraverseranno la Porta Santa della basilica di San Pietro il 24 dicembre alle 19, quando sarà ufficialmente aperto l’Anno Santo.
Oltre che l’Italia, questi primi fedeli rappresenteranno tutto il mondo, dall’Iran al Congo, dal Venezuela alla Corea del Sud, dall’India a Samoa. Ci sarà anche l’omaggio floreale da parte di dieci bambini di diverse nazioni che saranno accompagnati dai loro genitori; poi insieme attraverseranno la Porta aperta dal Papa.
Saranno quattro i rappresentanti delle istituzioni civili che presenzieranno all’apertura della Porta Santa.
All’interno della basilica, per la messa di Natale, sarà collocata la statua della “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia (Salerno). La statua della Vergine venne costruita nei primi anni del 1800 su richiesta dei Borboni. A seguito del devastante terremoto in Basilicata del 1857 di magnitudo 7.0, la statua della Madonna della Speranza sopravvisse, come anche al sisma del 1981. La stessa statua rimase integra anche durante i bombardamenti della prima guerra mondiale (fu poi trasportata nelle grotte di San Michele a Olevano per salvaguardarla e fu riportata a Battipaglia alla fine della guerra).