E’ il sarto ecclesiastico romano Raniero Mancinelli che sta preparando l’abito talare per il Papa che verrà eletto. Mancinelli lavora in un minuscolo laboratorio a Borgo Pio, a un passo dal Vaticano, sul retro della bottega di abbigliamento ecclesiastico che gestisce con i famigliari. Il maestro Mancinelli è un signore gentile ed energico, che dimostra meno dei suoi 86 anni. Fa il sarto per i religiosi da settant’anni, da quando ne aveva 15.
“Per fare una talare del Papa servono circa cinque metri di tessuto – spiega -, perché c’è anche la mantellina. Il tessuto che ho usato questa volta è un fresco lana leggero, da 220 grammi al metro quadro, che usava anche papa Francesco. Non è un gran tessuto pregiato, ma è pura lana italiana. Come regola, per la talare servono 33 bottoni, gli anni di Cristo. Ultimamente abbiamo ridotto un po’, per fare prima ad abbottonare e sbottonare”.
“Per fare una talare ci vogliono cinque o sei giorni – racconta ancora -. Devo farne tre: una piccola (una 48-50), una media (una 54) e una grande (una 58)”. Il nuovo Pontefice, subito dopo l’elezione, troverà le le tre vesti nella sacrestia della Cappella Sistina, detta “la stanza delle lacrime”: qui spesso il nuovo Papa cede all’emozione per la sua nuova responsabilità. Nella sacrestia, spiega Mancinelli, “probabilmente ci sarà qualche monsignore che si presta a fargli indossare la talare più adatta a lui”.
“Io ho lavorato per gli ultimi tre Pontefici – racconta ancora il sarto -. Francesco voleva cose molto semplici, pratiche, senza tanti fronzoli. A Benedetto piacevano i tessuti più pregiati, più belli e morbidi. Vestiva più elegante.
Giovanni Paolo era sulla linea di Francesco. A me diceva ‘usa il tessuto che capisci che va bene per me’. Non so quante talari abbia il Papa, ma ne servono più di una, perché il bianco si sporca facilmente, i fedeli vanno a toccarlo. Si possono lavare, ma fino a un certo punto, poi diventano logore”.