Il commento al Vangelo di oggi domenica 8 dicembre.
Dal Vangelo secondo Luca
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”.
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Ecco, Signore, i tuoi servi:
avvenga a noi secondo la Tua Parola.
Alleluia, alleluia, alleluia !
L’omelia
Il brano della Genesi racconta la vicenda di Adamo ed Eva che preferiscono seguire la voce del serpente rispetto a quella di Dio. Questo drammatico racconto svela il mistero di quel peccato, detto appunto “originale”, perché sta all’origine del male, anche del male di questo tempo. È il peccato di un orgoglio prometeico: “Sarete come Dio”. Sì, il male continua da sempre a spingere uomini e donne all’esaltazione di sé stessi. Scoppiano allora divisioni, ingiustizie, odi, distruzioni, conflitti, guerre. Il tentatore continua a insinuarsi nelle pieghe più profonde dei cuori degli uomini: si sciolgono i legami e si moltiplicano le divisioni. Ma ecco Maria e il suo mistero, che oggi contempliamo già nel suo concepimento. Lei – che richiama la donna che avrebbe schiacciato la testa del serpente che aveva spinto Eva al peccato – è preservata dalla colpa originale, da quell’orgoglio prometeico che annulla gli altri. Con Maria la tragica catena che porta alla violenza e alla morte viene interrotta.
Maria, concepita senza questa colpa originaria, inizia una nuova pagina nella storia umana, quella dell’amicizia con Dio, ancor più bella di quella dei progenitori. Eva e Adamo furono comunque graziati da Dio, che diede loro degli indumenti mentre uscivano dal giardino per entrare nel freddo della storia. Anche Maria è stata graziata, lei che avrebbe accolto il Figlio di Dio nel suo grembo e lo avrebbe accompagnato sin sotto la croce. Sì, l’amore del Figlio ha protetto la madre. Questo mistero di protezione dal male, che oggi la Chiesa ci fa contemplare, non è estraneo al mistero stesso della Chiesa, della comunità dei credenti. È il mistero dell’amore di Dio per la sua Chiesa sparsa ovunque nel mondo. Oggi, nel mistero di Maria, contempliamo quello della Chiesa, della comunità dei credenti. Anche se i suoi membri sono peccatori, la Chiesa, come Maria, è chiamata ad ascoltare la voce dell’angelo e a dire il suo sì. Sentiamo quindi rivolte a noi le parole dell’angelo: “Non temere, Maria… nulla è impossibile a Dio”.