Non si arrestano le proteste e le violenze in Iran, che mercoledì è entrato nel secondo mese di mobilitazioni popolari dopo l’uccisione della 22enne Mahsa Amini,per chiedere le dimissioni dell’ attuale governo e dell’ Ayatollah nonché riforme democratiche. Oltre ai gesti individuali – sempre più donne si mostrano in pubblico senza il velo, a volte sostenute anche dagli uomini, per poi condividere foto e video in rete con l’hashtag #No2Hijab – si registrano anche cortei di protesta nonché incidenti.
Gli incidenti
Come quello che si è verificato nella città sud-occidentale di Izeh: uomini armati a bordo di motociclette hanno aperto il fuoco in un mercato, uccidendo sette persone, tra cui una donna e due bambini di sette e tredici anni. Altre dieci sono rimaste ferite tra cui degli agenti di polizia intervenuti sul posto.
Radio Farda
L’agenzia di stato Irna ha riferito che nei pressi del bazar era in corso una manifestazione dove si cantavano slogan contro le autorità di Teheran, ma l’attacco non è stato rivendicato. L’aggressione è avvenuta nel secondo dei tre giorni di sciopero nazionale convocati dai movimenti per commemorare le proteste del 2019, dove centinaia di persone persero la vita. Ieri però a Radio Farda, un’emittente indipendente finanziata da iraniani residenti negli Stati Uniti, un uomo ha accusato le forze di sicurezza dell’attacco a Izeh. Il presunto testimone non ha rivelato la propria identità, ma si è presentato come un familiare di Kian Pirfalak, la più giovane delle vittime della strage al mercato. L’uomo ha raccontato che il bambino “stava tornando a casa col padre quando è stato colpito dai proiettili appartenenti al regime corrotto della Repubblica islamica”, quindi ha spiegato che l’auto nella quale padre e figlio viaggiavano “è stata crivellata di colpi da tutti e quattro i lati”. (Agenzia DIRE).
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