Manoppello, in provincia di Pescara, ogni anno è meta di migliaia di pellegrini che arrivano qui per vedere il velo raffigurante l’immagine di Cristo che, insieme alla Sacra Sindone, è ritenuta uno dei volti originali di Gesù. Secondo gli studiosi l’immagine, delle misure di 17 per 24 centimetri, è “acheròpita”, cioè non disegnata o dipinta da mano umana ed ha una caratteristica unica, quella di essere visibile da entrambi i lati. Nel 1506 un pellegrino consegnò il velo al fisico Giacomo Antonio Leonelli ma solo nel 1638 venne in possesso dei cappuccini che, nel frattempo, avevano edificato la chiesa di San Michele Arcangelo all’interno del convento.
La storia
Proprio in quegli anni Donato da Bomba scriverà una Relazione Istorica sulla reliquia. Nel 1646 verrà esposta per la prima volta nella chiesa e custodita in una nicchia sul lato destro dell’altare maggiore. Solo 40 anni più tardi verrà costruita una cappella apposita, sul lato sinistro, per l’esposizione del Volto Santo. Il 1770 si aprì con terremoti devastanti che convinceranno Bonifacio da Ascoli a portare in processione il Velo entro le mura del borgo. Per ragioni di sicurezza e per impreziosire la reliquia vennero prima cambiati i vetri e poi inserita una cornice d’argento. In entrambi i casi, una volta separati i vetri, l’immagine sparì. La processione, ancora oggi, si tiene la terza domenica di maggio. La chiesa ha subito vari rifacimenti, perdendo le caratteristiche iniziali ma concentra tutto il suo potere suggestivo nel Volto Santo, oggi protetto in un ostensorio sull’altare, su cui è richiamata l’attenzione dei pellegrini fin dall’ingresso nella Chiesa, grazie all’illuminazione concentrata sul fondo.
Benedetto XVI
Alcuni studiosi ed in Particolare Heinrich Pfeiffer, docente di Iconologia e Storia dell’Arte Cristiana alla Pontificia Università Gregoriana, sostengono che si tratti del velo della Veronica, che asciugò il volto di Gesù sulla via del Calvario. Il velo della Veronica è stato esposto in Vaticano, nella Basilica di San Pietro già nel 1300. Ne scrivono sia Dante Alighieri nel canto trentunesimo del Paradiso, sia Francesco Petrarca nel sonetto del Canzoniere che comincia “Movesi il vecchierel canuto e bianco”. A San Pietro si sarebbe trovato fino al 1608, quando fu rubato dal reliquario Questa ipotesi, però sarebbe contrastante con le versioni che fanno risalire al 1506 l’arrivo del Volto di Cristo a Manoppello. Negli ultimi anni gli studi hanno registrato la perfetta coincidenza tra l’immagine di Manoppello e quella della Sacra Sindone, tranne che nel primo volto santo gli occhi sono aperti, quindi ancora vivi, mentre nella Sindone, che è un sudario, sono chiusi, come per individuo morto. Nel settembre 2006 papa Benedetto XVI si è recato in visita privata al santuario per venerare l’immagine, elevandolo a Basilica minore.