“Essere giornalista è una vocazione, un po’ come quella del medico, che sceglie di amare l’umanità curandone le malattie. Così, in un certo senso, fa il giornalista, che sceglie di toccare con mano le ferite della società e del mondo”. Lo ha detto il Papa ricevendo in Vaticano l’Aigav, l’associazione internazionale dei giornalisti accreditati in Vaticano.
Quella del giornalista “è una chiamata che nasce da giovani e che porta a capire, a mettere in luce, a raccontare. Vi auguro di tornare alle radici di questa vocazione, di farne memoria, di ricordare la chiamata che vi unisce in un compito così importante. Quanto bisogno di conoscere e di raccontare da una parte, e quanta necessità di coltivare un amore incondizionato alla verità dall’altra”, ha sottolineato Papa Francesco.
grazie della delicatezza sugli scandali
“Scusate, mi hanno detto che vi ho fatto fare una levataccia” ma “siete di casa”, “compagni di viaggio”. Così il Papa ha accolto nella Sala Clementina circa 140 vaticanisti provenienti da molti Paesi del mondo. L’udienza all’Aigav, l’associazione dei giornalisti accreditati in Vaticano, è stata la prima della giornata, alle 8.00, e per consentire tutti i controlli necessari per l’accesso al Palazzo apostolico l’appuntamento era alle 6.45.
“Vi do il benvenuto, anche se qua siete di casa! Sono contento di incontrarvi: è per me un’occasione per ringraziare voi, che siete un po’ i miei compagni di viaggio, per il lavoro che svolgete informando lettori, ascoltatori e spettatori sull’attività della Santa Sede. Giornalisti, operatori, fotografi, producers: siete una comunità unita da una missione. Conosco la vostra passione, il vostro amore per ciò che raccontate, la vostra fatica”, ha detto il Pontefice ai giornalisti.
Il Papa ringrazia i vaticanisti per la “delicatezza” con la quale trattano il tema degli scandali. “Vorrei aggiungere la delicatezza che tante volte avete nel parlare degli scandali nella Chiesa: ce ne sono e tante volte ho visto in voi una delicatezza grande, un rispetto, un silenzio quasi, dico io, ‘vergognoso'”, ha detto il Papa riferendosi al pudore nel trattamento di queste notizie, senza indugiare nei dettagli. “Grazie di questo atteggiamento”, ha sottolineato il Pontefice rivolto ai vaticanisti.
Il Papa ricorda don Milani
Il Papa ha ricevuto i membri del comitato nazionale per il centenario della nascita di Don Lorenzo Milani. “Il motto ‘I Care’ non è un generico ‘mi importa’, ma un accorato ‘m’importa di voi’, una dichiarazione esplicita d’amore per la sua piccola comunità; e nello stesso tempo è il messaggio che ha consegnato ai suoi scolari, e che diventa un insegnamento universale”, ha sottolineato Papa Francesco.
Il motto ‘I care’ di don Milani “ci invita a non rimanere indifferenti, a interpretare la realtà, a identificare i nuovi poveri e le nuove povertà, ad avvicinarci a tutti gli esclusi e prenderli a cuore. Ogni cristiano dovrebbe fare in questo la sua parte”, ha concluso il Pontefice.
Francesco scherza con Vinitaly, ‘sembra un Papa ubriaco’
Il Papa ha ricevuto in Vaticano Vinitaly. Citando il tema del loro convegno – “L’economia di Francesco e il mondo del vino italiano” – il Pontefice ha scherzato: “Ma sembra un Papa ubriaco questo”.
“Il vino, la terra, l’abilità agricola e imprenditoriale sono doni di Dio, ma non dimentichiamo – ha detto il Papa – che il Creatore li ha affidati a noi, alla nostra sensibilità e alla nostra onestà, perché ne facciamo, come dice la Scrittura, una vera fonte di gioia per il cuore dell’uomo e di ogni uomo, non solo di quelli che hanno più possibilità. Grazie allora per aver scelto di ispirare la vostra attività – ha concluso – a sentimenti di concordia, aiuto ai più deboli e rispetto per il creato, come Francesco di Assisi insegna”.