”Non c’è posto per divisioni e odi di alcun tipo”. Lo sottolinea il papa nella messa in San Pietro con le ordinazioni di sacerdoti nell’ambito del Giubileo a loro dedicato . Papa Prevost, alla luce delle letture del Vangelo del giorno, riflette sul contributo all’opera di salvezza: ”Il profeta Ezechiele ci parla di Dio come di un pastore che passa in rassegna il suo gregge, contando le sue pecore una per una: va in cerca di quelle perdute, cura quelle ferite, sostiene quelle deboli e malate”.
”Ci ricorda così – commenta – in un tempo di grandi e terribili conflitti, che l’amore del Signore, da cui siamo chiamati a lasciarci abbracciare e plasmare, è universale, e che ai suoi occhi – e di conseguenza anche ai nostri – non c’è posto per divisioni e odi di alcun tipo”.’
‘Il Concilio Vaticano II chiede ai presbiteri di fare ogni sforzo per ‘condurre tutti all’unità nella carità’ armonizzando le differenze perché ‘nessuno possa sentirsi estraneo’. E raccomanda loro di essere uniti al vescovo e nel presbiterio”, continua Prevost. ”Quanto più infatti ci sarà unità tra di noi, – evidenzia- tanto più sapremo condurre anche gli altri all’ovile del Buon Pastore, per vivere come fratelli nell’unica casa del Padre”.
”Che nessuno vada perduto, ma che tutti, anche attraverso di noi, conoscano Cristo e abbiano in Lui la vita eterna. È un invito a farci intimamente uniti a Gesù , seme di concordia in mezzo ai fratelli, caricandoci sulle spalle chi si è perduto, donando il perdono a chi ha sbagliato, andando a cercare chi si è allontanato o è rimasto escluso, curando chi soffre nel corpo e nello spirito, in un grande scambio d’amore che, nascendo dal fianco trafitto del Crocifisso, avvolge tutti gli uomini e riempie il mondo”, ha detto ancora il Papa.
Papa Prevost cita il predecessore con l’enciclica Dilexit nos: ”papa Francesco scriveva in proposito: ‘Dalla ferita del costato di Cristo continua a sgorgare quel fiume che non si esaurisce mai, che non passa, che si offre sempre di nuovo a chi vuole amare. Solo il suo amore renderà possibile una nuova umanità’. Il ministero sacerdotale è un ministero di santificazione e di riconciliazione per l’unità del Corpo di Cristo. Per questo il Concilio Vaticano II chiede ai presbiteri di fare ogni sforzo per «condurre tutti all’unità nella carità, armonizzando le differenze perché «nessuno possa sentirsi estraneo». E raccomanda loro di essere uniti al vescovo e nel presbiterio”.
”Quanto più infatti ci sarà unità tra di noi, tanto più sapremo condurre anche gli altri all’ovile del Buon Pastore, per vivere come fratelli nell’unica casa del Padre”, osserva papa Leone ricordando che S. Agostino, ” in proposito, in un sermone tenuto in occasione dell’anniversario della sua Ordinazione, parlava di un frutto gioioso di comunione che unisce fedeli, presbiteri e vescovi, e che ha la sua radice nel sentirsi tutti riscattati e salvati dalla stessa grazia e dalla stessa misericordia. Pronunciava, proprio in quel contesto, la famosa frase: ‘Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano”’.
Il Papa si rivolge ai nuovi sacerdoti: ”Amate Dio e i fratelli, siate generosi, ferventi nella celebrazione dei Sacramenti, nella preghiera, specialmente nell’Adorazione, e nel ministero; siate vicini al vostro gregge, donate il vostro tempo e le vostre energie per tutti, senza risparmiarvi, senza fare differenze, come ci insegnano il fianco squarciato del Crocifisso e l’esempio dei santi”.
”E a questo proposito, ricordate che la Chiesa, nella sua storia millenaria, ha avuto – e ha ancora oggi – figure meravigliose di santità sacerdotale: a partire dalle comunità delle origini, essa ha generato e conosciuto, tra i suoi preti, martiri, apostoli infaticabili, missionari e campioni della carità. Fate tesoro di tanta ricchezza: – l’invito di Prevost – interessatevi alle loro storie, studiate le loro vite e le loro opere, imitate le loro virtù, lasciatevi accendere dal loro zelo, invocate spesso, con insistenza, la loro intercessione”.
Foto: Vatican Media