Un poeta ribelle. È l’immagine di padre Davide Maria Turoldo che ci restituisce lo scrittore e giornalista Mario Lancisi nel libro dedicato al “prete scomodo”, morto nel 1992, che esce per Ts Edizioni, anche in e-book. Non è, avverte Lancisi, una biografia, ma uno sguardo nuovo sulla storia e la parabola esistenziale di una delle personalità più affascinanti della Chiesa del Novecento, la sua storia.
Ma chi era davvero David Maria Turoldo, il frate che respirò il soffio del Concilio prima del tempo e che tanto segnò, anche dividendo, la Chiesa del suo tempo? E chi è oggi nella memoria delle tante persone che tornano alla sua figura? “Prete moderno”, “prete di sinistra”, erano alcune delle etichette che gli venivano affibbiate e che detestava. Nel libro Davide Maria Turoldo. Vita di un poeta ribelle “racconto Turoldo con l’intento di scongiurare il rischio che alla morte di papa Bergoglio segua la normalizzazione di una Chiesa oggi in crisi profonda: chiese e conventi chiusi, mancanza di vocazioni, modesta pratica religiosa, come documenta il sociologo Luca Diotallevi. Questa non è quindi una biografia, ma una storia di sguardi” spiega Lancisi. “La biografia codifica, registra, fotografa. Il mio intento vorrebbe essere quello di cogliere il dinamismo delle vicende, il movimento delle onde, l’ascesa e la discesa, il nero e il bianco, la luce che svela e l’ombra che nasconde”.
Turoldo partecipò attivamente alla Resistenza, fu predicatore nel Duomo di Milano e diede impulso a molte iniziative di carità e cultura. Si schierò sempre dalla parte dei fragili, non a caso Gli ultimi fu anche il titolo di un film di cui curò la regia.
Amico di tanti protagonisti del suo tempo – da Alda Merini a Pier Paolo Pasolini, da padre Balducci a Carlo Maria Martini – fu uomo di fede e di poesia, capace di parlare a credenti e non credenti.