“Ogni istituzione di successo ha un’anima, che non è la mera somma delle identità psichiche che la compongono. Della scuola si parla sempre in relazione al suo hardware, all’edilizia, alla legislazione, ai contratti. Quasi mai in riferimento al suo software, cioè alla sua identità, ai suoi contenuti, alla fisionomia di quelli che ogni giorno la abitano”. Parte da questa premessa il libro “L’anima della scuola”, di Rossella Barzotti e Roberto Cetera (Edizioni San Paolo).
Il libro
La scuola dunque deve ritrovare la sua anima: questo è l’appello degli autori che, non a caso, antepongono alle loro riflessioni una citazione di don Lorenzo Milani, il prete di Barbiana che con la sua scuola ha realizzato quella formazione per tutti, inclusiva e con l’obiettivo di andare oltre le mere nozioni per una formazione integrale, o comunque con un più ampio respiro. Una preoccupazione, questa, ribadita spesso anche da Papa Francesco. In una udienza con gli insegnanti cattolici nel 2015 disse: “Per trasmettere contenuti è sufficiente un computer, per capire come si ama, quali sono i valori, e quali le abitudini che creano armonia nella società ci vuole un buon insegnante”.
La prefazione di Andrea Monda
Cita Papa Francesco anche il direttore dell’Osservatore Romano, Andrea Monda, nella prefazione del libro di Barzotti e Cetera. Monda ricorda la prima intervista a La Civiltà Cattolica, nel 2013 a pochi mesi dalla sua elezione, nella quale il Papa indicò una Chiesa “ospedale da campo” capace di “curare le ferite”. “Niente aspirina o analisi del colesterolo, niente ‘riformine’ della scuola (e della Chiesa) – commenta Monda, che anche lui è stato a lungo insegnante in un liceo romano – ma ‘ripensamento totale’ perché qui oggi ci troviamo in un campo di battaglia”. Perché la scuola ha smarrito la sua anima? Forse anche per “un complesso e rigido meccanismo di norme, numeri e burocrazia”, indicano gli autori del libro Barzotti e Cetera.
I suggerimenti
E allora con un approccio realistico, ma fiducioso, vengono offerti alcuni suggerimenti per ridare un’anima alla scuola. Con uno sguardo particolare al ruolo dell’insegnamento della religione e nella consapevolezza che dal ritrovamento di quell’anima nascerà il futuro di tutta la società. “Una volta la scuola era comunità, ora è un incontro occasionale. Ma senza anima si muore”, concludono gli autori. (ANSA).