“Il cuore dell’uomo è sempre alla ricerca di una verità capace di sfamare e saziare il suo desiderio di felicità”: “non possiamo accontentarci delle sole parole umane, dei criteri di questo mondo, dei giudizi terreni; sempre abbiamo bisogno di una luce che venga dall’alto a illuminare i nostri passi, di un’acqua viva che possa dissetare i deserti dell’anima, di una consolazione che non deluda perché proviene dal cielo e non dalle effimere cose di quaggiù”. Lo ha detto il Papa nell’omelia della messa celebrata allo stadio di Giacarta, commentando il Vangelo del giorno.
Le parole del Papa nell’omelia
“In mezzo allo stordimento e alla vanità delle parole umane – ha osservato -, c’è bisogno della Parola di Dio, l’unica che è bussola per il nostro cammino, l’unica che tra tante ferite e smarrimenti è in grado di ricondurci al significato autentico della vita”. Quindi, secondo Francesco, “il primo compito del discepolo non è quello di indossare l’abito di una religiosità esteriormente perfetta, di fare cose straordinarie o impegnarsi in imprese grandiose”. Il primo passo, invece, “consiste nel sapersi mettere in ascolto dell’unica Parola che salva, quella di Gesù”. In altre parole, “la nostra vita di fede inizia quando umilmente accogliamo Gesù sulla barca della nostra esistenza, gli facciamo spazio, ci mettiamo in ascolto della sua Parola e da essa ci facciamo interrogare, scuotere e cambiare”.
Allo stesso tempo, ha detto il Papa, “la Parola del Signore chiede di incarnarsi concretamente in noi: siamo perciò chiamati a vivere la Parola”. “La Parola senza viverla fa diventare come pappagalli”, ha commentato ‘a braccio’. Quindi, “la Parola del Signore non può restare una bella idea astratta o suscitare soltanto l’emozione di un momento; essa ci chiede di cambiare il nostro sguardo, di lasciarci trasformare il cuore a immagine di quello di Cristo; ci chiama a gettare con coraggio le reti del Vangelo in mezzo al mare del mondo, ‘correndo il rischio’ di vivere l’amore che Lui ci ha insegnato e ha vissuto per primo”.
“Anche a noi il Signore, con la forza bruciante della sua Parola, chiede di prendere il largo, di staccarci dalle rive stagnanti delle cattive abitudini, delle paure e delle mediocrità, per osare una nuova vita”, ha aggiunto Francesco, secondo cui “la mediocrità piace al diavolo, perché entra da lì e ci rovina”.
Osate sempre il sogno della fraternità
“Questo, fratelli e sorelle, vorrei dire anche a voi, a questa Nazione, a questo meraviglioso e variegato arcipelago: non stancatevi di prendere il largo e gettare le reti, non stancatevi di sognare e costruire ancora una civiltà della pace! Osate sempre il sogno della fraternità, che è un vero tesoro fra voi!”, ha continuato Papa Francesco. “Vi incoraggio a seminare amore – ha detto -, a percorrere fiduciosi la strada del dialogo, a praticare ancora la vostra bontà e gentilezza col sorriso tipico che vi contraddistingue, per essere costruttori di unità e di pace. E così diffonderete attorno a voi il profumo della speranza”.
Secondo il Pontefice, “dinanzi ai tanti compiti della nostra vita quotidiana; davanti alla chiamata, che tutti avvertiamo, a costruire una società più giusta, ad andare avanti sulla via della pace e del dialogo – che qui in Indonesia già da tempo è stata tracciata -, possiamo sentirci a volte inadeguati, sentire il peso di tanto impegno che non sempre porta i frutti sperati oppure dei nostri errori che sembrano arrestare il cammino”. Ma anche a noi “è chiesto di non restare prigionieri dei nostri fallimenti e, invece di rimanere con lo sguardo fisso sulle nostre reti vuote, di guardare a Gesù e fidarci di Lui”. “Sempre possiamo rischiare di prendere il largo e gettare nuovamente le reti, anche quando abbiamo attraversato la notte del fallimento, il tempo della delusione in cui non abbiamo preso nulla”, ha incoraggiato Francesco, invitando poi tutti a pensare in silenzio ai propri fallimenti. Il Papa, in conclusione, ha citato Santa Teresa di Calcutta, “della quale oggi celebriamo la memoria e che instancabilmente si è presa cura dei più poveri e si è fatta promotrice di pace e di dialogo”, che diceva: “Quando non abbiamo nulla da dare, diamogli quel nulla. E ricorda: anche se non dovessi raccogliere niente, non stancarti mai di seminare”.
Secondo le fonti locali, oltre ai 60 mila fedeli che hanno assistito alla messa allo Stadio Gelora Bung Karno, ce ne sono altri 25 mila presenti nelle aree adiacenti, in particolare nell’altro stadio Madya A, anch’esso percorso dal Pontefice con la ‘papamobile’ prima dell’inizio della liturgia. In tutto i fedeli presenti sono quindi 85 mila.
Foto: Vatican Media