Al termine dell’Incontro Interreligioso presso la Moschea Istiqlal, il Papa si è recato in auto alla Sede della Conferenza Episcopale Indonesiana dove si è svolto l’Incontro con gli assistiti dalle realtà caritative. All’arrivo, il Pontefice è entrato nella Henry Soetio Hall per incontrare in forma privata un gruppo di malati, persone con disabilità e poveri assistiti da diverse realtà caritative legate alla Conferenza episcopale dell’Indonesia. Dopo il saluto di benvenuto del presidente della Conferenza episcopale, mons. Antonius Franciskus Subianto Bunyamin, e le testimonianze di due persone con disabilità, l’incaricato della Commissione liturgica, mons. Henricus Pidyarto, ha guidato un breve momento di preghiera. Quindi il Papa ha salutato personalmente e benedice i presenti. Prima di lasciare la Henry Soetio Hall il Papa ha firmato la placca in marmo della Sede della Conferenza episcopale ed è rientrato alla Nunziatura apostolica.
Le parole del Presidente della CEI indonesiana
“Il nostro amore e la nostra ammirazione per Lei, Santo Padre, sono sconfinati! Ringraziamo Dio per questa occasione benedetta e Le siamo grati, Santo Padre”, ha detto nel suo saluto, il presidente della Conferenza espiscopale indonesiana, mons. Subianto Bunyamin. “La Sua vita e il Suo lavoro riflettono la compassione di Gesù per noi, specialmente attraverso la Sua cura dei nostri fratelli e sorelle che sono poveri, deboli, emarginati e sofferenti”.
In concomitanza con l’obiettivo del 100/o anniversario della Conferenza episcopale cattolica indonesiana – ha aggiunto il presule -, ci stiamo concentrando sui bisogni di coloro che si trovano nelle periferie”. Mons. Subianto Bunyamin ha quindi presentato al Papa alcuni disabili, malati e poveri “che vorrebbero chiedere la Vostra benedizione”, mentre due di loro hanno condiviso la loro storia: Mimi Lusli, cieca dall’età di 17 anni, e Mikail Andrew Nathaniel, 18 anni, cui sono stati diagnosticati un lieve disturbo dello spettro autistico e una lieve disabilità intellettiva, oltre ad aver avuto la selezione “come contingente di Giacarta Est per i Giochi paralimpici di nuoto”. “Santo Padre, la Sua presenza e il nostro incontro qui ci portino la gioia del Vangelo e rinnovino la nostra speranza sulla via della santità – ha detto ancora il presidente della Conferenza episcopale -. Così come ci chiede sempre di pregare per lei, la prego, Santo Padre, tenga anche noi nelle sue preghiere. Che possiamo imitare l’amore incondizionato di Dio con una particolare attenzione per i poveri che, come hanno condiviso Mimi e Andrew, non devono essere dimenticati”.
Le parole del Papa
“È molto bello che i vescovi indonesiani abbiano scelto di celebrare i 100 anni della loro Conferenza nazionale con voi”. Lo ha detto papa Francesco nel suo saluto nella sede della Conferenza episcopale dell’Indonesia, durante l’incontro con gli assistiti delle realtà caritative. “Voi che siete piccole stelle luminose nel cielo di questo arcipelago, le membra più preziose di questa Chiesa – ha affermato -, i suoi tesori come fin dai primi secoli del cristianesimo insegnava il diacono martire San Lorenzo”.
E a proposito delle due testimonianze ascoltate da due disabili, “voglio sottolineare che condivido pienamente ciò che ha detto Mimi: Dio ha creato gli esseri umani con capacità uniche per arricchire la diversità del nostro mondo. Sei stata brava, Mimi: grazie”. “E lei stessa ce lo ha dimostrato parlandoci in modo meraviglioso di Gesù, ‘nostro faro di speranza’, ha detto lei. E grazie per questo”, ha aggiunto il Papa.
“Affrontare insieme le difficoltà”, ha detto ancora, “fare tutti del nostro meglio portando ognuno il suo contributo irripetibile, ci arricchisce e ci aiuta a scoprire giorno per giorno quanto vale il nostro stare insieme, nel mondo, nella Chiesa, in famiglia – come ci ha ricordato Andrew, a cui facciamo anche i complimenti per la sua partecipazione ai Giochi paralimpici: bravo. Facciamo un bell’applauso ad Andrew”. “E facciamone uno anche a tutti noi: noi vogliamo un applauso per tutti noi, chiamati a diventare insieme campioni dell’amore nelle grandi olimpiadi della vita. Un applauso a tutti noi”, ha sollecitato Francesco. “Carissimi, tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri e questo non è un male: ci aiuta, infatti, a capire sempre meglio che l’amore è la cosa più importante della nostra esistenza, ad accorgerci di quante persone buone ci sono attorno a noi”, ha sottolineato. “Ci ricorda poi di quanto il Signore ci vuole bene a tutti, al di là di qualsiasi limite e difficoltà – ha concluso il Papa -. Ciascuno di noi è unico ai suoi occhi, agli occhi del Signore, e Lui non si dimentica mai di noi: mai. Ricordiamolo, per tenere viva la nostra speranza e per impegnarci a nostra volta, senza mai stancarci, a fare della nostra vita un dono per gli altri”.
Foto: Vatican Media