«La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto». È un Natale triste in casa Mihajlovic. Non sono trascorsi nemmeno 10 giorni dalla scomparsa di Sinisa, ma Arianna (la moglie), i figli Virginia, Viktorija, Miroslav, Dusan, Nicholas e la piccola nipotina Violante provano a sorridere al domani, con il pensiero sempre rivolto a quel lottatore che ha affrontato la sfida più dura della sua vita con sguardo fiero. Ecco, allora, che Arianna, tra una storia in cui gioca con la piccola nipotina e una foto della bimba, nella notte di Natale, pubblica su Instagram una poesia preghiera dedicata al marito.
La poesia preghiera postata
«Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami!». Sembra sia Sinisa a parlarle e indicarle la strada. Sono parole che i più attribuiscono al teologo britannico Henry Scott Holland, ma che forse affondano le proprie radici in un passato molto più remoto, addirittura al XVI secolo e che si rifanno a uno scritto di Sant’Agostino del quarto secolo.
Il tuo sorriso è la mia pace
«Il mio nome — si conclude il brano citato da Arianna Mihajlovic — sarà sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace». (Corriere.it).