Salvare le vite in mare “è un dovere”. Lo ha detto il Papa al Memoriale delle vittime del mare, prima tappa del viaggio a Marsiglia. “Non possiamo rassegnarci a vedere esseri umani trattati come merce di scambio, imprigionati e torturati in modo atroce”, “non possiamo più assistere ai drammi dei naufragi, dovuti a traffici odiosi e al fanatismo dell’indifferenza. Le persone che rischiano di annegare quando vengono abbandonate sulle onde devono essere soccorse. È un dovere di umanità, è un dovere di civiltà!”, ha sottolineato il Papa. Il Cielo ci benedirà, se in terra e sul mare sapremo prenderci cura dei più deboli, se sapremo superare la paralisi della paura e il disinteresse che condanna a morte con guanti di velluto. In questo, noi rappresentanti di diverse religioni siamo chiamati a essere di esempio”.
Non condanniamo alla morte con i guanti di velluto
Non abituiamoci a considerare i naufragi come fatti di cronaca e i morti in mare come cifre: no, sono nomi e cognomi, sono volti e storie, sono vite spezzate e sogni infranti”, ha detto il Papa. “Penso a tanti fratelli e sorelle annegati nella paura, insieme alle speranze che portavano nel cuore. Davanti a un simile dramma non servono parole, ma fatti. Prima ancora, però, serve umanità: silenzio, pianto, compassione e preghiera.
Vi invito ora a un momento di silenzio in memoria di questi nostri fratelli e sorelle: lasciamoci toccare dalle loro tragedie”, ha aggiunto il Pontefice invitando al silenzio.
Il Mediterraneo è un cimitero, siamo a bivio di civiltà
“Troppe persone, in fuga da conflitti, povertà e calamità ambientali, trovano tra le onde del Mediterraneo il rifiuto definitivo alla loro ricerca di un futuro migliore. E così questo splendido mare è diventato un enorme cimitero, dove molti fratelli e sorelle sono privati persino del diritto di avere una tomba, e a venire seppellita è solo la dignità umana”, ha detto ancor il Papa. “Davanti a noi si pone un bivio: da una parte la fraternità, che feconda di bene la comunità umana; dall’altra l’indifferenza, che insanguina il Mediterraneo. Ci troviamo di fronte a un bivio di civiltà”, ha aggiunto Papa Francesco.
Il Papa cita Sassoli
Il Papa cita Davide Sassoli e il discorso che pronunciò a Bari, in occasione di un precedente incontro sul Mediterraneo: occorre “continuare insieme a combattere gli idoli, abbattere muri, costruire ponti, dare corpo ad un nuovo umanesimo”, diceva Sassoli come ha ricordato il Pontefice.”Fratelli, sorelle, affrontiamo uniti i problemi, non facciamo naufragare la speranza, componiamo insieme un mosaico di pace”, ha concluso il Papa.Il Papa ringrazia le organizzazioni che “vanno in mare per salvare i migranti”, “tante volte lo impediscono”, “sono gesti di odio travestiti da equilibrio”.
Il programma di domani
E’ terminata la prima giornata del Papa a Marsiglia. Domani Bergoglio incontrerà in privato alcune persone in situazione di disagio economico. Poi si rechera’ al Palais du Pharo, dove interverrà alla sessione conclusiva dei Rencontres Méditerranéennes. Il Papa sarà accolto dal presidente Macron, accompagnato dalla moglie Brigitte, e avrà un incontro con lui. Nel pomeriggio al Velodrome la messa alla quale sarà presente anche Macron. Quindi il trasferimento all’aeroporto, dove si terrà la cerimonia congedo con il presidente della Repubblica, compreso un nuovo, breve, colloquio. Il rientro a Roma Fiumicino è previsto per le 20.50.
Il Papa sferza l’Europa e ringrazia le ong
Articolo dell’inviata dell’Ansa, Manuela Tulli
Mentre i Paesi d’Europa tentennano sulla questione migranti, il Papa non fa tanti giri di parole: “Non possiamo rassegnarci a vedere esseri umani trattati come merce di scambio, imprigionati e torturati in modo atroce”, “non possiamo più assistere ai drammi dei naufragi, dovuti a traffici odiosi e al fanatismo dell’indifferenza. Le persone che rischiano di annegare quando vengono abbandonate sulle onde devono essere soccorse. È un dovere di umanità, è un dovere di civiltà!”. Lo dice a Marsiglia, davanti al monumento che commemora le vittime in mare e il pensiero è per quei migranti che cercano una vita migliore e per questo si mettono in mare. Francesco è a Marsiglia per lanciare la sveglia all’Europa. Il cardinale che ospita gli Incontri del Mediterraneo, il vescovo di Marsiglia Jean-Marc Aveline, dice che “quando le istituzioni politiche vietano alle organizzazioni non governative e anche alle navi che incrociano in queste acque di portare soccorso ai naufraghi, è un crimine grave e una violazione del diritto internazionale marittimo più elementare”. Una affermazione dura, diretta, in sintonia con il Papa (con il quale c’è un feeling palpabile) che ringrazia le organizzazioni che “vanno in mare per salvare i migranti”, “tante volte lo impediscono”, “sono gesti di odio travestiti da equilibrio”. In prima fila, ad ascoltare PapaFrancesco, c’è Luca Casarini di Mediterranea Saving Humans. Francesco è venuto a Marsiglia per ribadire che i migranti non sono numeri e che la situazione in cui versano in queste ore di crisi e sbarchi disperati è “una crudeltà, una terribile mancanza di umanità”. Rimandare i migranti indietro significa che “poi li imprigionano” in quei “lager libici” dei quali Bergoglio ha parlato più volte. E allora l’alternativa non può essere tra il Mediterraneo “il più grande cimitero d’Europa” e i migranti in cerca di speranza e invece privati di fatto della loro libertà. “Spero di avere il coraggio di dire tutto quello che voglio dire”, aveva confidato ai giornalisti nel volo che da Roma lo ha portato a Marsiglia. Per questo il primo momento del Papa, atterrato nella cittadina francese, è un atto politico. Sale sulla rocca di Notre Dame de la Garde, la Madonna alla quale i marsigliesi affidavano i loro marinai. I piccoli vascelli che pendono dal tetto dorato e i tanti ex voto, con quadri di barche, parlano di un mare che non è solo uno degli spettacoli più belli della natura ma anche morte. “Non abituiamoci a considerare i naufragi come fatti di cronaca e i morti in mare come cifre: no, sono nomi e cognomi, sono volti e storie, sono vite spezzate e sogni infranti”. “Penso a tanti fratelli e sorelle annegati nella paura, insieme alle speranze che portavano nel cuore. Davanti a un simile dramma non servono parole, ma fatti. Prima ancora, però, serve umanità: silenzio, pianto, compassione e preghiera”, chiede il Papa chinando il capo e chiedendo un po’ di silenzio per queste vittime. E allora bisogna scegliere perché siamo davanti ad “un bivio: da una parte la fraternità, che feconda di bene la comunità umana; dall’altra l’indifferenza, che insanguina il Mediterraneo. Ci troviamo di fronte a un bivio di civiltà”.