Papa Francesco è arrivato in auto alla spianata di Taci Tolu, 8 km a ovest della capitale Dili, dove questo pomeriggio ha celebrato la Messa, a conclusione della sua seconda giornata a Timor Est. Erano presenti centinaia di migliaia di persone, Sono 196 mila quelli che si sono ufficialmente registrati, ma sulla spianata vengono fatti entrare tutti, sia registrati che no.
Taci Tolu – oggi un’enorme distesa di ombrelli bianchi e gialli, per ripararsi dal sole bruciante – è un’area protetta sulla costa, esattamente nella parte occidentale del Comoro Suco, nel Distretto della Capitale. La zona, considerata di interesse nazionale per i suoi paesaggi pittoreschi e la ricca biodiversità, è caratterizzata da tre laghi salati – da cui prende il nome -, una spianata e una spiaggia e ospita un famoso parco, designato dal governo “Parco della Pace” il 20 maggio 2002 per la sua importanza sociale e storica.
Nella spianata di Taci Tolu, il 12 ottobre 1989, san Giovanni Paolo II celebrò una messa, in occasione del suo viaggio nel Paese ancora sotto occupazione indonesiana. In ricordo di quella visita, il governo timorese ha eretto una cappella e una statua alta 6 metri del santo Papa polacco. La struttura è stata inaugurata e benedetta il 14 giugno 2008 dal nunzio apostolico in Indonesia e Timor-Leste, mons. Leopoldo Girelli. Il monumento domina il confine occidentale della capitale e si affaccia sul mare
Seicentomila persone alla Messa
“Le autorità locali stimano che siano presenti nella spianata e nelle aree vicine circa 600.000 fedeli che partecipano alla Santa Messa celebrata dal Papa a Taci Tolu”. Lo riferisce la Sala stampa della Santa Sede.
Le parole del Papa nell’omelia
“A Timor Leste è bello, perché ci sono tanti bambini: siete un Paese giovane in cui in ogni angolo si sente pulsare, esplodere la vita. E questo è un dono grande: la presenza di tanta gioventù e di tanti bambini, infatti, rinnova costantemente la freschezza, l’energia, la gioia e l’entusiasmo del vostro popolo”. Così il Papa nell’omelia della messa sulla spianata di Taci Tolu, a Timor Est.
“Ma ancora di più è un segno, perché fare spazio ai piccoli, accoglierli, prendersi cura di loro, e farci anche noi, tutti, piccoli davanti a Dio e gli uni di fronte agli altri, sono proprio gli atteggiamenti che ci aprono all’azione del Signore – ha detto -. Facendoci piccoli permettiamo all’Onnipotente di fare in noi cose grandi, secondo la misura del suo amore”.
Il Pontefice ha sottolineato che “in ogni parte del mondo la nascita di un bambino è un momento luminoso, di gioia e di festa, che infonde in tutti desideri buoni, di rinnovamento nel bene, di ritorno alla purezza e alla semplicità”. Di fronte a un neonato, “anche il cuore più duro si riscalda e si riempie di tenerezza”. E “la fragilità di un bambino porta con sé un messaggio così forte da toccare anche gli animi più induriti, riportandovi propositi di armonia e di serenità. È meraviglioso quello che succede alla nascita di un bambino!”.
“Perciò, cari fratelli e sorelle, non abbiamo paura di farci piccoli davanti a Dio, e gli uni di fronte agli altri, di perdere la nostra vita, di donare il nostro tempo, di rivedere i nostri programmi, rinunciando a qualcosa perché un fratello o una sorella possano stare meglio ed essere felici”, ha aggiunto Francesco. “Non abbiamo paura di ridimensionare quando necessario anche i nostri progetti, non per sminuirli, ma per renderli ancora più belli attraverso il dono di noi stessi e l’accoglienza degli altri”, ha concluso.
Le parole dell’arcivescovo di Dili
“Oggi, questo luogo di Taci Tolu è di nuovo l’epicentro di un evento storico per il popolo timorese. Dopo la visita del Papa san Giovanni Paolo II nel 1989, con la quale si è segnato il passo decisivo per il nostro processo di autodeterminazione, oggi la presenza del Sua Santità papa Francesco contrassegna un passo fondamentale nel processo di costruzione del Paese, della sua identità e cultura”. Lo ha detto il cardinale Virgilio Carmo da Silva, salesiano, arcivescovo metropolita di Dili, nelle sue parole di ringraziamento al Papa al termine della messa sulla spianata di Taci Tolu, a Timor Est.
“La sua presenza paterna in questa benedetta terra – ha osservato – è segno della vicinanza di Dio ai semplici, ai poveri, agli umili e agli emarginati. La prossimità, lo sguardo compassionevole, l’amore e l’attenzione verso questa terra, ormai quasi persa nel panorama mondiale, indica che il Santo Padre è esempio di un leader con cuore di padre”.
Secondo il card. Carmo da Silva, la Chiesa cattolica in Timor “svolge la sua missione di essere la voce e la speranza dei poveri e dei più bisognosi”. “Tramite un lavoro costante e una cooperazione reciproca tra lo Stato e la Chiesa timorese, nel processo di costruzione dello Stato e di affermazione dell’identità, abbiamo bisogno di ascoltare attentamente il grido dei poveri e degli emarginati”, ha aggiunto. “Carissimo papa Francesco, questi tre giorni della sua visita in questa terra di Santa Croce e di Santa Maria, dei santi martiri, rimarranno vivi nella memoria di ciascuno di noi”, ha concluso.
Foto: Vatican Media