Fare spazio a Dio che e’ l’amore vero “che non passa, che non tramonta, che non si spezza neanche dinanzi alle fragilita’, ai fallimenti e ai tradimenti”. Lo dice il Papa nell’omelia della messa per l’epifania. “Il cammino della fede inizia” quando “smettiamo di conservarci in uno spazio neutrale e decidiamo di abitare gli spazi scomodi della vita” fatti anche “di sofferenze che scavano nella carne”. “In questi momenti si levano dal nostro cuore quelle domande insopprimibili, che ci aprono alla ricerca di Dio” e tra queste: “Dov’e’ quell’amore che non passa, che non tramonta, che non si spezza neanche dinanzi alle fragilita’, ai fallimenti e ai tradimenti?”.
Non cediamo all’ “io”
“Come i Magi, prostriamoci, arrendiamoci a Dio nello stupore dell’adorazione.Adoriamo Dio e non il nostro io; adoriamo Dio e non i falsi idoli che ci seducono col fascino del prestigio e del potere, con il fascino delle false notizie. Adoriamo Dio per non inchinarci davanti alle cose che passano e alle logiche seducenti ma vuote del male”, ha continuato il Papa.
Il Papa cita Ratzinger
Poi ha citato le parole pronunciate da Benedetto XVI nell’omelia del 6 gennaio 2013, l’ultima Epifania che Ratzinger ha celebrato da Pontefice. Si parla del cammino dei Magi. “Il loro pellegrinaggio esteriore, ha detto Benedetto XVI, era espressione del loro essere interiormente in cammino, dell’interiore pellegrinaggio del loro cuore”, sono le parole di Bergoglio pronunciate oggi. Quindi uno dei luoghi “in cui possiamo incontrare il Signore e’ il rischio del cammino. Gli interrogativi, anche quelli spirituali, possono infatti indurre frustrazione e desolazione se non ci mettono in cammino, se non indirizzano il nostro movimento interiore verso il volto di Dio e la bellezza della sua Parola”.
I tranquillanti dell’anima
Il Papa invita a lasciarsi scomodare dalle domande “inquiete” e non ad accontentarsi si “tranquillanti dell’anima”. “Ogni giorno il clima che respiriamo offre dei ‘tranquillanti dell’anima’, dei surrogati per sedare la nostra inquietudine – ha detto nell’omelia – e spegnere queste domande: dai prodotti del consumismo alle seduzioni del piacere, dai dibattiti spettacolarizzati fino all’idolatria del benessere; tutto sembra dirci: non pensare troppo, lascia fare, goditi la vita!”. “Spesso cerchiamo di sistemare il cuore nella cassaforte della comodita’, ma se i Magi avessero fatto cosi’ – ha sottolineato il Pontefice – non avrebbero mai incontrato il Signore. Dio, invece, abita le nostre domande inquiete”.
La fede è un cammino
“La fede e’ un cammino, la fede e’ un pellegrinaggio, la fede e’ una storia di partenze e di ripartenze”. “Ricordiamoci questo: la fede non cresce se rimane statica; non possiamo rinchiuderla in qualche devozione personale o confinarla nelle mura delle chiese, ma occorre portarla fuori, viverla in costante cammino verso Dio e verso i fratelli”, ha detto il Papa nell’omelia della messa per l’Epifania.
Dio si incontra nell’umiltà
Poi Francesco ha richiamato all’Angelus il valore del “silenzio” se si vuole fare un incontro autentico con Dio. “Umanamente siamo tutti portati a ricercare la grandezza, ma e’ un dono saperla trovare davvero: saper trovare la grandezza nella piccolezza che Dio tanto ama. Perche’ il Signore s’incontra cosi’: nell’umilta’, nel silenzio, nell’adorazione, nei piccoli e nei poveri”, ha detto.
Gli auguri per il Natale ortodosso
“Rivolgo di cuore il mio augurio alle comunita’ delle Chiese orientali sia cattoliche sia ortodosse che domani celebreranno il Natale del Signore. In modo particolare vorrei farlo giungere ai fratelli e alle sorelle del martoriato popolo ucraino. La nascita del Salvatore infonda conforto, infonda speranza, ispiri passi concreti che possano finalmente condurre alla fine dei combattimenti e alla pace. Preghiamo tanto per l’Ucraina e per la pace”, ha concluso il Papa all’Angelus.