Nel giorno di Ognissanti il Papa invita a guardare anche ai santi della ‘della porta accanto’, con cui viviamo ogni giorno, e ricorda poveri, miti, misericordiosi, affamati e assetati di giustizia, operatori di pace: “Sono persone ‘piene di Dio'”, dice, fratelli e sorelle “plasmati dalle Beatitudini”, la “carta d’identità del cristiano”. Francesco, in un passaggio a braccio, nota “quanta santità nascosta è nella Chiesa” e sottolinea come Dio ci offra la sua santità, non ce la imponga. E ricorda alcuni esempi luminosi di santi del nostro tempo: San Massimiliano Kolbe, “che ad Auschwitz chiese di prendere il posto di un padre di famiglia condannato a morte”; Santa Teresa di Calcutta, che “spese la sua esistenza al servizio dei più poveri tra i poveri”; Sant’Oscar Romero, “assassinato sull’altare per aver difeso i diritti degli ultimi contro i soprusi dei prepotenti”.
“Oggi, Solennità di Tutti i Santi, nel Vangelo Gesù proclama la carta d’identità del cristiano, le Beatitudini, e la via della santità – spiega il pontefice – Ci mostra un cammino, quello dell’amore, che Lui stesso ha percorso per primo facendosi uomo, e che per noi è ad un tempo dono di Dio e nostra risposta. È dono di Dio, perché, come dice San Paolo, è Lui che santifica. E per questo è prima di tutto al Signore che noi chiediamo di farci santi, di rendere il nostro cuore simile al suo. Con la sua grazia Lui ci guarisce e ci libera da tutto ciò che impedisce di amare come Lui ci ama, così che in noi, come diceva il Beato Carlo Acutis, ci sia sempre ‘meno io per lasciare spazio a Dio’. E questo ci porta al secondo punto: la nostra risposta.
Il Padre dei cieli, infatti, ci offre la sua santità, ma non ce la impone. La semina in noi, ce ne fa sentire il gusto e vedere la bellezza, ma poi aspetta la nostra risposta. Lascia a noi la libertà di seguire le sue buone ispirazioni, di lasciarci coinvolgere dai suoi progetti, di fare nostri i suoi sentimenti, mettendoci, come Lui ci ha insegnato, al servizio degli altri, con una carità sempre più universale, aperta e rivolta al mondo intero”.
“Tutto questo – sottolinea il Papa – lo vediamo nella vita dei santi, anche nel nostro tempo. Pensiamo, ad esempio, a San Massimiliano Kolbe, che ad Auschwitz chiese di prendere il posto di un padre di famiglia condannato a morte; o a Santa Teresa di Calcutta, che spese la sua esistenza al servizio dei più poveri tra i poveri; o al vescovo Sant’Oscar Romero, assassinato sull’altare per aver difeso i diritti degli ultimi contro i soprusi dei prepotenti. In loro, come in tanti altri santi – quelli che veneriamo sugli altari e quelli che a me piace chiamare i santi ‘della porta accanto’, quelli con cui viviamo ogni giorno. , riconosciamo fratelli e sorelle plasmati dalle Beatitudini: poveri, miti, misericordiosi, affamati e assetati di giustizia, operatori di pace. Sono persone ‘piene di Dio’, incapaci di restare indifferenti ai bisogni del prossimo; testimoni di cammini luminosi, possibili anche per noi. Domandiamoci allora: io chiedo a Dio, nella preghiera, il dono di una vita santa? Mi lascio guidare dai buoni impulsi che il suo Spirito suscita in me? E mi impegno in prima persona a praticare le Beatitudini del Vangelo, negli ambienti in cui vivo? Maria, Regina di tutti i Santi, ci aiuti a fare della nostra vita un cammino di santità”.
”Il Signore sostenga chi soffre e chi porta soccorso. La nostra vicinanza al popolo di Valencia”. Lo ha detto il Papa al termine dell’Angelus. “Esprimo la mia vicinanza al popolo del Ciad, in particolare alle famiglie delle vittime del grave attentato terroristico di alcuni giorni fa, come pure a quanti sono stati colpiti dalle alluvioni – ha detto Francesco – E a proposito di queste catastrofi ambientali preghiamo per le popolazioni della penisola iberica, soprattutto della comunità valenciana”. “Preghiamo per la martoriata Ucraina, preghiamo per la Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sud Sudan e per tutti i popoli che soffrono per le guerre”, ha detto continuato il Papa. “Fratelli e sorelle, la guerra sempre è una sconfitta, sempre. Ed è ignobile perché è il trionfo della menzogna, della falsità.
Si cerca il massimo interesse per sé e il massimo danno per l’avversario calpestando vite umane, ambiente, infrastrutture, tutto e tutto mascherato di menzogne. Soffrono gli innocenti: penso alle 153 donne e bambini massacrati nei giorni scorsi a Gaza”.