Anche all’udienza generale Papa Francesco ha affidato la lettura del testo preparato ad un suo collaboratore, mons. Filippo Ciampanelli. “Ancora sono un po’ raffreddato, per questo ho chiesto a mons. Ciampanelli di leggere la catechesi di oggi”, ha esordito il Papa. Anche nell’udienza con gli armeni non aveva letto il testo preparato ma lo aveva affidato al suo collaboratore.
La catechesi
Il Papa, continuando il ciclo di catechesi su “I vizi e le virtù”, incentra la sua riflessione sul tema “L’invidia e la vanagloria”. Sono descritti come “i vizi più antichi”. L’invidia parte da Caino e Abele. “Caino era il primogenito di Adamo ed Eva, si era preso la parte più cospicua dell’eredità paterna; eppure, basta che Abele, il fratello minore, riesca in una piccola impresa, che Caino si rabbuia. Il volto dell’invidioso è sempre triste: lo sguardo è basso, pare che indaghi in continuazione il suolo, ma in realtà non vede niente, perché la mente è avviluppata da pensieri pieni di cattiveria. L’invidia, se non viene controllata, porta all’odio dell’altro. Abele sarà ucciso per mano di Caino, che non poteva sopportare la felicità del fratello”, spiega subito Papa Francesco.
L’invidia
“L’invidia è un male indagato non solo in ambito cristiano: essa ha attirato l’attenzione di filosofi e sapienti di ogni cultura. Alla sua base c’è un rapporto di odio e amore: si vuole il male dell’altro, ma segretamente si desidera essere come lui. L’altro è l’epifania di ciò che vorremmo essere, e che in realtà non siamo. La sua fortuna ci sembra un’ingiustizia: sicuramente – pensiamo – noi avremmo meritato molto di più i suoi successi o la sua buona sorte!”, sottolinea ancora il Papa spiegando l’invidia. La lezione del Pontefice è semplice: “i beni che Lui ci dona sono fatti per essere condivisi”.
La vanagloria
La vanagloria “va a braccetto con il demone dell’invidia, e insieme questi due vizi sono propri di una persona che ambisce ad essere il centro del mondo”. “Il vanaglorioso possiede un “io” ingombrante: non ha empatia e non si accorge che nel mondo esistono altre persone oltre a lui. I suoi rapporti sono sempre strumentali, improntati alla sopraffazione dell’altro. La sua persona, le sue imprese, i suoi successi devono essere mostrati a tutti: è un perenne mendicante di attenzione. E se qualche volta le sue qualità non vengono riconosciute, allora si arrabbia ferocemente”, spiega bene il discorso di Papa Francesco.
“L’istruzione più bella per vincere la vanagloria la possiamo trovare nella testimonianza di San Paolo. L’Apostolo fece sempre i conti con un difetto che non riuscì mai a vincere. Per ben tre volte chiese al Signore di liberarlo da quel tormento, ma alla fine Gesù gli rispose: “Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Da quel giorno Paolo fu liberato”, conclude la catechesi di oggi.
Il Papa legge l’ultimo discorso
Nonostante la voce bassa e affaticata a causa dell’influenza, il Papa legge l’ultimo discorso dell’Udienza Generale di oggi. Quello in lingua italiana, dedicato agli appelli. Il pensiero del Papa è per il trattato sulla messa al bando delle mine antipersona che compie 25 anni il prossimo 1 marzo.
“Il 1 marzo ricorrerà il 25esimo anniversario dell’entrata in vigore delle convenzione sull’interdizione delle mine antipersona, che continuano a colpire civili, innocenti, bambini, anche molti anni dopo la fine delle ostilità. Esprimo la mia vicinanza alle numerose vittime di questi ordigni, che ci ricordano la drammatica crudeltà delle guerre e il prezzo delle popolazioni civili. A questo proposito ringrazio tutti coloro che offrono il loro contributo per assistere le vittime e bonificano le aree contaminate il loro lavoro è essere operatori di pace, prendendoci cura dei nostri fratelli e sorelle”, dice il Papa.
“Il cammino della Quaresima sia occasione per rientrare in sé stessi e rinnovarsi nello spirito. Cari fratelli e sorelle, non dimentichiamo i popoli che soffrono a causa della guerra: Ucraina, Palestina, Israele e tanti altri. E preghiamo per le vittime dei recenti attacchi contro luoghi di culto in Burkina Faso; come pure per la popolazione di Haiti, dove continuano i crimini e i sequestri delle bande armate”, conclude infine Papa Francesco.
In Burkina Faso, per colpa di un attacco terroristico, sono stati uccisi 15 fedeli mentre assistevano alla messa domenicale.
Rivedi l’Udienza Generale del 28 febbraio 2024.
Testo: ACI Stampa
Fot: Vatican Media