“Domani, in Italia, si celebra la Giornata Nazionale Vittime Civili di Guerra. Al ricordo orante per quanti sono deceduti nei due conflitti mondiali, associamo anche i tanti, troppi, civili, vittime inermi delle guerre che purtroppo insanguinano ancora il nostro pianeta, come accade in Medio Oriente e in Ucraina. Il loro grido di dolore possa toccare i cuori dei responsabili delle Nazioni e suscitare progetti di pace”. Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’udienza generale di oggi, 31 gennaio. Quando si leggono le storie di questi giorni della guerra -ha aggiunto- c’è tanta crudeltà, tanta. Chiediamo al Signore la pace che è sempre mite, non è crudele”.
La memoria di Don Bosco
“Oggi, nella memoria di San Giovanni Bosco, che ebbe molta cura dei giovani, vi invito a imitarlo – ha aggiunto Papa Francesco -, educando i giovani alla fede e formandoli nelle diverse scienze e professioni, per un futuro migliore, in cui l’umanità possa godere di pace, fratellanza e tranquillità”.
È bene arrabbiarsi per le ingiustizie
Papa Francesco ha messo mette in guardia i fedeli dal vizio dell’ira ma sottolinea che esiste anche una “santa indignazione” specialmente di fronte alle ingiustizie. “Qualche volta è bene che l’ira si sfoghi nella giusta maniera. Se una persona non si arrabbiasse mai – ha detto il Papa nell’udienza generale proseguendo le catechesi sui vizi e le virtù -, se una persona non si indignasse davanti a un’ingiustizia, se davanti all’oppressione di un debole non sentisse fremere qualcosa nelle sue viscere, allora vorrebbe dire che quella persona non è umana, e tantomeno cristiana. Esiste una santa indignazione che non è l’ira”, ha detto il Papa. Anche Gesù “l’ha conosciuta diverse volte nella sua vita: non ha mai risposto al male con il male, ma nel suo animo ha provato questo sentimento e, nel caso dei mercanti nel Tempio, ha compiuto un’azione forte e profetica, dettata non dall’ira ma dallo zelo per la casa del Signore. Sta a noi, con l’aiuto dello Spirito Santo, trovare la giusta misura delle passioni. A educarle perché si volgano al bene e non al male”, ha concluso Papa Francesco.
Siamo tutti peccatori con i conti in rosso
“Siamo tutti peccatori, tutti, e tutti siamo peccatori con i conti in rosso, e perciò tutti abbiamo bisogno di imparare a perdonare per essere perdonati. Gli uomini non stanno insieme se non si esercitano anche nell’arte del perdono, per quanto questo sia umanamente possibile. Ciò che contrasta l’ira è la benevolenza, la larghezza di cuore, la mansuetudine, la pazienza”. Lo ha detto Papa Francesco dedicando la catechesi di oggi al vizio dell’ira. L’ira “è un vizio terribile, si diceva, sta all’origine di guerre e di violenze. Il proemio dell’Iliade descrive ‘l’ira di Achille’, che sarà causa di ‘infiniti lutti'”, ha detto ancora il Pontefice. “Ma non tutto ciò che nasce dall’ira è sbagliato. Gli antichi erano ben consapevoli che in noi sussiste una parte irascibile che non può e non deve essere negata. Le passioni in qualche misura sono inconsapevoli: capitano, sono esperienze della vita. Non siamo responsabili dell’ira nel suo sorgere, ma sempre nel suo sviluppo”, ha detto Papa Francesco.
Rivedi l’Udienza Generale di oggi, 31 gennaio 2024.
Foto: Vatican Media