Diventano “legge universale” della Chiesa le norme promulgate ‘ad experimentum’ quattro anni fa da papa Francesco per combattere la piaga degli abusi sessuali. Pubblicando oggi la versione aggiornata del Motu proprio “Vos estis lux mundi” (Voi siete la luce del mondo), il Pontefice conferma in via definitiva e amplia le sue disposizioni: la novita’ piu’ significativa e’ l’estensione delle norme riguardanti le responsabilita’ di controllo e denuncia gia’ assegnate ai vescovi e ai superiori religiosi anche ai laici a capo di associazioni internazionali di fedeli riconosciute dalla Santa Sede. Il nuovo testo e’ stato inoltre armonizzato con le altre riforme normative varate dal 2019 ad oggi.
Aggiunti i laici
In particolare, quindi, nel “Titolo II” contenente le disposizioni relative alle responsabilita’ dei vescovi, superiori religiosi e chierici preposti alla guida di una Chiesa particolare o di una prelatura, sono stati aggiunti anche i “fedeli laici che sono o sono stati moderatori di associazioni internazionali di fedeli riconosciute o erette dalla Sede Apostolica, per i fatti commessi” mentre erano in carica. E su questa decisione del papa non possono non aver pesato i casi di abusi sessuali registrati in questi anni nell’ambito di organizzazioni laicali. Altra novita’, quella che, in tema di vittime di abusi, riguarda gli adulti “vulnerabili”. Mentre prima si parlava di “atti sessuali con un minore o con una persona vulnerabile” nella nuova versione si parla di “delitto contro il VI comandamento del decalogo commesso con un minore o con persona che abitualmente ha un uso imperfetto della ragione o con un adulto vulnerabile”. Un segno, questo, della “particolare attenzione che la Chiesa riserva alle persone piu’ deboli e indifese, punendo in modo esemplare la violazione della loro dignita’ e liberta’”, afferma monsignor Filippo Iannone, prefetto per i Testi legislativi.
La nuova versione
Un’ulteriore modifica riguarda la tutela di chi presenta la segnalazione di un presunto abuso: mentre prima si affermava che a colui che segnala non puo’ essere imposto alcun vincolo di silenzio, ora si aggiunge che questa tutela va estesa, oltre a chi effettua una segnalazione, anche “alla persona che afferma di essere offesa e ai testimoni”. Rafforzata anche la parte dove si chiede di salvaguardare “la legittima tutela della buona fama e la sfera privata di tutte le persone coinvolte”, nonche’ la presunzione di innocenza per chi e’ indagato in attesa che vengano accertate le sue responsabilita’.
Nella nuova versione di “Vos estis lux mundi” viene poi specificato che tutte le diocesi devono dotarsi di “organismi e uffici” – nel vecchio testo si parlava piu’ genericamente di “sistemi stabili” – facilmente accessibili al pubblico per ricevere le segnalazioni di abusi. Ed e’ anche precisato che il compito di procedere con l’indagine e’ compito del vescovo del luogo dove sarebbero avvenuti i fatti denunciati. Come si ricordera’, le procedure introdotte nel 2019 stabiliscono in modo preciso come comportarsi di fronte alle segnalazioni di casi di abuso e assicurano che vescovi e superiori religiosi – ora anche i laici a capo di associazioni internazionali – rendano conto del loro operato e siano obbligati – con un precetto legale stabilito universalmente – a segnalare abusi dei quali sono venuti a conoscenza. Il documento comprendeva e continua a comprendere non soltanto le molestie e le violenze sui minori e sugli adulti vulnerabili, ma riguarda anche la violenza sessuale e le molestie conseguenti all’abuso di autorita’. Questo obbligo include dunque anche qualsiasi caso di violenza sulle religiose da parte di chierici, come pure il caso delle molestie a seminaristi o novizi maggiorenni. (ANSA).