“In occasione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù, e accogliendo l’invito delle autorità civili ed ecclesiali del Portogallo, Sua Santità Papa Francesco si recherà a Lisbona dal 2 al 6 agosto di quest’anno, compiendo una visita al Santuario di Fatima il 5 agosto”. E’ quanto dichiara il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni.
Il viaggio in Portogallo
Papa Francesco, quindi, anticipa di un giorno il suo viaggio in Portogallo in occasione della Giornata mondiale della gioventù. Il suo arrivo era previsto per il 3 agosto, ma sia la Santa Sede che la Presidenza della Repubblica portoghese hanno annunciato oggi che il Papa arriverà a Lisbona la mattina del 2. Il sito di Rádio Renascença, stazione radiofonica della Conferenza episcopale portoghese, dice che “periferie e cultura” sono i motivi di questo cambio nell’agenda del Papa, il quale ha ricevuto diversi inviti a visitare realtà sociali difficili e a incontrarsi con personalità del mondo della cultura, perciò ha deciso di prolungare la sua permanenza nel paese, che sarà di cinque giorni e che vedrà diversi momenti d’incontro accanto agli eventi protocollari. La 38/a edizione della Gmg si svolgerà a Lisbona durante la prima settimana di agosto e si concluderà proprio con la messa solenne che PapaFrancesco celebrerà il 6 agosto in un parco alla periferia della capitale portoghese.
L’udienza con la Famiglia Vocazionista
“E c’è tanto bisogno anche oggi di questo: prendersi cura delle vocazioni. E vi chiedo, per favore: prendetevi cura delle vocazioni: seminare, prepararle, farle crescere, accompagnarle”. Lo ha detto papa Francesco ricevendo stamane in udienza in Vaticano i partecipanti al pellegrinaggio della Famiglia Vocazionista, a un anno dalla canonizzazione del fondatore San Giustino Maria Russolillo, apostolo delle vocazioni. Il Pontefice ha indicato in particolare “tre sentieri: la preghiera, l’annuncio, la missione”.
Prendersi cura delle vocazioni
“La preghiera è la radice di ogni nostra attività e di ogni apostolato – ha sottolineato -. Il primato non è delle nostre opere, delle nostre strutture e delle nostre organizzazioni, ma è della preghiera. Ha il primato. E per questo la prima domanda è: io prego per le vocazioni? Perché quando entriamo nello spirito della contemplazione e dell’adorazione, il Signore ci trasforma e noi possiamo essere un riflesso dell’amore del Padre per coloro che incontriamo lungo il cammino, essere persone nuove, luminose, accoglienti, gioiose”. Secondo Francesco, “quando diventiamo così, offriamo il primo servizio alle vocazioni, perché quelli che incontriamo, in particolare i giovani, vengono attratti dal nostro modo di essere e dalla scelta di vita che abbiamo fatto: possono scorgere la luce di Dio riflessa sui nostri volti, la sua tenerezza e il suo amore nei nostri gesti, la sua gioia nel cuore di chi si è donato e donata interamente a Lui”.
L’importanza dell’annuncio
“Le vocazioni, soprattutto quelle di speciale consacrazione, nascono spesso così – ha aggiunto -, a contatto con qualche sacerdote o qualche religiosa che mostrano una bella umanità, una pace del cuore, una gioia invincibile, un tratto amorevole e accogliente. Ed è la preghiera che ci fa diventare così. Non trascuriamola! Pregare per le vocazioni, intensamente”. Poi il papa ha invitato a non dimenticare “l’importanza dell’annuncio. Annunciare il Signore”. “Nel contesto culturale odierno, infatti – ha avvertito -, mentre il senso della presenza di Dio va scomparendo e la fede si affievolisce, può succedere che le persone, in particolare i giovani, non riescano a capire il senso e la direzione della loro vita, e magari si accontentino di vivere alla giornata, oppure la progettino senza interrogarsi su quale sia la loro strada, quale sogno il Signore abbia per loro. E allora si vede la necessità di tornare all’evangelizzazione: annunciare la Parola, comunicare in modo semplice e appassionato i contenuti della fede, e accompagnare le persone nel discernimento”. Infine, “coltivare e rinnovare sempre lo spirito missionario”. “Si tratta di mettere in circolo, nella vita della Chiesa ma anche nei diversi ambiti della società in cui operate – ha spiegato il Pontefice -, tutto ciò che è utile per comunicare la gioia del Vangelo, per dialogare con i giovani, per manifestare vicinanza alle famiglie, per fecondare le attività umane, specialmente quelle che si svolgono in campo educativo. Una missione, questa, per la quale è necessario e prezioso il servizio di tanti laici che condividono il carisma di San Giustino”.