Papa Francesco è atterrato alle 8.50 all’Aeroporto Napoleone Bonaparte di Ajaccio in Corsica, in Francia, dopo essere partito da Roma Fiumicino alle 8.06. Si tratta della prima visita di un Pontefice in Corsica.
L’accoglienza
All’arrivo all’Aeroporto ”Napoléon Bonaparte” di Ajaccio, papa Francesco è stato accolto dal Ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin. Quattro giovani gli hanno donato dei fiori. Quindi, dopo l’esecuzione degli inni, gli onori militari e la presentazione delle Delegazioni, mentre viene intonato un canto Il Papa e il ministro hanno raggiunto ro la Hall de Conférences dell’Aeroporto per un breve incontro. Al termine, il Pontefice si è trasferito in auto al Baptistère Saint-Jean dove ha sostato brevemente e dove un giovane gli ha porto l’acqua benedetta per il segno della croce e successivamente ha recitato la preghiera del Credo. Dalla papamobile Papa Francesco ha salutato i presenti con l’acqua benedetta e al termine si è recato al Palais des Congrès et des Expositions per partecipare alla Sessione conclusiva del Congresso ‘La Religiosité Populaire en Méditerranée’.
Il telegramma del Papa
Il Papa, nel momento di lasciare il suolo italiano alla volta della Corsica, ha inviato un telegramma al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nel telegramma, Bergoglio rinnova “l’invito a considerare il patrimonio religioso-artistico culturale delle tante civiltà affacciate sul Mare Nostrum, che nonostante le vicende storiche, hanno custodito con cura l’eredità spirituale consegnata dai loro padri nella fede”.
Francesco auspica che ”tale singolare evento possa suscitare un maggiore interesse a riscoprire il desiderio di attingere ai sani valori che hanno forgiato uomini e donne, affinché nel dialogo fecondo tra religioni, le istituzioni politiche e il mondo del sapere, si promuova il rispetto delle proprie radici, la ne libertà di testimoniare il proprio credo, e la responsabilità per il futuro”.
Il Pontefice rivolge quindi a Mattarella e al popolo italiano il suo cordiale saluto che accompagna con ”fervido voto di bene per la diletta Italia”.
Il telegramma di Mattarella
“La Sua testimonianza, accanto a vescovi provenienti da vari luoghi del Mediterraneo, segnato da conflitti e dal dramma dei naufragi di migranti, sprona tutti a rinnovare atteggiamenti di vita fraterna, di moderazione e di apertura al dialogo. Voglia accogliere, Santità, i sensi della mia massima considerazione”. E’ quanto si legge nel messaggio che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato a Papa Francesco in occasione del suo 47esimo viaggio apostolico internazionale, oggi ad Ajaccio, in Corsica.
“Desidero farLe pervenire il mio sentito ringraziamento per il messaggio che ha voluto indirizzarmi nel momento in cui si accinge a partire per il viaggio apostolico ad Ajaccio, capoluogo di un’isola che è scrigno di antiche tradizioni cristiane e di religiosità popolare”, ha aggiunto il Capo dello Stato.
Il saluto ai senzatetto
Il Papa, poco prima delle 7.00, accompagnato dal Cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità, ha salutato un gruppo di circa dieci persone senza dimora, donne e uomini, che la notte trova riparo sotto il colonnato di Piazza San Pietro. L’incontro, spiega il Vaticano, a Casa Santa Marta prima della sua partenza per Ajaccio.
il discorso al palais des congrès et des exposition
“Sono passati più di duemila anni dall’Incarnazione del Figlio di Dio e tante sono state le epoche e le culture che si sono succedute. In alcuni momenti della storia la fede cristiana ha informato la vita dei popoli e le sue stesse istituzioni politiche, mentre oggi, specialmente nei Paesi europei, la domanda su Dio sembra affievolirsi e ci si scopre sempre più indifferenti nei confronti della sua presenza e della sua Parola”. Lo ha sottolineato il Papa nel suo primo discorso ad Ajaccio concludendo il convegno organizzato dalla diocesi sulla religiosità popolare.
“Tuttavia, – ha messo in guardia Francesco – bisogna essere cauti nell’analisi di questo scenario, per non lasciarsi andare in considerazioni frettolose e giudizi ideologici che, talvolta ancora oggi, contrappongono cultura cristiana e cultura laica. Questo è uno sbaglio”.
“Al contrario, – ha osservato- è importante riconoscere una reciproca apertura tra questi due orizzonti: i credenti si aprono con sempre maggiore serenità alla possibilità di vivere la propria fede senza imporla, come lievito nella pasta del mondo e degli ambienti in cui vivono; i non credenti o quanti si sono allontanati dalla pratica religiosa non sono estranei alla ricerca della verità, della giustizia e della solidarietà, e spesso, pur non appartenendo ad alcuna religione, portano nel cuore una sete più grande, una domanda di senso che li conduce a interrogare il mistero della vita e a cercare valori fondamentali per il bene comune”.
Il Papa, ad Ajaccio, rilancia lanche a religiosità popolare tratteggiandone la bellezza e l’importanza a patto che non si limiti a folklore o a superstizione: “Da una parte, essa ci rimanda all’Incarnazione come fondamento della fede cristiana, la quale si esprime sempre nella cultura, nella storia e nei linguaggi di un popolo e si trasmette attraverso i simboli, i costumi, i riti e le tradizioni di una comunità vivente. Dall’altra parte, la pratica della pietà popolare attira e coinvolge anche persone che sono sulla soglia della fede, che non praticano assiduamente e che, tuttavia, in essa ritrovano l’esperienza delle proprie radici e dei propri affetti, insieme a ideali e valori che ritengono utili per la propria vita e per la società”.
Bergoglio, a braccio, mette in guardia dalla ‘pietà distillata’: “La pietà popolare, esprimendo la fede con gesti semplici e linguaggi simbolici radicati nella cultura del popolo, rivela la presenza di Dio nella carne viva della storia, irrobustisce la relazione con la Chiesa e spesso diventa occasione di incontro, di scambio culturale e di festa”, sottolinea il Pontefice mettendo anche in guardia sui rischi.
“C’è il rischio, infatti, che le manifestazioni della pietà popolare si limitino ad aspetti esteriori o folkloristici senza condurre all’incontro con Cristo, che si contaminino con aspetti e ‘credenze fataliste o superstiziose’. Oppure – altro rischio – che la pietà popolare venga usata, strumentalizzata da aggregazioni che intendono rafforzare la propria identità in modo polemico, alimentando i particolarismi, le contrapposizioni, gli atteggiamenti escludenti”.
“Tutto questo – avverte Francesco – non risponde allo spirito cristiano della pietà popolare e chiama in causa tutti, in modo speciale i Pastori, a vigilare, discernere e promuovere una continua attenzione sulle forme popolari della vita religiosa. Quando la pietà popolare riesce a comunicare la fede cristiana e i valori culturali di un popolo, unendo i cuori e amalgamando una comunità, allora ne nasce un frutto importante che ricade sull’intera società, e anche sulle relazioni tra le istituzioni civili e politiche e la Chiesa. La fede non è un fatto privato: attenzione a questo sviluppo eretico”.
Il Papa, dalla Corsica, rinnova il suo pressante appello per la pace nel mondo. ”Da quest’Isola del Mediterraneo, eleviamo la supplica per la pace: pace per tutte le terre che si affacciano su questo mare, specialmente per la Terra Santa dove Maria ha dato alla luce Gesù”, dice il Papa.
“Pace per la Palestina, per Israele, per il Libano, per la Siria, per tutto il Medio Oriente! Pace nel martoriato Myanmar. E la Santa Madre di Dio ottenga la sospirata pace per il popolo ucraino e il popolo russo. Sono fratelli, cugini. Che si intendano! La guerra è sempre una sconfitta. Pace al mondo intero!”, la supplica.
La messa
Il Papa, dopo essersi congedato dal Vescovado ad Ajaccio, dove ha pranzato, si è trasferito in auto nella Place d’Austerlitz. Dopo aver effettuato il cambio di vettura, compie alcuni giri in papamobile tra i fedeli presenti. Alle 15.50, Francesco ha presieduto la messa nella III Domenica d’Avvento, alla quale erano presenti 15mila fedeli.
L’omelia
”Quanto sono diffusi” i ”mali spirituali, oggi, specialmente là dove dilaga il consumismo! Una società così invecchia insoddisfatta, perché non sa donare: chi vive per sé stesso non sarà mai felice”, ha detto il Papa nella messa in place d’Austerlitz ad Ajaccio dove sono stati annunciati settemila fedeli. ”Non siate angosciati, delusi, tristi”. Quindi, a braccio: ”Vedevo a Roma sulle strade: tanta gente che va a fare le spese, con ansia di consumismo. Poi tutto svanisce e non resta niente. Una società così invecchia insoddisfatta, perché non sa donare: chi vive per sé stesso non sarà mai felice. Questo male tutti noi lo possiamo avere. Anche noi vescovi . Anche il Papa”.
Bergoglio, ad Ajaccio nel viaggio lampo per rilanciare la religiosità popolare, torna sul ruolo della pietà popolare: ”La fede in Dio dà speranza! Proprio in questi giorni, nel Congresso che ha avuto luogo qui ad Ajaccio, è stato messo in luce quanto sia importante coltivare la fede, apprezzando il ruolo della pietà popolare. Pensiamo alla preghiera del Rosario: se riscoperta e praticata bene, essa insegna a tenere il cuore centrato su Gesù Cristo, con lo sguardo contemplativo di Maria”. Francesco riflette anche sul ruolo delle tante confraternite che, dice, ”possono educare al servizio gratuito del prossimo, sia spirituale sia corporale. Queste associazioni di fedeli, così ricche di storia, partecipano attivamente alla liturgia e alla preghiera della Chiesa, che abbelliscono con i canti e le devozioni del popolo. Ai membri delle confraternite raccomando di farsi sempre vicini con disponibilità, soprattutto ai più fragili, rendendo operosa la fede nella carità”.
”L’avvento del Signore diventa una festa piena di futuro per tutti i popoli: in compagnia di Gesù scopriamo la vera gioia di vivere e di donare i segni di speranza che il mondo attende. Il primo di questi segni è quello della pace”, ha detto ancora il Papa ad Ajaccio.
”La gioia cristiana – ha aggiunto – non è affatto spensierata, superficiale. È invece una gioia del cuore, basata su un fondamento saldissimo, che il profeta Sofonia, rivolgendosi al popolo, esprime così: gioisci, perché ‘il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un Salvatore potente’. La venuta del Signore ci porta la salvezza. La nostra gioia non è dunque una consolazione illusoria, per farci dimenticare le tristezze della vita. È frutto dello Spirito per la fede in Cristo Salvatore, che bussa al nostro cuore, liberandolo dalla mestizia e dalla noia. Pertanto l’avvento del Signore diventa una festa piena di futuro per tutti i popoli”.
Il Papa, al termine della messa in place d’Austerlitz, ha ringraziato il card. Bustillo ”per le sue parole e per tutta questa giornata in cui mi sono sentito a casa! Grazie a tutti coloro che in diversi modi hanno preparato questa visita, alla comunità ecclesiale e alla comunità civile. Andate avanti in armonia, nella distinzione che non è separazione, collaborando sempre per il bene comune”.
Il Pontefice ha salutato e benedetto ”i malati, gli anziani soli, i carcerati. La Madunnuccia doni conforto e speranza a chi soffre. Siate vicini ai vecchi, agli ammalati, alle persone sole. Col cuore e coi gesti. Fratelli e sorelle, il Vangelo di Gesù Cristo vi aiuti ad avere il cuore aperto al mondo: le vostre tradizioni sono una ricchezza da custodire e coltivare, ma non per isolarvi, mai, anzi sempre per l’incontro e la condivisione. Grazie a tutti! Buon cammino verso il Santo Natale!”.
Al termine, dopo l’indirizzo di omaggio del vescovo di Ajaccio, Cardinal François- Xavier Bustillo, O.F.M. Conv., e prima della benedizione finale il Pontefice ha rivolto ai fedeli presenti alcune parole di ringraziamento. Quindi il Papa si è trasferito in auto all’Aeroporto Internazionale di Ajaccio ”Napoléon Bonaparte” dove, prima di rientrare a Roma, ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron.
L’incontro con Macron
Il presidente francese Emmanuel Macron ha donato a Papa Francesco un grande libro sulla cattedrale di Notre Dame di Parigi, recentemente inaugurata con un grande evento al quale il Papa era stato invitato ma non ha partecipato. “È un grande onore per la città di Ajaccio, per la Corsica e per la Francia accoglierla”, ha detto Macron.
Il rientro a Roma
L’aereo di Air Corsica che ha riportato il Papa in Italia è atterrato alle 19.56 all’Aeroporto di Roma Fiumicino. Vista la brevità del volo il Pontefice ha rinunciato alla consueta conferenza stampa.