“E’ genocidio culturale quando rubiamo il futuro ai bambini”. Lo ha detto Papa Francesco ricevendo in udienza i partecipanti alla prima Assemblea Plenaria del Dicastero per la Cultura e l’Educazione.
“Circa 250 milioni di bambini e adolescenti non frequentano la scuola, ha continuato il Papa. “È un imperativo morale cambiare questa situazione. Perché i genocidi culturali non avvengono solo per la distruzione di un patrimonio; è genocidio culturale quando rubiamo il futuro ai bambini, quando non offriamo loro condizioni per diventare ciò che potrebbero essere. Quando vediamo in tante parti i bambini che vanno a cercare nella spazzatura pensiamo al futuro dell’umanità con questi bambini”, ha concluso il Santo Padre.
L’udienza con la delegazione della Casa Editrice ”La Scuola”
Papa Francesco ha ricevuto questa mattina una delegazione della Casa Editrice ”La Scuola”. “Oggi è venuto meno il patto educativo tra famiglie e scuola. Oggi sono i genitori che vanno a lamentarsi con gli insegnanti, è terribile!”, ha detto il Santo Padre. Il Pontefice ha poi invitato ad assumere “un atteggiamento aperto e dialogante nei confronti di tutti: infatti la scuola è anzitutto luogo in cui si impara ad aprire mente e cuore al mondo. ‘L’educazione non consiste nel riempire la testa di idee, ma nell’accompagnare e incoraggiare gli studenti nel cammino di crescita umana e spirituale, mostrando loro quanto l’amicizia con Gesù Risorto dilati il cuore e renda la vita più umana’. Educare è ‘aiutare a pensare bene, a sentire bene, il linguaggio del cuore, e a fare bene, il linguaggio delle mani. Questa visione è pienamente attuale oggi, quando sentiamo il bisogno di un patto educativo capace di unire le famiglie, le scuole e l’intera società’. Credo che questo è venuto a meno”, ha detto.
“Ricordo – ha continuato il Papa – che al nostro tempo c’era una grande unità. e anche collaborazione. Una volta ho detto una parolaccia, avevo 9 anni, alla maestra che chiamò mamma: mi chiamarono dopo avere parlato e la mamma mi disse: ‘chiedi scusa alla maestra’ e io me ne andai felice perchè pensai che era stato facile. Ma non era vero. Quando sono arrivato a casa ho avuto il secondo atto. Oggi è a rovescio, sono i genitori vanno a lamentarsi, è terribile!””.
Il Papa chiede sacrifici per le pensioni vaticane
Il Papa, con una nuova lettera al Collegio Cardinalizio e ai Prefetti e Responsabili delle Istituzioni Curiali, degli Uffici della Curia Romana e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede, chiede ulteriori sacrifici.
Al centro delle preoccupazioni, la gestione del Fondo Pensioni. “Sono stati realizzati differenti studi dai quali si è derivato che l’attuale gestione pensionistica, tenuto conto del patrimonio disponibile, genera un importante disavanzo. Purtroppo, il dato che ora emerge, a conclusione delle ultime approfondite analisi svolte da esperti indipendenti, indica un grave squilibrio prospettico del Fondo, la cui dimensione tende ad ampliarsi nel tempo in assenza di interventi: in termini concreti, – dice il Pontefice – ciò significa che l’attuale sistema non è in grado di garantire nel medio termine l’assolvimento dell’obbligo pensionistico per le generazioni future”.
“Siamo ora tutti pienamente consapevoli che occorrono provvedimenti strutturali urgenti, non più rinviabili, per conseguire la sostenibilità del Fondo Pensioni, nel contesto più generale delle limitate risorse disponibili dell’intera organizzazione, e un’appropriata copertura previdenziale per i dipendenti presenti e futuri, in una prospettiva di giustizia ed equità tra le diverse generazioni. Si tratta di assumere decisioni non facili che richiederanno una particolare sensibilità, generosità e disponibilità al sacrificio da parte di tutti”, chiede il Papa comunicando la decisione di nominare il card. Kevin Card. Farrell, Amministratore Unico per il Fondo Pensioni, “ritenendo che questa scelta rappresenti, in questo momento, un passo essenziale per rispondere alle sfide che il nostro sistema previdenziale deve affrontare in futuro”.
Foto: Vatican Media