“Non esiste solo la violenza delle armi, esiste la violenza verbale, la violenza psicologica, la violenza dell’abuso di potere, la violenza nascosta delle chiacchere che fanno tanto male, distruggono tanto”. Lo ha detto il Papa alla Curia Romana. “Ciascuno non approfitti della propria posizione e del proprio ruolo per mortificare l’altro. La misericordia e’ accettare che l’altro possa avere anche i suoi limiti. Anche in questo caso e’ giusto ammettere che persone e istituzioni, proprio perche’ sono umane, sono anche limitate. Una Chiesa pura per i puri e’ solo la riproposizione dell’eresia catara”, ha aggiunto negli auguri di Natale”. Se a volte dico cose che possono suonare dure e forti – ha detto PapaFrancesco nel corso degli auguri natalizi alla Curia Romana -, non e’ perche’ non creda nel valore della dolcezza e della tenerezza, ma perche’ e’ bene riservare le carezze agli affaticati e agli oppressi, e trovare il coraggio di ‘affliggere i consolati’, come amava dire il servo di Dio don Tonino Bello, perche’ a volte la loro consolazione e’ solo l’inganno del demonio e non un dono dello Spirito”.
Rimettiamo Cristo al centro
Il Papa invita la Chiesa a “rimettere Cristo al centro”. “Il nostro primo grande problema – ha detto nel corso degli auguri di Natale alla Curia Romana – e’ confidare troppo in noi stessi, nelle nostre strategie, nei nostri programmi. E’ lo spirito pelagiano di cui piu’ volte ho parlato. Allora alcuni fallimenti sono una grazia, perche’ ci ricordano che non dobbiamo confidare in noi stessi, ma solo nel Signore. Alcune cadute, anche come Chiesa, sono un grande richiamo a rimettere Cristo al centro”.
Non siamo al sicuro dal demonio
Chi vive e lavora nella Santa Sede non e’ immune dal peccato e dalle tentazioni del diavolo. Lo ha detto il Papa negli auguri natalizi alla Curia Romana. “Cari fratelli e care sorelle, a tutti noi sara’ successo di perderci come quella pecorella o di allontanarci da Dio come il figlio minore – ha detto Papa Francesco evocando due parabole del Vangelo -. Sono peccati che ci hanno umiliato, e proprio per questo, per grazia di Dio, siamo riusciti ad affrontarli a viso scoperto. Ma la grande attenzione che dobbiamo prestare in questo momento della nostra esistenza e’ dovuta al fatto che formalmente la nostra vita attuale e’ in casa, tra le mura dell’istituzione, a servizio della Santa Sede, nel cuore stesso del corpo ecclesiale; e proprio per questo potremmo cadere nella tentazione di pensare di essere al sicuro, di essere migliori, di non doverci piu’ convertire. Noi – ha avvertito il Papa parlando alla Curia – siamo piu’ in pericolo di tutti gli altri, perche’ siamo insidiati dal ‘demonio educato’, che non viene facendo rumore ma portando fiori”.
Non attualizzare il Vangelo è eresia
Il Papa richiama la Curia Romana alla “conversione” e ad evitare il “fissismo” che cristallizza il Vangelo e non lo traduce nelle situazioni attuali. “L’eresia vera non consiste solo nel predicare un altro Vangelo” ma “anche nello smettere di tradurlo nei linguaggi e nei modi attuali”, ha detto negli auguri di Natale alla Curia Romana sottolineando che “conservare significa mantenere vivo e non imprigionare il messaggio di Cristo”. Ricordando i sessant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II, il Papa ha detto: “La conversione che il Concilio ci ha donato e’ stato il tentativo di comprendere meglio il Vangelo, di renderlo attuale, vivo e operante in questo momento storico. Cosi’, come piu’ volte era gia’ accaduto nella storia della Chiesa, anche nella nostra epoca come comunita’ di credenti ci siamo sentiti chiamati a conversione. E questo percorso e’ tutt’altro che concluso”. Per Papa Francesco “il contrario della conversione e’ il fissismo, cioe’ la convinzione nascosta di non avere bisogno di nessuna comprensione ulteriore del Vangelo. E’ l’errore di voler cristallizzare il messaggio di Gesu’ in un’unica forma valida sempre. La forma invece deve poter sempre cambiare affinche’ la sostanza rimanga sempre la stessa”.
La guerra non è mai santa
“Mai come in questo momento sentiamo un grande desiderio di pace, mai. Penso alla martoriata Ucraina, ma anche a tanti conflitti che sono in atto in diverse parti del mondo. La guerra e la violenza sono sempre un fallimento. La religione non deve prestarsi ad alimentare conflitti. Il Vangelo e’ sempre Vangelo di pace, e in nome di nessun Dio si puo’ dichiarare ‘santa’ una guerra. Dove regnano morte, divisione, conflitto, dolore innocente, li’ noi possiamo solo riconoscere Gesu’ crocifisso. E in questo momento e’ proprio a chi piu’ soffre che vorrei si rivolga il nostro pensiero”. Lo ha detto il Papa negli auguri natalizi alla Curia Romana.