Il Papa ha scelto come tema del Messaggio di auguri alla Curia romana: “Benedite e non maledite”. “Ho pensato” di proporre la questione del “parlare bene degli altri e non parlarne male. È una cosa che ci riguarda tutti, anche il Papa, vescovi, preti, consacrati, laici, e rispetto alla quale siamo tutti uguali perché tocca la nostra umanità”. “Questo atteggiamento di parlare bene e non parlare male è espressione di umiltà e l’umiltà è il tratto essenziale dell’Incarnazione”.
“Il chiacchiericcio è un male che distrugge la vita sociale” e “porta a niente”, per questo il popolo dice che “le chiacchiere stanno a zero. State attenti su questo”. “Dio non ci ha maledetti ma ci ha benedetti. In Dio non c’è maledizione ma sempre e solo benedizione”. “Se il nostro cuore è immerso in questa benedizione allora siamo capaci di benedire tutti, anche quelli che ci risultano antipatici”, “anche chi ci ha trattato male, benedire”, ha ribadito il Pontefice in conclusione.
“Accusare se stessi è un mezzo ma è indispensabile: è l’atteggiamento di fondo in cui può mettere radice la scelta di fondo di dire ‘no’ all’individualismo e ‘sì’ allo spirito comunitario, allo spirito ecclesiale. Infatti chi si esercita nella virtù di accusare se stesso – ha sottolineato il Papa nel discorso per gli auguri alla Curia – e la pratica in modo costante diventa libero dai sospetti e dalla diffidenza e lascia spazio all’azione di Dio, il solo che crea l’unione dei cuori”. “Il lavoro di ufficio, qui in Curia, è spesso arido e alla lunga inaridisce se uno non si ricarica con esperienze pastorali, con momenti di incontro, e relazioni amicali”, ha avvertito il Pontefice.
Gli auguri ai dipendenti vaticani
In Vaticano da tempo serpeggia il malcontento tra i dipendenti laici che riuniti nell’associazione Adlv hanno più volte dato voce alle loro preoccupazioni allarmati da una serie di criticità a cominciare da tagli ed esternalizzazioni. Oggi il Papa , nei tradizionali auguri ai suoi dipendenti in Aula Paolo VI, ha osservato a braccio: ”Se qualcuno ha difficoltà speciali, ditelo. Noi vogliamo risolvere le difficoltà. Si fa col dialogo. Non gridando o tacendo. Insieme, le cercheremo di risolvere”.
”Sono felice che possiamo scambiarci gli auguri di Natale. Esprimo prima di tutto la mia gratitudine a ciascuno di voi per il lavoro che fate, sia a beneficio della Città del Vaticano che della Chiesa universale”. E’ l’omaggio del Papa ai suoi dipendenti incontrati in Aula Paolo VI con le famiglie per gli auguri di Natale. Al termine Bergoglio, sulla sedia a rotelle, si è fermato per salutarli. Dai bambini ha ricevuto tanti disegni. ”Come ogni anno, siete venuti con le vostre famiglie e per questo vorrei riflettere un momento, brevemente, con voi proprio su questi due valori: il lavoro e la famiglia. Quello che fate – ha detto – è certamente tanto.
Passando per le strade e nei cortili della Città del Vaticano, nei corridoi e negli uffici dei vari Dicasteri e nei diversi luoghi di servizio, la sensazione è di trovarsi come in un grande alveare. E anche adesso c’è chi sta lavorando per rendere possibile questo incontro e non è potuto venire: diciamo loro grazie!
A Nazaret pochi lo sapevano, quasi nessuno, ma nella bottega del carpentiere, assieme e attraverso tante altre cose, si costruiva, da artigiani, la salvezza del mondo! Avere pensato questo? E lo stesso, in senso analogo, vale per voi, che col vostro lavoro quotidiano, nelle Nazaret nascoste delle vostre particolari mansioni, contribuite a portare a Cristo l’intera umanità e a diffondere in tutto il mondo il suo Regno”.
Quindi Francesco si è’ soffermato sul valore della famiglia: ”Dà tanta gioia vedervi qui insieme, coi vostri bambini. Amate la famiglia! Essa, fondata e radicata nel matrimonio , è il luogo in cui si genera la vita – e quanto è importante, oggi, accogliere la vita! -. Poi è la prima comunità in cui, fin dall’infanzia, si incontrano la fede, la Parola di Dio e i Sacramenti, in cui si impara a prendersi cura gli uni degli altri e a crescere insieme nell’amore, a tutte le età. Fede va trasmessa. Vi incoraggio perciò – genitori, figli, nonni e nipoti – a restare sempre uniti, stretti tra voi e attorno al Signore: nel rispetto, nell’ascolto, nella premura reciproca. Della famiglia chiedo: voi siete riusciti a giocare coi vostri figli? E’ importante sdraiarsi a terra coi bimbi. E poi visitate i nonni? Sono nella famiglia o vivono in casa di riposo senza che qualcuno vada a trovarlo? Forse devono stare in casa di riposo ma andateli a trovare. Pregate insieme sennò’ non si va avanti”.
Foto: Vatican Media