La guerra in Ucraina, il dramma dei migranti, la questione del fine vita: sono gli argomenti che il Papa ha affrontato nella conferenza stampa sul volo che da Marsiglia lo ha condotto a Roma alla fine del viaggio apostolico. “Questa guerra è un po’ interessata non solo dal problema russo e ucraino ma per vendere le armi, il commercio delle armi”, “gli investimenti che danno più redditi sono le fabbriche di armi, cioè le fabbriche di morte”, ha detto il Papa parlando della guerra in Ucraina. “Non dobbiamo giocare col martirio di questo popolo, dobbiamo aiutare a risolvere le cose nel modo più possibile”, “nelle guerre il reale è il possibile non per farsi l’illusione che domani i due leader in guerra vanno a mangiare insieme”, “fare il possibile fino a dove arriveremo”.
Qualche frustrazione
Il Papa ha aggiunto: “Adesso ho visto che qualche Paese si schiera indietro, che non dà le armi, comincia un processo dove il martire sarà il popolo ucraino. Certamente questa è una cosa brutta”.Per evitare fraintendimenti sulla posizione della Santa Sede in merito all’invio delle armi, il portavoce vaticano Matteo Bruni ha precisato: “Faccio notare che sono state pronunciate nell’ambito di una riflessione sulle conseguenze del commercio delle armi: il Papa con un paradosso ha sottolineato come chi traffica in armamenti non debba mai pagare le conseguenze delle proprie scelte, ma le lasci da pagare a popoli, come quello ucraino, martirizzati”. Francesco ha ammesso qualche “frustrazione” da parte della Santa Sede. “La Segreteria di Stato sta facendo di tutto per aiutare a questo, anche la missione Zuppi è andata lì”. Il Papa ha però annunciato: “C’è qualcosa con i bambini che sta andando bene”.
Il dramma dei migrati
Poi Francesco è tornato a parlare del dramma dei migranti: “Ci sono stati casi molto brutti dove i migranti come un ping pong, sono andati indietro e si sa che tante volte finiscono nei lager, finiscono anche peggio di prima”. Al giornalista che chiedeva se i suoi appelli da dieci anni abbiano fallito, il Papa ha risposto: “Credo di no, dirò che la crescita è andata lentamente oggi c’è coscienza del problema migratorio, c’è coscienza che è arrivata a un punto, come una patata bollente che non si sa come prenderla”. Il Papa ha ribadito che nei lager “è il regno del terrore”, sono schiavi” e “noi non possiamo senza vedere le cose mandarli indietro come una palla di ping pong”. “I migranti vanno accolti, accompagnati, promossi, integrati”.Infine giallo sulla questione dell’eutanasia, in discussione in queste ore in Francia. Mentre l’Eliseo ha detto che era stato tra i temi di confronto oggi, a Marsiglia, tra il Pontefice e il presidente Emmanuel Macron, il Papa ai giornalisti ha detto: “Oggi non abbiamo parlato su questo tema ma ne abbiamo parlato nell’altra visita, quando ci siamo incontrati in Vaticano. Gli ho detto il mio parere chiaro: con la vita non si gioca né all’inizio né alla fine”. (ANSA).