“Chi ama non resta rigido sulle proprie posizioni, ma si lascia smuovere e commuovere; sa cambiare i suoi programmi. L’amore è creativo. E noi cristiani, se vogliamo imitare Cristo, siamo invitati alla disponibilità del cambiamento. Quanto bene fa nei nostri rapporti, ma anche nella vita di fede, essere docili, prestare davvero ascolto, intenerirci in nome della compassione e del bene altrui, come Gesù ha fatto con la Cananea. La docilità per cambiare”. Lo ha detto papa Francescoall’Angelus, in cui ha commentato l’episodio evangelico della donna cananea.
Le parole del Papa
Al proposito, il Pontefice ha sottolineato: “ecco la concretezza della fede, che non è un’etichetta religiosa, ma un rapporto personale con il Signore. Quante volte si cade nella tentazione di confondere la fede con un’etichetta. La fede della donna non è fatta di galateo teologico, ma di insistenza; non di parole, ma di preghiera. E Dio non resiste quando è pregato”. “Alla luce di tutto questo possiamo farci alcune domande – ha aggiunto Francesco -. A partire dal cambiamento di Gesù: io sono capace di cambiare opinione? So essere comprensivo e compassionevole o rimango rigido sulle mie posizioni? E a partire dalla fede della donna: com’è la mia fede? Si ferma a concetti e parole, o è veramente vissuta, con la preghiera e le azioni? So dialogare con il Signore, insistere con Lui, o mi accontento di recitare qualche bella formula?”.
La situazione in Niger
“Seguo con preoccupazione quanto sta accadendo in Niger. Mi unisco all’appello dei vescovi in favore della pace nel Paese e della stabilità nella regione del Sahel”. Così il Papaall’Angelus. “Accompagno con la preghiera gli sforzi della comunità internazionale per trovare al più presto una soluzione pacifica per il bene di tutti. Preghiamo per il caro popolo nigerino”, ha affermato Francesco. “Invochiamo la pace anche per tutte le popolazioni ferite da guerre e violenze – ha aggiunto il Pontefice -, specialmente preghiamo per l’Ucraina che da tanto tempo soffre”.